capitolo 19

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Sofya:

<Andiamo a fare una doccia vieni>

Mi alzo dalla scale del ponte e andiamo in casetta.

<È molto bella> gli dico dopo averla vista.

<Si, andiamo a visitare il bagno> ridacchio e lo seguo in bagno.

Una volta entrati in doccia mi sbatte contro la parete.

<È stato bello farti venire in quel modo, ma ora voglio sentirti stretta con le mie dita> si porta due dita in bocca succhiandole e poi le fa entrare dentro di me guardandomi negli occhi.

Sono accaldata.

Sento la sua durezza sulla mia gamba, decido di toccarlo, così inizio a stuzzicare prima la sua punta con un dito, poi piano piano lo prendo tutto in mano e inizio a fare su e giù.

La mia mano trema attorno al suo cazzo quando sento la sua lingua leccare il mio capezzolo.

Mi bacia la spalla, poi la mandibola e finisce a lasciarmi piccoli baci umidi sul collo.

<Sputa sopra> mi ordina.

<Sputare dove?>

Non capisco niente, le sue dita dentro di me mi fanno sentire così bene.

<Sul mio cazzo, Sofya>

Ah..

Ci sputo sopra e poi aumento la velocità.

<Sei così calda e stretta, mi fa impazzire>

Tu sei così duro.

Vorrei dirgli..ma farei una figura di merda.

Con il pollice inizia a stuzzicarmi anche il clitoride.

Muovo velocemente la mano sul suo cazzo e lui aggiunge un terzo dito dentro di me.

Aumenta la velocità e dopo un paio di secondi urlo il suo nome quando riesco a raggiungere il secondo orgasmo.

Mi mette in ginocchio nella vasca e prende il suo cazzo in mano.

<Apri la bocca e caccia la lingua fuori, voglio venirti in bocca>

Faccio quello che dice e lui si masturba facendomi toccare la sua punta con la lingua, aumenta la velocità e dopo mi ritrovo il suo liquido in bocca, ingoio e poi mi alzo.

Ci baciamo e poi facciamo una doccia.

★★★

Sto cucinando la pasta, Dimitri e a telefono con Damien, discutono di affari.

Quando chiude la telefonata viene dietro di me ad abbracciarmi.

<Mi piace> parla mentre appoggia la sua testa sulla mia spalla.

<Cosa?>

<Io e te, qui, da soli> sorrido e gli dico che anche a me piace, tantissimo.

Mi stringe più forte.

<Non ti facevo un tipo da abbracci> lo prendo in giro ridacchiando.

<Abbraccio te, quindi mi piace> arrossisco e accarezzo le sue mani.

<La pasta e pronta, puoi apparecchiare?> annuisce e si stacca da me.

Chiudo il gas, scolo la pasta e dopo la metto in due piatti aggiungendo la salsa.

Porto i piatti a tavola e iniziamo a mangiare.

Non posso fare a meno di pensare a quanto è bello stare con lui.

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