𝕃𝕒 𝕍𝕖𝕟𝕕𝕖𝕥𝕥𝕒 𝔻𝕖𝕝𝕝𝕖 𝕊𝕚𝕟𝕘𝕝𝕖 {𝕐𝕠𝕠𝕟𝕘𝕚 𝕩 ℝ𝕖𝕒𝕕𝕖𝕣}

Capitolo 2

Cara Yuri,

ti invidio, davvero. È ovvio che tuo marito ti ama ancora, altrimenti non si sarebbe offerto di tornare a casa a ricreare ciò che avevate un tempo mettendo in scena le sue fantasie sessuali, no? Di certo non dovresti fare nulla che ti faccia sentire a disagio, ma consiglio di mettervi seduti, parlarne con calma e accordarvi su ciò che va bene a entrambi. Devo anche sottolineare che il PVC non dona molto alle figure più piene, ma posso consigliare i perizomi di Marks & Spencer, di solito disponibili nella taglia 50, insieme a reggiseni coordinati per taglie forti. Ti consiglierei anche di frequentare un corso di spinning con tuo marito, questa volta magari scegliendo un'altra palestra.
Approfitta di questa occasione, Yuri, perché se ami davvero qualcuno vale la pena combattere.
Buona fortuna,

Y/n

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Y/N'S POV

Stavo tornando a casa in autobus, rimuginando disperatamente sulla mia storia con Taehyung, quando mi accorsi che essere uscita prima dall'ufficio significava che stavo per sforare la scadenza delle quattro del pomeriggio per consegnare la sua rubrica di posta del cuore. Mi restava solo di concludere la risposta al problema di Yuri, ma sapevo quanto fosse stata sconsiderata la mia reazione iniziale. L'ultima cosa di cui Yuri aveva bisogno era qualcuno che le consigliasse di aggredire il marito con un lanciafiamme. Aveva la possibilità di riavviare il suo amore ed era importante approfittare al massimo delle occasioni.

A Yuri servivano incoraggiamenti, non speranze date alle fiamme. Digitai una risposta revisionata sul telefono e la inoltrai in ufficio appena in tempo, sperando di aver detto qualcosa di utile per aiutare Yuri a recuperare la sua relazione. Non più distratta da quell'incombenza, guardai le strade grigie e bagnate di Seoul dai finestrini sporchi di moccio infantile dell'autobus e mi chiesi cosa potessi fare riguardo la mia vita amorosa. La malinconia mi travolse mentre l'autobus si fermava sibilando sulla strada principale davanti alle vetrine illuminate di un McDonald's, e feci ciò che facevo sempre a quel punto del tragitto. Non potei evitarlo. Guardai il tavolo e le sedie nell'angolo della vetrina sinistra e rivissi il momento. Il momento in cui Taehyung mi aveva baciata per la prima volta.

Era successo sei mesi prima, al termine di quello che era sembrato uno dei giorni più felici della mia vita. Dopotutto, non accadeva spesso di rimorchiare l'uomo in cima alla tua lista, no? Magari il numero cinque, se avevi molta fortuna, ma il numero uno: quando ti capitava? Io e la mia migliore amica Lisa avevamo iniziato a redigere la LCMFP (Lista dei Cinque Migliori Fidanzati Possibili) da ragazzine, più che altro per ridere istericamente dei reciproci gusti in fatto di uomini (anche se Lisa non aveva mai trovato divertente che avessi tenuto Rick Astley al primo posto per diciotto settimane). Lisa non aveva più bisogno di una lista, essendo felicemente accasata nel suo secondo matrimonio, ma io ne tenevo ancora una che in cuor mio aggiornavo quasi con la stessa frequenza della Borsa di Londra. Era la mia coperta di sicurezza, essenziale per rassicurarmi che non avevo ancora toccato il fondo dell'abisso sentimentale. Purtroppo, con il passare degli anni ero stata costretta a renderla più realistica. I personaggi famosi erano stati depennati dopo i vent'anni, gli uomini molto attraenti subito dopo i trenta e adesso, in tutta sincerità, la lista consisteva più che altro negli uomini single che non mi ispiravano disgusto. Per questo Taehyung era stato una tale rivelazione.

Un uomo single, ben sotto i quarant'anni e bellissimo. Era schizzato dritto in cima alla lista appena arrivato al giornale all'inizio dell'anno per guidare il settore Vendite e Pubblicità. Avevo cercato di non seguirlo come un'adolescente innamorata, ma se mi capitava di andare a pranzo alla stessa ora in cui ci andava lui, tanto meglio. Avevo dovuto parlargli; non potevo ignorarlo. E per qualche motivo bevevo davvero più caffè nei giorni in cui lui lavorava in ufficio, il che significava dover andare più spesso nella cucina che, per pura coincidenza, si trovava proprio davanti alla sua scrivania.