Il tuo sorriso
permette alla mia anima
di respirareIl tempo di girarsi e anche il moro era via.
Non era successo niente di che, ma il non trovarlo lì gli parve come se l'avesse perso per sempre. Svuotò di nascosto il drink analcolico che il barman gli aveva dato sotto indicazione del moro nel lavello, dall'altra parte del bancone: -Un Vodka Lemon, grazie.-Poco dopo si alzò e si sedette più comodo su un divano. Sorseggiava il Gin come se fosse elisir.
Era già irritato di suo, ma nel sistema nervoso qualcosa si ruppe quando vide la scena davanti a lui.
Le pupille diminuirono di dimensione in pochi secondi, stringeva i pugni e digrignava i denti. Si alzò e si diresse al suo obiettivo: fra la gente, davanti a lui, Lorenzo che corteggiava e adulava un ragazzo, sicuramente solo per ripicca nei suoi confronti. Ballavano insieme strusciandosi l'uno con l'altro, e questo lo faceva infuriare. Si alzò, scordandosi completamente delle altre persone.-Che cazzo state facendo?-
-Ho conosciuto questo bellissimo ragazzo. Si chiama... Come ti chiami?-
-Edo.-
-Edo!-
Lentamente avvicinò le labbra all'orecchio del fidanzato per sussurrargli una frase che fece direttamente capovolgere il suo sistema nervoso. -Sai, ha detto che se ho voglia, possiamo andare a casa sua.--Lorenzo, chi è questo?- Gli domandò il tipo.
-Il suo fidanzato. E ora, con tutto il rispetto del mondo, ora lei va a cercarsi qualcun altro da farsi questa sera, e poi, gentilmente se ne va a fanculo, okay?- Sorrise, prese Lorenzo per l'avambraccio e fece per portarlo via, ma il ragazzo che aveva conosciuto si incazzò più di quanto bastava per far innervosire ancora di più il riccio, già abbastanza alticcio.
Non sopportava vedere Lorenzo con altre persone: la gelosia gli arrivava alla gola.-Probabilmente se tu fossi un fidanzato decente non avrebbe cercato qualcun altro, tipo me.-
Lorenzo rise, pensando all'errore che quel povero ragazzo aveva appena commesso sfidandolo; mentre l'altro si passò la lingua fra i denti e pensò a Simone che gli aveva consigliato di iniziare meditazione.
-Amore mio, giuro che se non sparisci dalla mia vista entro tre secondi ti tiro un calcio che ti faccio arrivare da qui fino al Burundi.- Passò direttamente alla minaccia; poco utile direi: si beccò un pugno sulla mandibola, che però, quasi non lo smosse. Si passò solo una mano sul labbro leggermente insanguinato, e poi lo invitò ad uscire, perché fare una rissa esattamente al centro del locale non era il massimo.Si trovarono nel vicolo dietro al locale: i muri erano tutti zozzi e pieni di ragnatele, per terra c'erano delle bottiglie vuote di birra dei cassonetti vicino alla porta d'ingresso.
Velocemente Filippo tirò fuori dalla giacca una pistola e gliela puntò: -Sparisci dalla vita del mio fidanzato o ti faccio sparire io.-
Non ci volle tanto che scappò via, riempiendolo di insulti nella propria testa.Il resto della serata lo passò al bar con un barman che l'avrebbe riempito di superalcolici pur di ricevere qualche soldo in più. Fu quello che in effetti fece.
Il locale si svuotò più o meno alle 03:30, fu l'ultimo ad andarsene, fortunatamente aveva Simone che non l'avrebbe abbandonato mai, neanche vedendolo per terra addormentato con due occhi che lo facevano sembrare un panda.
Stava decisamente meglio di lui, perciò l'aveva aiutato: trascinandolo via da quel bar, accompagnandolo in macchina e portandolo fino a casa.--
-Lorenzo dov'è?- Disse come prima frase appena si risvegliò nel suo letto, vedendoci accanto solo l'avvocato.
-Non lo so... Non l'ho più trovato ieri sera.- Gli passò una pastiglia e un bicchiere d'acqua per far passare il mal di testa.
-Cosa... Cosa significa "non lo so"?!-
-Significa che non è più tornato a casa, e dopo la vostra lite non l'ho più visto.-
-Come cazzo hai fatto a perderlo?! Se qualcuno l'avesse trovato e ucciso?! Ti avevo chiesto una sola e semplice cosa, solo di tenerlo d'occhio!- Si alzò dal letto e spaccò il bicchiere contro il muro.
-Calmati Filippo! Starà bene, è campato anni dormendo sulle panchine figurati se non ci riesce una notte.-
-No! Non starà bene! Lui è come un bambino, saprebbe perdersi dentro casa sua. E se qualcuno lo trova prima di noi e lo riconosce, potrebbe fargli del male, o ucciderlo... O potrebbe riportarlo da lui...-
-Non succederà, loro due sono persone completamente diverse, anche fisicamente.-Il campanello suonò.
I loro occhi s'incrociarono speranzosi, prima di correre alla porta.
C'era solo un biglietto all'ingresso:"Filippo, non pensavo che fossi così stupido ad affezionarti ad un tipo così. Il tuo ragazzo ce l'ho io, e non ho intenzione di lasciartelo finché non mi darai quello che voglio: soldi, tanti soldi. Voglio i miei cazzo di soldi. Sai dove trovarmi.
Con tanto tanto odio, David Meier."
-Cazzo cazzo cazzo cazzo!- Lanciò via il bigliettino, ma non fece rumore ovviamente, e non gli diede la soddisfazione che cercava nello sfasciare oggetti durante le crisi.
-Cosa? Cosa dice?-
-L'hanno rapito porca troia! Meier, l'ha fatto lui. Lo ammazzerà lui! Sarà lui l'ultima persona che vedrà nella sua vita! Perché gli ho detto quelle brutte cose l'ultima volta che ci saremmo potuti vedere?!-
-Filippo calmati. Cosa vuole?-
-Vuole i soldi che gli devo.-
-Allora... Devi calmarti. Ho paura a chiederti quanto gli devi.-
Non rispose per qualche secondo per colpa dell'imbarazzo. Aprì il frigo e ne
prese una birra Heineken, per temporeggiare-Un milione e mezzo.-
-Cazzo.--Avevo diciott'anni, non sapevo quello che facevo, sono passati più di sette anni, speravo se ne fosse scordato.-
-Come pensi minimamente che uno come lui si possa scordare di un furto fatto da uno più piccolo di lui?!-
-Non lo so! Sto impazzendo! Già mi manca e non penso che lo rivedrò più. Cazzo, non potevo nascere in una famiglia normale, crescere normalmente, e conoscerlo, che ne so, a scuola?! No, devo avere ogni secondo paura che qualcuno me lo uccida.- Era buffo detto così.
-Filippo sei stato tu a volerti mettere in questo casino, e quando ti dissi di non farlo, tu non mi desti retta.-
-Dobbiamo recuperarlo.- Annunciò Filippo con serietà.
-O puoi dare i soldi a Meier. Dato che per te sono come 100 euro.-
-Simone, io ti voglio bene, ma è una questione di principi.-
-La questione di principi è che tu gli hai fottuto un milione e mezzo di euro.- Tossì, coprendosi con il polso la bocca, poi lo guardò e ricominciò a parlare: -Va, bene. Possiamo elaborare un piano per riportarlo qui.- Disse più pacato. Tossì ancora, ma più rumorosamente.
-Stai bene?-
-Sì sì, tranquillo.- Disse discostandosi da lui. Ancora tossì, questa volta più forte, e il riccio lo guardò preoccupato: -Non preoccuparti, sto bene, è solo un po' di tosse.-
-Strano.-
-Non poi così tanto.-
-Siamo in primavera.-
-Sarà il polline.-
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Come sarà l'Inferno? - Ladri di Poesie
RomanceHanno un passato simile, che li ha resi apatici davanti ad ogni emozione. Non sono in grado di amare, ma non significa che non lo siano mai stati. Troppe volte sono stati feriti, ed entrambi vorrebbero solo che quest'agonia terminasse. Un segreto d...