Capitolo 23

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"Sono tornati!" Urla Nic correndo a abbracciare i suoi figli, Dom scende tutte le scale di corsa e tutta la famiglia di abbraccia dopo quasi un'anno che non si vedevano. Li guardo tenendo stretta la carrozzina di Stefania e la mano di Leo
Potevamo essere così...
"Diana! Vieni qui" mi spinge nell'abbraccio Nic, ci abbracciamo tutti. "Com'è stato?" "è stato bello vedere cosa c'è dietro un film mi è piaciuto" Tom sorride e mi bacia la fronte, "stai bene?" Chiede Nic "si" annuisco "guarda come si è fatta grande" prende Stefania in braccio Dom "vuoi vedere i cartoni? Si lo vuoi" scende al piano di sotto "ha...rapito la bambina?" Indico l'uomo scendere le scale "si" ride Tom mettendo il braccio attorno alla mia spalla "Diana il naso ti fa male?" Chiede Nic "si, abbastanza" il giorno dopo dell'aggressione Nic e Dom mi hanno chiamato e hanno chiesto di me, mi volto verso di Tom rivolto con lo sguardo al vuoto, a un certo punto strizza gli occhi e mi attira a sé "hey...non facciamoci rovinare questo giorno" gli sorrido, lui alza gli angoli della bocca formando un sorriso quasi impossibile da intravedere. Chicchiriamo tutto il giorno finchè non si fa orario di andare a casa . Arriviamo a casa nostra e io mi butto sul divano "tutto ok?" Chiede Tom sedendosi accanto a me con Stefania in braccio  "si, sono solo stanca" sbuffo "anche io" appoggia la testa sullo schienale e mette la mano sulla mia coscia accarezzandola col pollice, fisso la sua mano e tanti flashback si fanno spazio nella mia mente
"Lasciami!"
"Ti prego basta!"
"Mi fai male!"
"Non ho fatto nulla!"
"Cosa vuoi da me?!"
Mi alzo di scatto dal divano e prendo Stefania in braccio "vado a metterle il pigiama" corro di sopra. Metto il pigiama alla bambina e la metto a letto insieme a Leo. Vado in bagno e mi appoggio con le mani al lavandino, guardo il mio naso rotto, lo zigomo gonfio, e l'occhio viola che cerco sempre di nascondere con il correttore.
Mi butto a letto e chiudo gli occhi sospirando, la mia parte preferita della giornata, ti metti nelle lenzuola calde e pulite che odorano ancora di detersivo, appoggi la schiena al morbidissimo materasso. Sento qualcuno che si mette accanto a me, apro gli occhi e mi accorgo che è Tom, ci guardiamo negli occhi "perché hai paura?" Sussurra "cosa?" "Tu hai paura di me, non è vero?" "No, non è vero" Scuoto la testa "ma non lo dimostri..se ti tocco tu subito ti tiri indietro, non posso accarezzarti il braccio se è scoperto" "Tom.." mi avvicino a lui incrociando le mie gambe con le sue e prendendo il suo viso tra le mani "io non ho paura di te, ho solo...un trauma alle spalle, sono molto spaventata da quello che è successo, e lo siamo tutti...non potrei mai avere paura di mio marito, del padre dei miei figli, del l'uomo che si stende accanto a me la sera, del l'unico uomo in cui io abbia mai camminato da vanti a lui vestita di bianco" sorrido ai vecchi ricordi "lo ricordo come fosse ieri, ti vedevo camminare verso di me con quel vestito bianco, ero così nervoso" ride "cosa hai pensato?" "Che eri bellissima,che c'è l'avevamo fatta, che ci eravamo riusciti" "ci siamo riusciti" annuisco, avviciniamo le nostre bocce unendole.

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