Capitolo 1.2 "Stiamo bene, e tu stai bene"

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"Eve"

"Sì?"

"Siamo dai pacifici"


Evelyn si svegliò di soprassalto, l'ennesimo incubo aveva interrotto bruscamente il suo sonno.

Alla sua destra Quattro dormiva tranquillamente, non si era accorto di nulla e per questo decise di non svegliarlo. Si alzò lentamente per non emettere rumore, anche la valle dei pacifici sembrava non essersi accorta del suo risveglio.

Da quando erano arrivati in quel posto Evelyn si sentiva ancora più irrequieta, come se tutta quella pace non facesse altro che aumentare la voce dei suoi pensieri.

L'alba stava per sorgere e decise di andare a fare una passeggiata, nel tentativo di occupare il tempo e sperando di schiarirsi le idee.

Erano stati accolti dalla fazione per essere protetti, Jeanine aveva dato colpa ai Divergenti per l'attacco agli Abneganti ed ora erano ricercati. Venivano considerati come l'elemento pericoloso, ciò che avrebbe distrutto il perfetto sistema delle fazioni. I pacifici non sembravano volenterosi di schierarsi in quella che si preannunciava essere una guerra, per questo li avevano accolti e da qualche giorno lei e Quattro facevano come parte della comunità.

Ma Evelyn si sentiva sopraffatta dalla situazione. Non aveva notizie di Eric, Will e Cristina. Il punto d'incontro doveva essere proprio la foresta dei pacifici ma i tre ancora non li avevano raggiunti. Evelyn era preoccupata, soprattutto per le sorti del fratello che si era finto un alleato di Jeanine: sapeva che se la donna lo avesse avuto sotto mano si sarebbe vendicata del tradimento.

Quattro la rassicurava, le ricordava che Eric era un Intrepido e che poteva cavarsela, e che loro due stavano solo prendendo qualche giorno per studiare un piano. Purtroppo però, solo i primi giorni Quattro era sembrato davvero intenzionato a studiare un piano: poi sembrava che si fosse fatto coinvolgere dall'aria, che tanto nauseava Evelyn, dei pacifici. Forse però, il ragazzo cercava solo una pace che non aveva mai conosciuto, Quattro voleva solo fermarsi prima di tornare in guerra e rivivere tutto quello che avevano passato, mentre la ragazza sentiva che non avrebbe mai più trovato la pace.

Anche se fossero davvero riusciti a venire a capo di tutto, anche se avessero avuto risposte su tutte le domande che avevano sui Divergenti, anche se sarebbero riusciti a fermare il piano di sterminio di Jeanine... Niente avrebbe potuto togliere le macchie di sangue che Evelyn si vedeva sulle mani. Niente avrebbe cancellato l'uccisione di suo padre per mano sua.

Questi pensieri l'avevano portata quasi al confine della zona dei Pacifici, troppo lontano rispetto al punto da cui era partita. Imprecò quando realizzò dove fosse finita, non si doveva spingere ai confini per la sua sicurezza. Prese un sospiro e semplicemente si voltò, decisa a ripercorrere la strada appena fatta, ma dei rumori di passi la allarmarono.

Il vento faceva muovere le foglie, non aiutandola a capire da dove arrivasse ciò che la allarmava, senza pensarci due volte si allungò verso il terreno ed afferrò il bastone più grande che vide pronta ad usarlo come arma

"Chi c'è lì?"

Chiese con tono di voce forte, era sicura che qualcuno le si stesse avvicinando ed era pronta a difendersi

"Ho detto chi c'è"

Ribadì facendo un passo in avanti, con il bastone tenuto in alto. Si guardava intorno, per poter rispondere ad un attacco da qualsiasi punto questo potesse arrivare

"Eve?"

Chiese una voce maschile poco sicura, il suono le sembrava ancora abbastanza lontano ma era certa di aver riconosciuto quella voce

In me c'è una parte di ogni fazione - DivergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora