Capitolo 8: "La tua vita quanto il poker"

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Legge di vita: Chi è stato distrutto, sa come distruggere

-Quindi che ce ne dobbiamo fare?- Domandò Lorenzo sorseggiando l'ultima goccia di birra rimasta all'interno della bottiglia.
Si sentirono le urla di James Andrews dallo scantinato: dopo averlo rapito, avevano rotto il telefono e per quanto riguardava il ragazzo, l'avevano rinchiuso lì, con una benda sugli occhi e una in bocca per impedirgli di parlare.
-Non saprei... Avete fatto un casino.- Rimuginava Simone.
-Tu hai guidato, quindi... Anche tu hai fatto un casino.- Gli disse infantile Filippo.
-Sono veramente scioccato. Io... Non pensavo.- Si riferiva a quanto accaduto nel bagno fra gli altri due.

I due ragazzi arrossirono. Simone gli aveva visti, e allora fu inutile negare l'attrazione che c'era, seppur strana. Non si poteva dire di aver capito cosa ci fosse, o cosa stesse succedendo, anche perché dell'argomento ne sapevano ben poco. Tuttavia loro si piacevano, ma ammetterlo e capirne i meccanismi era difficile.

Ci furono attimi di silenzio, finché l'avvocato non riparlò: -E se provassi con una partita a poker? Quando ti ho conosciuto quasi ogni sera mi portavi al casinò per vederti puntualmente vincere, e nei weekend andavamo a Las Vegas per fare le cose più in grosso, ricordi?-
-Ricordo. È da un bel po' in effetti che non gioco... Potrei gareggiare contro Oliver -Si alzò in piedi- Se vince lui, potrà riavere suo figlio. Mentre, se vinco io James non arriverà ai venti.-

-Non so se Oliver farà valere la vita del suo primogenito quanto una partita a carte.- Lorenzo espresse i suoi dubbi.
-Non lo conosci, a lui non frega assolutamente niente né di suo figlio, né di tutti gli altri.-
Il moro scosse lentamente la testa guardando fisso il pavimento, poi mentre si alzava sussurrò: -Vado a vedere come sta.- Seguito solo dal rumore del vetro delle bottiglie.

Scese le scale e raggiunse la cantina: fredda, sporca e piena di polvere; James era seduto su una sedia in legno legato e bendato.
-James...- Gli disse mentre levava la benda dagli occhi: -Come va?-
Il biondo gli ringhiò contro come un cane.
-Ah, giusto... Scusami.- Gli strappò via lo straccio che teneva in bocca.
-Siete dei pazzi squilibrati! Mio padre avrà già mandato decine di persone a cercarmi, e quando mi troveranno, voi tre bastardi morirete!-
-Lo prendo come un "va tutto bene grazie".-

-Cosa credete? Avete distrutto il telefono il telefono col video, ma io la scena in mente ancora ce l'ho! E lo dirò a mio padre, e lui lo dirà a tutti per rovinarvi! A chi pensi crederà la gente? A mio padre, uno dei boss con i giri di droga più importanti al mondo, o a voi tre sfigati: tu, uno stupido ragazzino che probabilmente non sa neanche falciare una palla, un ventiseienne che sembra un adolescente depresso e tossico, e uno stilista tutto effemminato che a malapena sa perché si trova qui.- Li minacciò James con cattiveria e superiorità, che Lorenzo avrebbe smontato subito dopo: -Abbassa la cresta, non pensare di essere meglio di noi: la tua vita vale quanto una partita di poker.-
-Cosa?- Chiese con una voce flebile e quasi spezzata, cambiata del tutto da pochi secondi prima. L'espressione del viso di James assunse una nuova veste da spaventata, terrorizzata.

-Torno su.-
Lorenzo fece come detto lasciandosi alle spalle le urla del ragazzo, e quando arrivo su Filippo gli disse che la partita era stata appena confermata da Oliver.
-Si è incazzato, ma accettare era l'unica possibilità che aveva.- Gli rivelò.

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La sera della partita fecero uscire James dalla cantina con le mani legate, così lo infilarono nel bagagliaio e partirono in macchina.

Dopo poco i tre ragazzi arrivarono in un locale vintage. Filippo si affiancò al buttafuori e avvicinando le labbra al suo orecchio sussurrò: -Chicago Bulls.-
Andando avanti Lorenzo domandò: -Chicago Bulls? Davvero?-
-Il proprietario è un tifoso.- Disse senza distogliere lo sguardo da davanti a lui.
Scesero nel locale al piano di sotto: era una grande sala con le pareti dipinte di colori caldi e divanetti verdi, ma non c'era nessuno se non Oliver con dietro i suoi seguaci e guardie del corpo.

Come sarà l'Inferno? - Ladri di PoesieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora