capitolo 21

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Dimitri:

<Sofya, piccola svegliati>

Sono le 6:30 e sto cercando di svegliare Sofya, devo accompagnarla a casa per prepararsi perché deve andare a scuola.

Lentamente apre gli occhi e mi fissa, si gira dall'altro lato e chiude di nuovo gli occhi.

<Sofya devi andare a scuola> mugugna qualcosa di incomprensibile ma non si alza.

Le tolgo le coperte e la prendo in braccio portandola in bagno mentre si lamenta.

La metto davanti al lavandino e le dico di prepararsi mentre mi guarda arrabbiata, sorrido e vado di sotto a preparare la colazione.

Preparo i waffle e dopo un po' scende Sofya.

Mi viene vicino e mi abbraccia, lo fa spesso, e mi batte il cuore ogni volta che lo fa, è tenera.

<Mangiamo e poi ti accompagno> le do un bacio e ci mettiamo a tavola.

Dopo finito di fare colazione vado a prepararmi anch'io.

Vado in bagno e faccio una doccia.

Non so come farò a scoprire chi ha messo la bomba, non c'erano telecamere, non posso vedere.

So solo che quando scoprirò chi è stato lo ammazzerò senza pietà, nessuno deve permettersi di fare del male a Sofya.

Mi asciugo e vado in camera a vestirmi.

Scendo di sotto e trovo Sofya che ha appena pulito la cucina che ho sporcato per fare i waffle.

<Pronta?> annuisce e usciamo di casa, prendo l'auto e parto.

★★★

Sono steso sul suo letto, lei è andata a farsi una doccia.

Dopo un po' esce dal bagno solo con un asciugamano che la copre.

Fa cadere l'asciugamano e arrossisce.

È bellissima, non smetterò mai di dirlo.

Prende il reggiseno sopra al letto e lo indossa.

<Ho messo anche le mutandine sul letto, dove sono?>

Nascondo un sorriso.

<Non lo so>

Mette le mani sui fianchi e mi guarda.

Alzo le mani.

<Okay, mi hai scoperto> rido e le do le mutandine che avevo nascosto nella sacca dei jeans.

Le prende e se le mette, poi indossa un jeans e una felpa bianca.

<Vieni qui piccola> la prendo dai fianchi e la metto a cavalcioni su di me.

<Sei una bambina bella bella> la bacio e dopo un paio di secondi squilla il telefono.

Ma che cazzo.

Ci stacchiamo e rispondo al telefono, è mio padre.

Mentre parlo Sofya mi accarezza i capelli.

Stacco la chiamata e poi ci alziamo, prende lo zaino e il telefono e poi usciamo di casa salendo in macchina.

<Cosa fai ora? Dopo che mi accompagni a scuola?>

<Devo andare fuori città per degli affari, ci vediamo direttamente stasera, vengo a prenderti alle 18:00, okay?> annuisce e sbadiglia.

<Sei stanca?>

<Un po'>

<Dopo scuola riposa un po', Damien viene a prendere Cloe quindi fatti dare un passaggio a casa, non voglio che ritorni sola>

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