capitolo 3

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Dimitri:

Spengo questa maledetta sveglia che suona da mezz'ora e mi alzo dal letto, vado in bagno a farmi una doccia e poi mi preparo. stamattina sono particolarmente nervoso, devono arrivare Petar Petrova con suo figlio Iván, Petar è il capo della mafia bulgara, dobbiamo stabilire una pace perché siamo in guerra, Petar vuole conquistare la Russia e Boris, mio padre, la Bulgaria, abbiamo deciso di stabilire una pace, ma da parte loro, specialmente da suo figlio Iván, non li credo.

Sotto la doccia inizio a pensare a Sofya, ieri poi l'ho accompagnata a casa, non abbiamo detto una parola in macchina, mi ha solo detto "grazie" quando siamo arrivati sotto casa sua.

Con i Petrova ci incontreremo verso le 16:00 nel mio night club, spero solo non combineranno guai, potrò essere spietato, ma solo con chi lo merita, non uccido innocenti e non voglio che i Petrova fanno casino nel mio night club dove ci sono persone innocenti.

Scendo di sotto e mi siedo a tavola, mi faccio portare un caffè zuccherato da Ludmilla e lo bevo.
Scende anche mio padre e si siede, lui prende un caffè amaro con un cornetto a marmellata, mai una volta che si strozza.

<Dimitri, hai 23 anni, non credi che è ora che trovi moglie? Non importa chi, basta che ti da un erede>
<Non iniziare con questo discorso, io non mi sposerò e non avrò mai dei figli, per 18 anni hai deciso tutto tu, ora è la mia vita e decido io per me> mi alzo uscendo fuori di casa e salgo in macchina.

Non ho una meta, voglio solo guidare a tutta velocità senza pensare a niente.

Nel momento in cui svolto l'angolo non mi accorgo di una figura che corre senza guardarsi a destra e sinistra e per poco non la investo, almeno credo, l'ho toccata un po' ed è caduta.

Scendo dalla macchina e vedo Sofya a terra che si tocca il fianco dolorante.

<Tu! Sei uno stupido, ma come guidi? Chi ti ha dato la patente>

<Ragazzina non urlare, sei tu che non guardi nemmeno a destra e sinistra quando passi la via>

<Andavo di fretta> cerca di giustificarsi.
<Dai alzati> piano piano si alza ma continua a lamentarsi per il dolore al fianco, l'avrò toccata lì con la macchina.

<Ti fa male?>
<Un po'> sbuffa

<Dove stai andando?>
<A scuola, non vedi lo zaino?> indica lo zaino a terra, si piega per prenderlo ma si rialza subito urlando di dolore.

<Non riesco ad abbassarmi>
<Allora non ti fa male solo un po'>

<Puoi prendermi lo zaino?>
<Ti sembro un servo?> mi guarda storta.

<Sei uno stronzo> sbuffa come una bambina
<Si, me l'hai detto già> non risponde e cerca di abbassarsi di nuovo ma non riesce.

<Fermati lo prendo io> prendo lo zaino e lo metto sulle sue spalle.

<Potevi anche darmelo in mano>
<Ah, lo volevi in mano?> annuisce non capendo la mia battuta.
<Potevo dartelo ieri in mano dopo mezzanotte ma tu hai detto che non vuoi farlo> si fa subito rossa e mi dice <Io non intendevo questo> le sorrido malizioso e lei abbassa la testa imbarazzata.

<Sono in ritardo devo andare>
<Ti accompagno io, sali>
<Neanche morta, stavi guidando come un pazzo, non voglio fare un incidente>
<Sali, guiderò piano, come ieri sera> mi guarda a braccia conserte indecisa.

<Sei in ritardo no? Se ti accompagno io fai meno ritardo> non so perché insisto ma voglio accompagnarla, sbuffa e dice <Va bene, ma non guidare come stavi facendo prima> annuisco e saliamo in macchina.

Guardandola noto che ha un foulard al collo.
<Perché hai un foulard? Non fa tanto freddo siamo ancora a ottobre> si agita e risponde frettolosamente <Mi piace> non le sa dire le bugie, lascio perdere e mi concentro sulla strada.

Arriviamo davanti scuola e scende velocemente, poi si gira verso il finestrino e mi saluta, la fermo e gli dico <Stasera a lavoro vieni alle 19:00>
<Ma non devo iniziare alle 18:00?>

<Si, ma stasera vieni un'ora dopo> annuisce e mi saluta di nuovo.

Le ho detto di venire un'ora dopo perché non credo che Petar e suo figlio restano fino alle 19:00 al night club, spero.


Sono le 18:57 e questi maledetti sono ancora qui, abbiamo parlato, stabilito una pace, ma io non li credo, e per l'aggiunta c'è suo figlio, Iván, che mi guarda con aria altezzosa e vorrei solo fargli un buco in fronte.

Dalla porta vedo entrare Sofya, non mi vede e va nel camerino a cambiarsi.
<Una nuova cameriera?> domanda mio padre
<Si>

<Solo cameriera?> domanda malizioso Iván, lo guardo storto e lo faccio zittire.
Sofya esce dal camerino, come ieri si è legata i capelli in una coda alta e al collo ha ancora il foulard di stamattina, strano.

<Dio, con quella divisa è perfetta> dice Iván, forse non dovevo fare questa nuova regola, non so perché, però mi da fastidio che parla così di lei.
<Vado a ordinare qualcosa a quella bellezza>

<No, è nuova e ieri abbiamo avuto una discussione perché ha sbagliato a fare qualcosa, vado io perché devo ancora parlarle, cosa vuoi?> invento una scusa, non voglio che le parli.
<Gin tonic> mi alzo e vado al bancone.

<Gin tonic> alza lo sguardo e arrossisce.
<Hai cambiato bevanda> risponde mentre prepara quello che ho chiesto.

<Non è mio, io ordino dopo>
<Quindi stai facendo il servo> ride divertita, stranamente non mi arrabbio e le sorrido anch'io.

<Ancora indossi il foulard?>
<Ah, eh si, mi sono dimenticata di levarlo> balbetta.

<Bugiarda>
<Non sono bugiarda>

<Non le sai dire le bugie>
<Non ho detto bugie>

<Non ti credo>
<Non mi interessa>

<Non ti incazzare, se stai dicendo la verità non c'è bisogno di scaldarsi no?> non mi risponde e mi avvicina il bicchiere, poi va a servire un altro cliente, sta nascondendo qualcosa.

Passo il bicchiere a Iván e mi siedo sulla poltrona, per tutto il tempo Sofya non alza lo sguardo nemmeno una volta e non mi guarda,
lo sa che ho capito che ha detto una bugia.

Sofya esce dal camerino, si slega i capelli e esce fuori, le vado dietro e la fermo
<Ragazzina vuoi un passaggio?>

<No grazie, ho vestiti "normali" ora> indica i suoi jeans e la felpa.
<Va bene piccola bugiarda>

<Non chiamarmi bugiarda>
<Ma lo sei>

<Ho un succhiotto, voglio coprire quello> finisce di parlare e se ne va, non cerco nemmeno di fermarla, sono arrabbiato, non so nemmeno il perché, è una ragazzina insignificante.

Salgo in macchina e me ne vado a casa, basta pensare a quella bambina, l'ho già pensata troppo.





Ciao!
Sofya ha davvero un succhiotto o è un'altra bugia?🤔
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