-È stato strano ieri notte.- Affermò Lorenzo, poggiato sullo stipite della porta dell'ufficio del suo fidanzato.
Lui stava seduto imperturbabile a firmare documenti, con la mente su tutt'altro.
-Perché? Non ti è mai successo che un tuo vecchio nemico entrasse in casa tua minacciando te e il tuo ragazzo facendoti riflettere sulla vita e dandoti uno schiaffo morale, solo per soldi, per poi andarsene senza neanche un centesimo?-
Lui sospirò: -No.-
-Strano direi.-Lorenzo sorseggiò la bottiglia di birra che aveva in mano, e Filippo lo degnò per un secondo di uno sguardo.
-Se stessi fumando anche una sigaretta saresti perfetto per uno shooting. Il classico cattivo ragazzo che beve e fuma e sembra uno scappato di casa.- Gli disse.
-Pure a te basterebbe una sigaretta: il classico uomo d'affari affascinante e autoritario, vestito sempre elegante e mezzo apatico con la fila di ragazze dietro.-Filippo serrò le labbra: -È così che mi vedi?-
-Ovviamente. Però lui è al cento percento eterosessuale.-
Lui reagì socchiudendo gli occhi: -Guarda che io ero etero fino a poco fa.-
-Esatto, "eri".-
-Guarda che io posso essere un uomo romantico e passionale anche da bisessuale.-
-Questo lo vedo.- Sorrise: -Le nostre vite a volte sembrano parte di un libro.- Rifletté Lorenzo
-Un libro di merda se non fosse per i protagonisti.-
-Credendo alla teoria del multiverso esiste un universo dove l'unico fattore della nostra felicità non siamo solo io e te, ma anche il mondo che ci circonda. Come esiste un universo in cui non ci siamo mai incontrati ed uno in cui fondamentalmente siamo fatti di zucchero filato.-Filippo rimase in silenzio a guardarlo, per poi alzarsi e baciarlo, con il suo viso fra le mani: -Dio, sei così intelligente... Spero che il multiverso in cui non ci siamo mai incontrati cada a pezzi.-
-Non penso che un universo possa cadere a pezzi. Al massimo implodere in sé stesso. Ti amo, però certe volte... Ragiona...- Disse sarcasticamente ridendo.-Vado giù a prendere due birre e torno.- Il riccio gli sorrise scrutandogli il viso in modo sensuale. Poi uscì dalla stanza e i suoi passi si poterono udire pure dallo studio, nonostante la loro leggerezza. Sospirò lentamente sorrise ad occhi chiusi, mentre pensava al suo ragazzo e a quanto fosse fortunato ad averlo: aveva ormai perso il conto di tutte le volte in cui gli aveva salvato la vita.
-Eccole qui.- Disse con due bottiglie di vetro in mano mentre gliene porgeva una. Aveva il fiato corto.
-Perché hai il fiatone?-
-Ho corso per le scale per essere qui da te il prima possibile. -Gli rispose mentre lui già stava bevendo la sua birra. Lo prese per il mento e lo baciò: -Ahh! Hai l'alito che sa di birra. Cazzo, stai diventando più alcolizzato di me.-
-Non penso sia possibile.-
-Seh seh... Fai pure lo spiritoso. E stasera io non ti porto a cena.-
-Cosa?!-
-Eh... Hai perso la tua occasione.-
-Mi avresti portato a cena?-
-Te l'ho detto... Romantico e passionale.- Fece un brindisi e poi mentre se ne andava disse: -Fatti trovare pronto per le 19:30 stasera.---
Intanto che le ore passavano, quei due erano ancora lì a ridere e scherzare mentre si vestivano e preparavano per uscire.
-Stai molto bene con la camicia. Dovresti mettertela più spesso.- Gli disse il riccio, mentre gliela abbottonava da seduto.
-Io sto bene con tutto.-
-Ma come ho fatto a perdere la testa per te?- Riferendosi alla sua "modestia".
-A volte me lo chiedo anch'io.-
-Voi che ti elenchi tutti i motivi per cui ti amo?- Domandò Filippo, mentre l'altro si sedeva sulle sue gambe.
-Fai un tentativo.- Alzò un sopracciglio e sorrise al contrario intrigato dalla sua proposta.
-Sei bellissimo, simpatico, affascinante...- Cominciò ad accarezzargli i capelli: -Premuroso, sensibile, riesci a calmarmi quando sono nervoso e...-
Lorenzo riuscì a zittirlo baciandolo per qualche secondo, così da fargli aggiungere alla lista: -E questo.-
Una chimica magica stregò i loro sguardi prima di un altro delicato bacio. Poi Lorenzo sfiorò con le labbra la parte del petto che aveva lasciato sbottonata, appoggiandoci con la guancia alla fine.
-Andiamo?- Gli consigliò Filippo.
-Certo.-La macchina che Filippo aveva prenotato per loro, era una limousine bianca. Un autista gli passò a prendere. Teoricamente era l'autista di fiducia, quello di sempre, quello di cui però nemmeno sapeva il nome.
Si sedettero ad un tavolo vicino alla finestra. Era un ristorante vintage, con le pareti di un giallo vaniglia, ma a tratti coperta da una carta da parati bianca con dei fiori rosa.
Alcune bajour riempivano ogni parte del muro con la carta da parati, e sopra ogni tavolo c'era una candela: accesa o spenta in base alla presenza di qualcuno sulle sedie.-Ti piace?-
-Mi ricorda l'inizio del secolo scorso.-
-È un complimento?-
-Sì.-
Lorenzo era concentrato sul dolcevita nero del riccio.
Lo rendeva molto affascinante, nonostante lui lo vedesse comunque meglio senza. Come sempre.
Avrebbe sempre preferito la pelle candida e i tatuaggi sugli addominali a qualunque elegante e costoso vestito che aveva nell'armadio.-A cosa pensi?- Gli chiese Filippo.
Lui cercò di placare le sue fantasie in cui il dolcevita non esisteva, quindi si rivelò rosso sulle guance.
-A nulla.- Mentì.
-Sei felice?- Gli porse una mano sul tavolo, che lui accettò facendo così intrecciare le loro dita.
Quella domanda l'aveva un attimo scosso: -In questo esatto momento sì. Sono con te e non ho problemi: non potrebbe andarmi meglio: ottima compagnia e buon vino.-
-Solo ottima?!-
-Perfetta.- Amava quando Filippo si comportava da primadonna drammatica, perché lo faceva ridere.
Un cameriere si avvicinò domandando: -Avete già deciso?-
-No. Portaci la lista dei vini, grazie.-
-Certamente.-
C'erano due menù sul tavolo, che presero in mano appena lui se ne andò.Mentre mangiavano rimanevano in silenzio.
La finestra dava su un giardino verde e rigoglioso recintato da una siepe, con qualche lampada da esterno.
Il cielo man mano diventava più scuro facendo vedere le stelle chiare: in aperta campagna si vedono meglio.
All'esterno della siepe c'erano i campi: Filippo pensò che per una volta sarebbe stato giusto cambiare tipo di location, anche per fare un favore al suo fidanzato.
Abituati ai ristoranti di alto lusso, di solito in centro, dove si mangiava gourmet. Forse nemmeno a lui piacevano, ma lo facevano sentire importante, come se tutti i soldi che aveva se li fosse sudati veramente.
Prese il calice di cristallo in mano e sorseggiò un po' di vino, e nonostante tutto la cosa che più si notava era l'argento degli anelli sul bicchiere.Non c'erano argomenti di cui parlare. Niente lavoro, niente opinioni sul posto, niente smancerie del tipo "Ti amo" "Lo so" "Lo so che lo sai".
Da quando si erano detti "ti amo" per la prima volta non c'era stato spazio più per nulla. Di solito nei matrimoni, è importante detta la prima volta, poi per il primo anno. Poi col tempo diventa una frase come le altre. Ma per loro ogni "ti amo" era un dejavu della prima volta, come se ogni volta fosse la prima, come con i baci.-Stare con te mi fa stare bene.- Disse Lorenzo all'improvviso.
Filippo ci mise un po' a rispondere. Masticava velocemente il suo piatto di pasta, e quando finì rispose: -Non sei il primo che me lo dice.- Trattenendo una risata.
-Ma stai zitto va'.- Gli disse ridendo: -Scommetto il contrario. Non mi sembri uno che riesce a sopportare facilmente gli altri; e viceversa.-
-Tu mi sopporti.-
-A volte è difficile ricordarsi che sei il mio fidanzato, com'è difficile ricordarsi che è più di un anno e mezzo che ci conosciamo.-
-Cazzo è vero... Non lo considererei un anniversario, no?-
-Il secondo giorno già non capivo più nulla guardandoti.-
-Ti ricordi dopo che avevamo litigato, uno dei primi giorni?-
-Sì.-
-Ti diedi un bacio sulla guancia.-
-Me lo ricordo.-
-Volevo baciarti sulle labbra...- Il moro arrossì, ma lui continuò a parlare: -Tirarti a me, stringerti, e...-
-Sì può bastare.- Lo bloccò capendo le sue intenzioni.-Il giorno dopo hai conosciuto Simone per la prima volta.- Lorenzo rimase due secondi in silenzio, poi annuì e disse: -Non si può conoscere una persona due volte.-
-Secondo me sì.- Lo guardò aggrottando le sopracciglia come per sfidarlo, ma invece di fare così gli disse franco: -Senti: mi prometti che qualsiasi cosa accadrà tu rimarrai sempre con me? "Nella buona e bella cattiva sorte". Qualsiasi cosa succeda, ogni cosa che qualcuno ti dirà di me, tu ci sarai sempre, vero?-
-Ovvio.- Sussurrò dopo aver elaborato la domanda: -Mi hai tradito?!-
-Cosa?! No! Non lo farei mai.- Lorenzo gli lanciò un'occhiataccia: -Okay, senti, è successo mesi fa e non era nemmeno un vero tradimento. Ora come ora ti amo, e ti amerò per sempre, fino alla mia morte. Sei la mia vita e farei di tutto per te.-
Lui lo guardo fisso negli occhi color smeraldo. Un verde intenso in cui perdersi. Poi prese le mani nelle sue e le baciò: -Pure l'inferno è fantastico con te.-
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Come sarà l'Inferno? - Ladri di Poesie
RomanceHanno un passato simile, che li ha resi apatici davanti ad ogni emozione. Non sono in grado di amare, ma non significa che non lo siano mai stati. Troppe volte sono stati feriti, ed entrambi vorrebbero solo che quest'agonia terminasse. Un segreto d...