"è un piacere vederti Quattro"
Esclamò Cristina sorridente, avvicinandosi al ragazzo con aria euforica. Si sentiva stanca, erano stati momenti molto bui per i ragazzi,ma aver ritrovato i suoi amici le dava la forza di sorridere. La sua speranza è che ora, ora che erano di nuovo insieme, le cose potessero andare meglio.
"Anche per noi ragazzi... che vi è successo?"
"Non è stato così facile raggiungervi... Eric è ferito e scappare dagli abneganti..."
Will si interruppe, lasciando la frase senza una fine. La situazione dagli Abneganti era tragica purtroppo, Jeanine stava calpestando chiunque la ostacolasse e nonostante i ragazzi le avessero creato non pochi problemi, aveva in mano un potere molto forte di cui non si preoccupava di abusare.
"Poi ne parliamo... pensiamo ad Eric"
Suggerì Evelyn facendo segno di portare il ragazzo ferito nell'abitazione."Come sta?"
Chiese Quattro alzandosi dal divano, sul quale stava aspettando che Evelyn finisse di curare il fratello. Will e Cristina erano andati a riposare, avevano bisogno di recuperare le forze e passare qualche momento in tranquillità, sapendo di essere al sicuro
"Bene diciamo... la ferita ha fatto infezione andava curata prima, ma si riprenderà del tutto fra qualche giorno"
"Che ci facevi lì?"
Le chiese con tono duro, guardandola negli occhi in modo severo
"Di che parli?"
Chiese lei vaga, mettendosi subito sulla difensiva. A Quattro scappò una leggera risata sarcastica, non importava quante ne avessero passate insieme fino a quel momento... Evelyn continuava a sentirsi attaccata non appena il ragazzo cercasse un dialogo profondo con lei. Non appena Quattro si avvicinava alla zona sicura che la ragazza si era creata, questa retrocedeva facendosi indietro e scappando
"Che ci facevi quasi al confine Eve?"
"Ho fatto un giro"
Rispose diretta scrollando le spalle e voltandosi verso la valle, per evitare il contatto visivo con il ragazzo
"Hai fatto un giro? Al confine?"
Insistette Quattro con tono più duro, per sottolineare quanto potesse essere folle la sua affermazione e che fosse inutile per lei arrampicarsi sugli specchi.
Non sarebbe sfuggita a quella discussione
"Che c'è Quattro?"
"C'è che fai l'incosciente, cosa che non sei...
Lo sai quanto è pericoloso in questo momento. E se non fossero stati i ragazzi, se fosse stata una squadra di Jeanine?"
Ipotizzò lui avvicinandosi, sparando di creare un canale di comunicazione con la ragazza dove lei fosse disposta ad ascoltarlo
"Non è successo"
Rispose semplicemente. Evelyn non voleva affrontare quella discussione, sapeva di aver sbagliato e di essersi involontariamente messa in una situazione che poteva avere risvolti pericolosi. Non voleva dare torto a Quattro nè iniziare una litigata, ma dargli ragione l'avrebbe portata solo ad un unico punto: spiegargli cosa ci facesse veramente lì.
In quei giorni sentiva che i due fossero su due strade differenti, lei era ancora troppo tormentata da tutto quello che gli era capitato e non voleva saperne di iniziare un percorso con i pacifici, Quattro invece cercava solo di tirare avanti nel modo migliore possibile prima che i demoni del loro passato venissero a bussare alla loro porta
"Non vuol dire che non potesse succedere"
Le rispose lui cercando di mantenere un tono di voce calmo.
La guardava con tenerezza, non voleva arrabbiarsi con lei ma non poteva rimanere fermo mentre Evelyn agiva in quel modo. Credeva di star assistendo alla sua rovina, era come se la ragazza si stesse manomettendo da sola dall'interno.
Era lei stessa il suo più grande pericolo, il non riuscirsi a perdonare per quello che era successo la tormentava.
Quattro vedeva come i suoi stessi pensieri la stessero mangiando, consumando da dentro, e sentiva che non poteva fare nulla per fermarla.
"Tobias"
Una terza figura entrò nella stanza in un momento di silenzio fra i due. Quattro si irrigi all'istante, voltandosi con occhi spenti verso il padre che aveva pronunciato il suo nome. Evelyn anche ruotò il corpo verso la persona non desiderata da entrambi, guardandola con sufficienza.
"Non puoi ignorarmi per sempre"
Lo ammonì il padre dopo aver ricevuto uno sguardo così severo da ferirlo. Quattro si morse l'interno della guancia facendo qualche passo lateralmente, ponendo maggiore distanza fisica con il padre. Evelyn non si mosse di un muscolo invece, non aveva nessuna intenzione di lasciare Quattro da solo, invece sarebbe intervenuta non appena ce ne sarebbe stato bisogno.
"State pensando a quello che dovremmo fare adesso, ma ci sono cose che non sapete"
"Il fatto che mio fratello sia stato così benevolo da portarti con sè non ti include nei piani"
Rispose Evelyn con tono distaccato.
"Ti prego, lasciaci in pace"
Continuò,sperando di porre fine a quella conversazione padre figlio.
"Tua madre è morta per nascondere a Jeanine una cosa che era stata affidata agli Abneganti tanto tempo fa"
Evelyn strabuzzò gli occhi, il tono di Marcus era così sicuro ma quello che aveva appena pronunciato per lei non aveva senso. Si morse il labbro per rabbia, chiedendosi come un uomo del genere potesse avere il coraggio di interpellare sua madre
"Come ti permetti?"
Chiese avanzando verso di lui di un passo, guardandolo con occhi pieni di disprezzo
"Marcus, basta. Non otterrai nulla di quello che vuoi da noi"
Intervenne Quattro con tono fermo, freddo. Si mise davanti alla ragazza per fermare qualsiasi discussione sul nascere, Evelyn riflettè che quello sarebbe dovuto essere il suo compito e non quello del ragazzo. Era lei che avrebbe dovuto mantenere la calma e allontanare Marcus dal ragazzo, ma non ci era riuscita.
"Non sono io il nemico"
Concluse l'uomo con tono sconfitto, prima di voltarsi e uscire dalla stanza. Marcus aveva rinunciato a cercare il dialogo con i due ragazzi, ma aveva messo in testa di Evelyn una serie di dubbi.
Quattro sentì di aver perso l'ultimo briciolo di calma che i pacifici gli avevano fatto trovare, fece anche lui per allontanarsi prima che la ragazza lo fermò per il braccio
"Tutto bene?"
Evelyn sapeva di avere sbagliato e di star allontanando volontariamente Quattro nell'ultimo periodo. Sentiva di non riuscire a comprendere lei stessa i suoi demoni, quindi si chiedeva come mai avrebbe potuto farlo lui.
Lui non sapeva cosa rispondere, aveva il viso contratto e l'aria che più lo caratterizzava: quella misteriosa, del ragazzo duro ma che allo stesso tempo se ne sta in disparte per non attirare l'attenzione, la stessa aria che aveva quando i due si erano conosciuti. A salvare Quattro dal dover dare quella risposta fu Cristina, che entrò nella sala interrompendoli
"Eve scusa... Eric ti vuole"
Si intromise con tono titubante, capendo che forse aveva interrotto qualcosa. Evelyn rivolse un ultimo sguardo a Quattro per poi avviarsi nella stanza dove il fratello riposava"Dovresti riposarti"
Lo ammonì sedendosi ai piedi del letto dove il fratello stava rannicchiato. Eric aveva il volto stanco, si muoveva a fatica e le occhiaie scavate davano l'impressione che non dormisse bene da giorni
"Che è successo Eve? Stai bene?"
Le chiese ignorando il rimprovero della sorella e iniziando ad accarezzarle dolcemente il braccio
Evelyn si morse il labbro con forza e sospirò, non sapeva dove trovare il coraggio per dirgli ciò che aveva fatto
"Che succede?"
Richiese con tono più insistente, ma cercando sempre di essere pacato. Eric era stato molto preoccupato per lei, ciò che un pò lo tranquillizzava era saperla accanto a Quattro, ma entrambi i ragazzi erano prede di Jeanine ormai e quindi non sarebbero stati al sicuro da nessuna parte.
Non sapere cosa fosse successo dopo la loro separazione era ciò che più lo aveva fatto stare male, il dolore alla gamba lo stava consumando fisicamente peggiorando di giorno in giorno ma la preoccupazione per la sorella era il suo primo pensiero
"Ho fatto una cosa Eric..."
"Che vuoi dire?"
Evelyn iniziò a scuotere leggermente la testa, cercava di combattere tutte le emozioni che stavano prendendo possesso di lei. Si sentiva così vulnerabile, fragile... debole.
La vera lotta che si era ritrovata a combattere era quella con sè stessa, era la consapevolezza di dover ricercare una pace dentro di lei, dover accettare ciò che aveva fatto. Ma Evelyn non si spiegava come avrebbe potuto perdonarsi, pensare a sè stessa senza etichettarsi da sola come un assassina codarda
"Evelyn... devi parlare con me"
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In me c'è una parte di ogni fazione - Divergent
FanfictionEvelyn è la sorella di Eric. Ai suoi sedici anni si trova, come i suoi coetanei, a dover scegliere a che fazione appartenere. Evelyn non è sicura di che strada intraprendere, ma sa di certo in che fazione non vuole essere. Una di queste è proprio qu...