Capitolo 6 "Non vorrai mica buttarti"

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"Evelyn"

Quattro pronunciò il nome della ragazza procurandosi un'occhiataccia di fuoco da parte del fratello, che poi riprese a fare finta di nulla e finire di formare le squadre.

I gruppi si divisero, cercando entrambi un posto isolato dove studiare una strategia 

"Allora, come volete agire?"

 Ci vollero pochi minuti per far diventare lo scambio di idee una gara a chi aveva il piano migliore e doveva prendere il controllo. Evelyn, ed i membri più riservati,  non riuscirono a dire la loro opinione perché gli altri si parlavano sopra, creando baccano. Il rischio è che l'altra squadra non solo li sentisse, ma li cogliesse impreparati dato che quello scambio di opinioni non stava portando a nulla se non ad un dibattito acceso. 

Così la ragazza decise di non perdere tempo e fare quel che aveva pensato: Trovare un buon punto da cui individuare la bandiera da conquistare. Si strinse la cinghia dell'arma addosso in modo che non le oscillasse dandole fastidio mentre si arrampicava sulla ruota Panoramica.

"Non vorrai mica buttarti"

Il capo squadra l'aveva seguita quando aveva notato che si stesse allontanando. L'aveva scelta perchè la reputava sveglia e con una buona mira. Cercava di convincersi che quelli fossero gli unici motivi, ma persino lui dubitava di sè stesso. Il gruppo di Iniziati di quell'anno si distingueva per elementi ottimi, ognuno con le proprie capacità ma quasi tutti molto portati per essere intrepidi. Quattro avrebbe potuto scegliere qualcun altro, nonostante avesse delle ottime scelte però aveva pronunciato il nome della ragazza senza indugio. 

Eppure non si spiegava fino in fondo il perchè; perchè sentiva che il suo istinto vedesse dell'altro? Non l'aveva scelta solo perchè era sveglia, ma non sapeva per cos'altro.

Il ragazzo in ogni caso non stava affrontando la questione con sè stesso, si convinceva che fosse un'iniziata come tante, ma una buona risorsa per il gioco a squadre. Per quello doveva averla scelta

"Sto solo cercando un buon punto di osservazione"

Gli rispose senza voltarsi, aveva riconosciuto la sua voce e non voleva distrarsi da quello che stava facendo

"Mh... Ottima idea"

Pensò lui ad alta voce prima di iniziare a seguirla

"Non devi venire, basta che salga uno di noi"

"Non mi sbilancerei troppo, hai avuto un combattimento difficile"

"E tu che ne sai? Non sei rimasto a vederlo"

Evelyn si morse il labbro subito dopo dandosi della stupida, gli aveva risposto con troppa velocità e ora si domandava se non sembrasse una sciocca. Non doveva essere nel suo interesse che Quattro non fosse rimasto a vederla combattere

"Forse non mi andava di assistere"

Lui sussurro, aveva troppa paura di esternare un pensiero del genere, ma Evelyn sentì ugualmente. Non ci volle dare troppo peso e continuò a salire.

Quattro ormai l'aveva raggiunta, ma stava cominciando a patire quella lunga salita

"Non va bene già qui?"

"Non si vede niente da qui, se arriviamo in cima abbiamo maggior possibilità di trovare la bandiera"

Gli rispose guardandosi intorno e poi concentrandosi su di lui. Fu allora che se ne accorse. Forse per la prima volta riuscì ad interpretare il suo sguardo, a capire cosa passasse per la mente del tanto misterioso Quattro.

"Hai paura dell'altezza?"

Non voleva deriderlo: pensava che nessuna paura fosse sciocca, ma solo che ogni persona avesse i suoi motivi per averla, e poi studi condotti quando era un'erudita le avevano dimostrato che l'altezza è una delle paure più comuni. Il suo tono quindi non fu di derisione o presa in giro, ma di sorpresa. Trovò così semplice interpretare quello sguardo, eppure lui era una persona così riservata. 

In me c'è una parte di ogni fazione - DivergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora