capitolo 2

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Dimitri:

<Cosa vuoi fare, vuoi uccidermi?> questo vecchio rimbambito ha osato sfidarmi puntandomi una pistola contro, ero seduto nella sala vip del mio night club e George, il vecchio, è entrato iniziando a urlare che sono un pezzo di merda, può aver ragione, ma nessuno deve permettersi di sfidarmi.

I miei uomini poi l'hanno preso e l'hanno portato nello scantinato sotto casa mia.

<Brutto schifoso pensavi davvero di potermi uccidere?> sta zitto a testa bassa e non risponde.

<È inutile che ora vuoi portarmi rispetto> gli alzo la testa tirando i suoi capelli, lo guardo dritto negli occhi e gli sparo sul fianco.

<Morirai dissanguato> gli metto lo scotch sulla bocca per non sentire le sue urla e vado a casa.

Sono le 17:00, devo farmi la doccia e andare subito al night club per vedere se la ragazzina arriva in ritardo.

Vado in bagno e inizio a lavarmi, a volte penso a mia madre, non ho potuto conoscerla e mio padre non ne parla mai, vorrei sapere come mi avrebbe trattato se non fosse morta, mio padre non mi ha mai trattato come un figlio, mi ha solo addestrato a diventare un assassino crudele, come lui.

Non ho mai ricevuto affetto o amore, per questo non credo all'amore, mio padre dice che l'amore, i sentimenti, ci rendono deboli.

Mi asciugo e vado in camera, prendo una camicia nera, un jeans nero e li indosso.
Sistemo i capelli, mi spruzzo il profumo e prendo le chiavi dell'auto uscendo fuori.

Mentre guido penso a Sofya, una ragazzina di 17 anni che cerca lavoro, non è strano, però ieri ho notato come mi ha guardato la prima volta, era spaventata, voleva andarsene ma non l'ha fatto, quindi suppongo che è importante per lei lavorare, scoprirò il perché.

Arrivo davanti al night club e parcheggio.
Scendo dalla macchina e entro.

<Ciao> sento la sua voce, mi giro e la vedo tutta affannata, avrà corso.

<Sono le 18:01> faccio finta di arrabbiarmi.

<Per un minuto> sbuffa e alza gli occhi al cielo.

<Seguimi>
<Dove?>

<Seguimi e lo vedrai> titubante inizia a camminare dietro di me e andiamo nel camerino.
<Tieni, devi indossare la divisa> le porgo il sacchetto con dentro la divisa.

<Ma ieri quando sono venuta le cameriere non avevano le divise>

<Nuova regola> le dico mentre lei apre il sacchetto e caccia fuori la maglietta corta fino a metà pancia e una gonna corta sempre nera di pelle.

<È un po' corta la gonna>
<Ti starà bene> le sorrido sfacciato, l'ho fatta apposta questa nuova regola, voglio vederla imbarazzata e vorrei vederla con vestiti più stretti.

<Va bene, puoi uscire?>
<Perché dovrei? È il mio night club e posso stare dove voglio>

<Ma devo cambiarmi>
<Fallo>

<Ma ci sei tu>
<Hai vergogna?> piego la testa di lato e le sorrido divertito, lei si fa rossa.

<Non mi cambio se non te ne vai, quindi o esci e mi metto la divisa oppure vado a lavorare così come sono vestita> si sta incazzando.

<Mi stai dando ordini ragazzina?> mi avvicino facendola indietreggiare fino al muro e le dico
<Facciamo una cosa, o ti metti la divisa qui davanti a me oppure te ne vai a casa>

<Sei uno stronzo> cerca di allontanarmi.
<Non mi vedrai nuda pervertito di merda, troverò un altro lavoro, mangiatela la divisa> mi tira in faccia la divisa, è buffa quando si arrabbia, si fa tutta rossa e si imbroncia.

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