CAPITOLO XII

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“Oh, santo cielo! Oh, santo cielo!” Gridò la voce di un anziano la mattina dopo, vedendo nel giardino la regina vestita come uno spadaccino, il completo bianco aveva lineamenti rossi sulle maniche che spuntavano come fiamme del drago.
“Vostra maestà, vostra maestà!” L’anziano saggio corse verso il re, i suoi occhi azzurri stavano tremando.
“È magnifica vero?” Sorrise Gilwash con gli occhi lucidi.
L’anziano rimase a bocca aperta senza dire una parola ma annuì leggermente. Gli ordini del re erano assoluti, tuttavia non poteva negare che la regina vestita in quegli abiti da spadaccino dava un fascino sconosciuto, che faceva quasi paura.
Il padre di Ludmilla seduto sull’erba, si strofinò gli occhi neri, sempre più incredulo continuò a fissare la figlia.
Ludmilla lo ignorò, tenendo la spada con l’elsa d’argento tra le mani, con la luce del sole la lama era così trasparente da specchiare il viso e i suoi occhi neri.
Il ragazzo vestito con una camicia rossa, i pantaloni scuri e gli anfibi neri di cuoio, andò incontro a Ludmilla estraendo la spada dal fodero.
“Mostrami cosa hai imparato dai ribelli.”
Il padre di Ludmilla sussultò, il re aveva nominato con tranquillità “I Demoni del Regno”, e la cosa grave è che Ludmilla aveva avuto a che fare con loro.
“Quella gentaglia sporca di polvere di strada.” Pensò sogghignando i denti.
Questo duello poteva essere una trappola, per far andare Ludmilla incontro al suo destino.
La ragazza andò decisa verso il re, senza girarsi indietro.
“Quanto è incosciente.” Sussurrò il padre preso dalla rabbia, voleva strangolare l’erba umida che teneva fra le mani. Sua figlia le aveva sempre mancato di rispetto ma così era troppo, e Gilwash avrebbe fatto bene ad umiliarla e a ucciderla.
“Ucciderla?” Sussurrò, le lacrime gli bagnarono il viso, mentre immaginava la fanciulla che giaceva pallida in una pozza di sangue.
Ludvig cercò di prendere fiato e chiamare sua figlia prima che non vedesse più la luce del sole.
“Ludm…” La sua voce fu interrotta da una risata allegra.
“Per fortuna siamo arrivate in tempo.” Una ragazza emozionata, con un vestito rosa e un grembiule bianco da contadina, si sedette accanto a lui sull’erba, insieme ad una meravigliosa ragazza con le trecce bionde.
La ragazza vivace aveva un viso grazioso, gli occhi verdi le davano uno fascino intrigante, i capelli ondulati decorati con le treccine, a prima vista sembravano castani, ma erano di un raro ramato scuro, teneva sopra le sue gambe un cestino di vimini con tante prelibatezze.
“Siete concubine del re?” Chiese Ludvig come se la risposta fosse già scontata.
“No.” Sorrise Charlotte mangiando un dolce, sporcandosi la guancia con la crema di fragola e la banana. “Sono la dama di compagnia della regina.”
“No.” Pronunciò Penelope con voce silenziosa, era una serva che era stata per qualche tempo la favorita del re, tuttavia non aveva nulla a che fare con le concubine.
“Anche se Gilwash…” Charlotte guardò il ragazzo biondo facendo tremare il dolce alla banana e fragola.
Penelope rise divertita mettendo una mano sulla spalla dell’amica, in fondo la capiva anche se di quel seducente re della Lussuria aveva visto alti e bassi.
“Ma che avete da arrossire tutte quante? Sembra che non avete mai visto un ragazzo in vita vostra.” Mormorò Ludvig prendendo senza permesso una focaccia riempita con finocchietti selvatici e carne succulenta di cinghiale.
“Non sto arrossendo.” Negò Charlotte convinta, con il rossore sulle guance mentre stringeva il dolce.
I due ragazzi si guardavano studiandosi tra di loro.
Le mani di Ludmilla iniziavano a tremare tenendo l’elsa d’argento, il ragazzo era tranquillo.
“Attaccami.” Ordinò il re abbassando la spada.
“Sei sicuro?” Sussurrò Ludmilla con le labbra tremanti. “Ho imparato a combattere con i ribelli.”
“Allora mostrami cosa hai imparato.” Gilwash fece un sorriso bastardo.
“La tua superbia ti costerà la vita!” Gridò Ludmilla precipitandosi verso di lui, il ragazzo si spostò di un millimetro, per poco la ragazza non finì contro l’albero, ma sentì una mano afferrarla dal colletto prima che potesse schiantarsi.
“È questo che hai imparato dai ribelli.” Le domandò il re dietro di lei quasi canzonando le ultime parole.
“Raphael è stato un ottimo maestro!” Ludmilla si girò verso di lui, ci fu un battito di spade.
“Ah Raphael.” Pronunciò Gilwash con un sorriso geloso.
“E allora Giulia!” Gridò Ludmilla sempre più furiosa batté forte la spada contro la sua.
“Da quanto trattenevi questa gelosia?” La provocò il re guardando le guance rosse della fanciulla adirata. “Vuoi sapere se c’è stato qualcosa tra di noi o se ci sarà?”
“Maledetto!” Ludmilla tenne stretta la spada con due mani, si scatenò feroce contro il ragazzo sorridente, dando vita ad un altro battito di spada.
“Hai trattenuto tutta questa gelosia in tutti questi giorni.” Sorrise Gilwash accarezzandole la guancia.
“Come se Giulia fosse l’unica rivale di cui mi devo preoccupare.” Dichiarò la ragazza tirando tutto fuori.
Diede uno sguardo verso Penelope.
“È più bella la mia serva.” Le parole del re le risuonavano in mente superbe e crudeli.
Sbatté con forza la spada contro quella del ragazzo.
“Perché hai permesso pure a lei di seguire le lezioni?”
“Anche Penelope desidera imparare a leggere e a scrivere, proprio come te.” Le ricordò Gilwash.
“Non è vero…” Sussurrò la fanciulla esausta, la spada d’argento che teneva fra le mani, iniziava a farsi sempre più pesante. “Io ho sempre desiderato imparare fin da bambina.”
La ragazza diede uno sguardo veloce al padre seduto in silenzio sull’erba.
“Mi è sempre stato negato.” Le lacrime scendevano dal viso sorridente di Ludmilla. “L’unico ad esaurire il mio desiderio sei stato tu.”
“Io non ho fatto nulla.” La riprese il re continuando a combattere con la spada. “Chi è stato ad insegnarti a leggere a scrivere è stato il professor Leonard.”
Il ragazzo sbattè più forte la spada contro la lama trasparente di Ludmilla.
“È grazie a lui, se hai imparato a inventare storie.”
“Così l’hai letta.” Ludmilla incrociò la spada con la sua.
“Qual è la morale?”Gilwash sorrise appoggiando la fanciulla contro l’albero. “Se sarai buona e generosa il buon Dio ti ricompenserà, oppure rendere felici gli amici al costo di perdere le ali?”
“Io non ho le ali.” Sussurrò Ludmilla mentre il ragazzo le accarezzava una ciocca di capelli neri.
“È impossibile.” Gilwash lasciò cadere la spada a terra, e la accarezzò sotto i vestiti facendo scorrere la mano lungo schiena. “Un dolce angelo come te nasconde sempre le ali.”
Ludmilla arrossì di colpo.
“Non prendermi in giro.” La fanciulla ansimò mentre la mano del ragazzo le scivolava sulle natiche, premendo con il pollice l’intimità.
“Conosco un modo per rendere grande la felicità dei tuoi amici.” Il re con un sorriso le avvicinò la bocca all’orecchio della ragazza. “Devi solo darmi in pasto ai ribelli.”
Detto questo il re fece entrare tutto il pollice nella vagina premendo dentro.
Ludmilla con le guance rosse gemette facendo cadere la spada a terra, il ragazzo divertito tolse il pollice bagnato dalla vagina e se lo leccò di gusto.
“Sei un idiota!” Gridò la ragazza raccogliendo la spada sull’erba. “Su forza continuiamo a combattere.”
“Sei stanca e affaticata, sicura di voler continuare?” Le domandò il ragazzo divertito avvicinandosi a lei.
“Smettila di blaterare, raccogli la tua spada e combatti!” Le mani della fanciulla tremavano mentre teneva la spada. “Non… non sottovalutarmi…”
“Come speri di combattere se ti fai disarmare da uno senza spada?” Il ragazzo le strofinò il ginocchio contro l’intimità, Ludmilla scacciò un gemito poggiandosi contro l’albero.
“Non lascerò la spada, Gilwash!” La ragazza teneva stretta l’elsa, la mano iniziava a farle male.
“Su forza! Hai il tiranno davanti a te.” Gli occhi grigi del re presero una luce crudele. “Fai giustizia.”
La ragazza gli tirò un calcio facendolo indietreggiare.
“Sei terribile.” La ragazza sorrise tra le lacrime lasciando cadere la spada sull’erba. “Quanto ancora vuoi farmi soffrire?”
“Ludmilla” Un bagliore apparve negli occhi grigi del ragazzo, mentre accarezzava il viso bagnato della fanciulla. “È giusto così, io…”
“Non voglio!” La ragazza lo abbracciò all’improvviso, stringendo Gilwash a sé. “Non voglio!”
“Con quale coraggio puoi dirmi queste parole?” Gridò Ludmilla tra le lacrime. “Io ti amo!”
“Io ti amo di più.” Dichiarò Gilwash baciando le labbra color ciliegio della sua principessa.
“Cos’è una gara?” Sorrise Ludmilla mentre la mano del ragazzo le accarezzava la guancia.
“È la verità.” Sussurrò Gilwash, la baciò facendo entrare la lingua dentro la sua bocca.
Ludmilla ricambiò il bacio, incontrando la lingua di Gilwash.
Ludvig osservò la scena a bocca aperta, lasciando cadere dalle mani il dolce al miele e alle noci che stava mangiando.
Penelope si alzò decisa. “Abbiamo visto abbastanza, è ora di lasciarli soli.”
Charlotte si alzò riluttante insieme al padre di Ludmilla,
Ogni tanto guardava indietro.
“Queste fantasie” Pensò la ragazza toccandosi il petto. “Non sono giuste nei confronti di Ludmilla e di Manuel.”
Gilwash continuò a baciare Ludmilla con la lingua, la ragazza ricambiava i suoi baci accarezzando la schiena.
“Ludmilla…” Il ragazzo riprese fiato e continuò a baciarla strofinando più forte l’erezione contro la sua figa.
Ludmilla sentiva il sapore di Gilwash mentre le loro lingue si incontravano.
Il ragazzo le leccò le labbra lasciandole umide.
Ludmilla si abbandonò alla sensazione di piacere, sentendo le mani del re accarezzare il suo corpo.
“I gemiti stanno diventando sempre più eccitanti.” Gilwash la appoggiò ad un albero, mentre con l’erezione  le stimolava la vagina  bagnata. “E ancora non te l’ho messo dentro.”
“Cretino…” Sussurrò Ludmilla con le guance rosse.
“Ah dimenticavo la lista degli insulti.” Si ricordò Gilwash continuando a strofinare più veloce.
“Di quali… insultiiii stai… Parlando?” Chiese Ludmilla tra i gemiti sentendo pulsare la sua vagina .
“I tuoi che hai fatto a me.” Le spiegò Gilwash. “La lista l’hanno fatta i soldati, ha superato i cento.”
Ludmilla aveva lo sguardo incredulo. “Ma tu come cazzo fai ad essere così tranquillo?”
Gilwash fece una risata, e riprese a strofinare più forte facendola urlare.
Il ragazzo le tolse i pantaloni, vedendo le mutandine rosa.
“Sono diventate umide qua sotto.” Rise divertito mentre accarezzava la stoffa di seta con il pollice.
“E di che credi che sia la colpa?” Mormorò Ludmilla tra i gemiti.
Il ragazzo iniziò la leccare le mutandine rosa fino a spostarle con la lingua.
“È sempre una bella sensazione leccarla.” Sorrise il re, Ludmilla era rossa dall’imbarazzo.
Gilwash prese fiato e le succhiò il clitoride.
“Gilw…ash! Gilwash!” I gemiti della fanciulla divennero più forti, lui le teneva le gambe aperte mentre la leccava.
“Gilw…Giiiilwaaash!” Ludmilla fu invasa dal piacere, sentendo la lingua del ragazzo sulla sua figa.
Il ragazzo la leccò assaggiando gli umori.
“Mi intrighi un sacco.” Il re le alzò la maglia e le succhiò un capezzolo, mentre la massaggiava l’intimità infilò le dita dentro.
Ludmilla continuò a gemere, il ragazzo le leccò il capezzolo scendendo con la lingua fino all’ombelico, le massaggiò la vulva  mentre spingeva le dita dentro.
“Amo quando godi dal piacere.” Spinse più forte le dita sulla sua intimità facendola urlare.
“Lo metto dentro.” La avvertì togliendo le dita dalla sua vagina, gli umori della ragazza colavano bagnando le gambe nude.
Il ragazzo gli massaggiò la vagina con il glande, e infilò il sesso tutto dentro la sua intimità.
Ludmilla gemette sentendo trivellare la vagina  dalla bestia che di muoveva dentro di lei, fino a toccarle utero.
Il re mentre la scopava la sollevò in un abbraccio, poggiando la schiena della fanciulla contro l’albero.
“Gilwaaaash!” Ludmilla aveva le lacrime agli occhi.
“Stai bene?” Il ragazzo si fermò di colpo mentre teneva il sesso dentro  di lei.
“Io ho paura.” Sussurrò la ragazza stringendo la camicia rossa fra le mani. “Non voglio che ti uccidano.”
“Ludmilla.” Il ragazzo le sorrise accarezzando la guancia.
“Tu pensi che mi faccia uccidere?” Gilwash ricominciò a muoversi dentro la fanciulla toccando l’utero.
Ludmilla lo baciò la lingua sentendo in bocca il sapore del ragazzo.
Il re continuò a scoparla contro l’albero, finché non venne dentro di lei riempiendola con il suo seme.
Il ragazzo l’appoggiò con i piedi sul prato, uscì il  dentro di lei spargendo lo sperma bianco, Ludmilla si appoggiò sull’erba esausta facendo un orgasmo.
Il re le sfilò le mutandine fracide facendole cadere a terra.
“Ora tocca al tuo sedere.” Le accarezzò le natiche, mentre le infilava le dita.
“Pronta?” Il ragazzo la sfiorò con il glande.
Ludmilla annuì, il ragazzo fece entrare la sua erezione dentro di lei.
Una giovane cameriera nascosta dietro un albero del vasto giardino, li osservava mentre scopavano.
Nancy era appena arrivata al castello, era una ragazza dai capelli castani e ondulati che le arrivavano fino alla schiena, indossava un vestito blu di cotone, leggero con il grembiule bianco e si portava appresso bisaccia gialla.
Aveva bisogno di denaro, e le è stato raccomandato da sua nonna di non farsi sedurre dal demone della Lussuria.
In realtà non aveva bisogno di farcelo ripetere due volte, aveva paura, il solo pensiero di perdere la sua verginità con quel tiranno le faceva terrore.
Nancy vedeva la fanciulla gemere con il rossore sul viso, mentre il re si muoveva dentro di lei, massaggiando la sua vulva.
“Maledetto re della lussuria.” Nancy continuò a vedere la fanciulla che veniva scopata senza pietà.
La ragazza non riuscì a trattenere le lacrime, strinse il pugno chiudendo i suoi occhi verde acqua.
Ludmilla continuò a gemere sentendo l’organo del ragazzo continuare a muoversi dentro di lei.
Il re la strinse verso il suo petto avvicinando la bocca al suo orecchio.
“Ludmilla.” Le sussurrò Gilwash. “Sento una presenza, è come se qualcuno si stesse spiando.”
La ragazza sbarrò gli occhi, il grande giardino era vuoto e isolato, non sentiva la presenza di nessuno.
“Come fai a percepirla?” Mormorò tra i gemiti cercando di parlare piano.
“Sono cose fondamentali se vuoi combattere, anche tu devi imparare a percepirle.”
Ludmilla chiuse gli occhi doveva concentrarsi, doveva concepire ogni piccolo rumore.
“Come fai a sapere che non è solo animale che si nasconde nella tana?”
“L’odore, i passi sono quelli di una ragazza. ”La informò Gilwash mentre la scopava. “Una che non ho mai conosciuto.”
Ludmilla si lasciò sfuggire dei gemiti.
“Sei incredibile.” Gemette poggiando le mani sull’albero. “Nemmeno quando sai che ti spiano ti fermi.”
“Devi lasciare credere al tuo nemico che è in vantaggio, così abbassa la guardia.”
“Questo non è moolto le…leale.” Pronunciò Ludmilla tra i gemiti tenendo le mani contro l’albero.
“In guerra non esiste la lealtà.” Prese i fianchi di Ludmilla mettendola a novanta.
Il ragazzo la penetrò più veloce infilando le dita nella sua intimità.
La ragazza si lasciò andare ai gemiti sentendo i baci sulla schiena.
“Come fai ad essere co..così traaanquillo?” Chiese la fanciulla mentre il ragazzo le leccava l’orecchio. “Ah, dimenticavo che sei il re della lussuria.”
Gilwash sorrise leccandosi le labbra.
“Lei ha smesso di guardare per ora.” La avvertì continuando a scoparla.
“Ma non è ancora rimasta lì, vero?”
Ludmilla non sentendo la risposta riprese fiato.
“Non è rimasta ancora lì, vero Gilwash?” Ripeté con tono serio, guardando male il ragazzo con gli occhi lucidi.
“Che vuole guardare o no, a me non cambia nulla.” Gilwash la scopò tenendola sui fianchi, Ludmilla gemette più forte.
Il ragazzo la girò verso di lei accarezzando le guance rosse della sua principessa e infilò l’erezione nella sua vagina.
La ragazza gemette abbracciata a lui sentendosi riempire la intimità.
La cameriera guardò la scena mentre tratteneva la sua mano appoggiata ai fianchi, la intimità stava fremendo.
“Maledetto re della lussuria.” Pensò mentre massaggiava la sua intimità.
“Credo in realtà non odi del tutto questo spettacolo?” Sorrise Gilwash mentre la penetrava contro l’albero.
“Cosa vuoi dire?” Chiese Ludmilla tra i gemiti.
Il ragazzo fece un occhiolino divertito, Ludmilla capì qualcosa diventando rossa dall’imbarazzo.
“Ti credi divertente?” La ragazza lo guardò male. “Non hai un po’ di pudore?”
“Ciò che trovi strano per me è la norma. “ Il ragazzo la penetrò più forte venendo dentro di lei.
Giulia aveva una veste bianca, leggera come la seta, camminava scalza sul pavimento di casa sua, le piastrelle azzurre erano fredde come il ghiaccio.

I servitori della famiglia la fissavano in silenzio, i loro volti rivennero irriconoscibili.
“Sei tornata.” Mormorò lo zio, il fratello minore del padre la osservava con disprezzo. “Hai finito di giocare alla ribelle?”
All’improvviso il freddo ai piedi aumentò, il pavimento azzurro divenne glaciale.
La ragazza si svegliò tra le urla.
“Che stai facendo?” Gridò a Johnny che gli sta mettendo il ghiaccio sui piedi.
“Credevo che non ti svegliassi più.” Sorrise il ragazzo con i capelli arruffati mentre gli occhiali gli scendevano sul viso. “Hai dormito tantissimo.”
“Com’è potuto succedere?” Chiese Giulia notando dalla finestra che era già mezzogiorno. “Poi perché il ghiaccio sui piedi?”
“Per verificare una teoria.” Sorrise Johnny guardando la ragazza interessata. “Anche la Dea temuta dai cavalieri soffre il freddo.”
“Ma non hai nulla da fare?” Chiese la ragazza mentre il ribelle scappava fuori dalla camera. Giulia sospirò, a volte Johnny era come un bambino dispettoso.
Come un marmocchio che metteva le biscia tra i capelli delle bambine per attirare la loro attenzione.
Giulia si lavò con l’acqua fredda e profumata dai petali di rose bianche che stava in una ciotola.
Guardò il suo riflesso pallido allo specchio, i suoi occhi verdi smeraldo stavano tremando, era tutto sogno ma per un attimo aveva pensato di tornare a casa.
“Se quella si può chiamare casa.” Sussurrò Giulia iniziando a pettinarsi i capelli biondi, con il pensiero che prima o poi avrebbe dovuto tagliarli, le erano cresciuti più del dovuto.
Da quando era morto il padre, era lo zio a farsi carico della famiglia Rilbert.
Avrebbe voluto che si sposasse a più presto in modo di lasciarle l’eredità della famiglia.
La ragazza decisa si fece una treccia e poi si mise l’armatura azzurra con i bracciali e gambali d’argento.
La ragazza prese la spada facendo sospiro, e andò verso il fiume dove Raphael si stava allenando.
Il giovane smise di puntare la spada contro l’albero, rimanendo senza fiato per la bellezza della ragazza.
“Hai fatto la tua scelta?” Chiese con tono sprezzante.
“Facciamo un duello.” Giulia decisa puntò la spada verso di lui. “Se vincerai potrai continuare la rivolta contro il re, e mi troverai come nemica.”
“Cosa hai detto?” Il ragazzo rimase spiazzato.
“Se perderai…” La ragazza andò sempre più vicina a lui. “Mi seguirai dovunque io andrò.”
“Ho ancora il ginocchio ferito, quindi sei in vantaggio.” Disse la Dea che faceva terrore ai cavalieri.
“Perché fai tutto questo?” Gli occhi azzurri di Raphael erano pieni di lacrime, il giovane ribelle incrociò la spada contro quella della ragazza.
I due ragazzi combattevano sulla riva del fiume così limpido che rifletteva il colore del cielo.
Raphael si avventò sulla sua spada, ma la Dea schivava i colpi finendo più volte dietro di lui.
“Ti sei lasciata sedurre dalle sue parole, dai suoi inganni?” Chiese mentre l’acqua del fiume si elevava sulle loro cavigliere.
“Gilwash ha mantenuto la promessa di liberarvi tutti!” Gridò Giulia battendo forte la spada contro quella di Raphael.
“Che significa tutto questo?” Chiese il ragazzo continuando a combattere contro di lei. “Perché hai fatto un patto con il demone della lussuria?”
Al ragazzo tremava la mano mentre combatteva, la temperatura del fiume divenne sempre più fredda.
“Non hai compassione per Ludmilla che è tornata in quella prigione del castello!”
“Lei avrebbe sofferto di più se il re fosse morto.” Continuò Giulia battendosi a colpi di spada.
“Che stai dicendo?” Raphael era sempre più imbestialito.
Giulia ricordò il viso di Ludmilla davanti al fuoco.
“Si leggeva in faccia che fosse innamorata di lui.”
Giulia continuò a combattere con Raphael nell'acqua che era arrivata alle loro cosce.
“Non ti credo!” Gridò Raphael sempre più agguerrito.
“Puoi non credermi.” Continuò la fanciulla mentre si batteva con la spada. “Ma è la verità.”
“Smettila!” Urlò Raphael, le lacrime che scendevano sul suo bel viso, il ragazzo era esausto, si vedeva che anche con il ginocchio ferito, la Dea gli stava lanciando fin troppo vantaggio.
“Hai chiesto di chi è il mantello rosso che teneva con tanta cura?” Chiese Giulia mentre uscivano dall'acqua.
“Stai dicendo delle assurdità.” Il ragazzo continuò a incrociare la spada contro quella della ragazza.
“Ho visto con i miei occhi che era innamorata di Gilwash.” Continuò Giulia spingendolo all'indietro con la spada. “Ludmilla ha desiderato fare tutto il viaggio verso il castello sulle sue spalle.”
“Non è vero.” La riprese il ragazzo sempre con più insistenza. “Lei aveva chiesto di ucciderlo quando mi ha liberato dalla prigione.”
“Raphael svegliati!” La Dea colpì forte la spada del ragazzo, facendola volare in aria. “È così che tu lo voglia o no.”
“Non è possibile.” Il ragazzo cadde in ginocchio. La spada del ribelle era finita sull'erba.
“Abbi fiducia in me, e seguimi.” La ragazza gli porse la mano.
“Giulia.” Il ragazzo respirava a fatica appoggiando la mano sulla sua.”Io non posso credere che Ludmilla sia innamorata di quel mostro.”
“Se non fosse per quel ragazzo, Giulia sarebbe morta.” Dichiarò il dottore che aveva assistito al loro duello. “È stato Gilwash a salvarla dal rogo e portarla da me a farle curare la ferita al ginocchio.”
Raphael sbarrò gli occhi azzurri, la bocca socchiusa faceva vedere i denti bianchi e lucidi, ascoltando sempre più incredulo le parole del dottore.
“E cambiatevi prima che vi arrivi un raffreddore.”
Il ragazzo rimase appoggiato all' albero stremato.
La sua mente immaginò Giulia che si tolse l'armatura.
“Giulia...” Il viso di Raphael era pieno di rossore, la ragazza si stava spogliando dall'armatura davanti a lui.
Il volto della ragazza era illuminato dal sole, si poteva intravedere il suo seno, i capezzoli era coperti dai capelli biondi appena sciolti.
“Ho freddo...” Sussurrò la ragazza con le braccia conserte e le gote rosse.
Il ragazzo si levò l'armatura e corse ad abbracciarla.
Un scoiattolo si buttò di colpo sulla sua testa per inseguire una ghianda.
“Giulia!” Il ragazzo si svegliò di colpo disorientamento, gridando il suo nome.
“Lei è andata nel rifugio.” Lo avvertì Johnny seduto sopra l'albero mentre gli tirava ghiande sulla testa.” È meglio che vai a cambiarti pure tu, prima che ti prenda un malanno.”
Raphael annuì guardando il suo amico ribelle.
“Cosa avrai intenzione di fare d'ora in poi?”
“Io seguirò Giulia.” Rispose Johnny giocando con una ghianda. “La seguirò fino alla fine.”
Raphael non era stupito da quelle parole, Giulia era il desiderio proibito dei ribelli.
“Perché non combatti per il cuore di Giulia?” Chiese Johnny all'improvviso. “L'hai sempre amata, anche contro la volontà dei tuoi genitori, vuoi mollare proprio ora?”
“Giulia in questo momento mi sembra diversa.” Un bagliore apparve negli occhi azzurri del ragazzo. “Quasi mi spaventa.”
“Giulia è sempre Giulia.” Ribatté Johnny. “Ha solo conosciuto Gilwash.”
Raphael tirò un pugno contro l'albero. “Io non ci posso credere, io non ci posso credere, tutto ciò è assurdo.”
Johnny rise cadendo a terra con le gambe in aria. “Tutta la vita è assurda.”

Gilwash stava sdraiato sull'erba, Ludmilla era abbracciata a lui, vestita con un abito di seta celeste.
“È meravigliosa questa stella.” Sorrise la ragazza indicando una stella brillante in alto nel cielo.
“ Sirius “ Gilwash con un sorriso le accarezzò la mano, baciando le dita. “La stella più luminosa della notte, fa parte della costellazione del Cane Maggiore.”
“Un giorno imparerò i nomi di tutte le stelle.” Promise Ludmilla girandosi verso Gilwash.
La fanciulla baciò le labbra del ragazzo accarezzando i capelli biondi, con le labbra scese timida sul suo collo fino a baciargli il petto scoperto.
“Per essere timida stai diventando brava a prendere l'iniziativa.” Sorrise Gilwash mentre la accarezzava i capelli neri.
“Ci provo.” Sussurrò la fanciulla mentre il ragazzo la teneva dal mento accarezzando le labbra con il pollice.
“Ludmilla facciamolo sotto le stelle.” Sorrise la appoggiando il viso sul quello della fanciulla.
Fece entrare la lingua nella bocca e la intrecciò con quella fanciulla assaporando il sapore di miele e fragole.
Il ragazzo ansimò strofinando l'erezione contro la sua intimità, mentre continuava a baciarla con lingua.
La ragazza emise gemiti soffocati sentendo l'erezione strusciarsi sulla sua intimità. Mentre si muoveva, il ragazzo le spostò le mutandine mettendo il pene dentro.
Ludmilla iniziò a gemere mentre il re si muoveva sopra di lei.
“Mi sento strana.” Mormorò la fanciulla tra i gemiti mentre lui la baciava sul collo scendendo sul seno.
“Ludmilla ho bisogno di te.” Il ragazzo spinse il sesso più forte facendola urlare.
Il re aumentò le spinte, sentendo l'intimità della fanciulla bagnarsi, le goccioline uscivano dall'intimità.
Gilwash le tolse il sesso dalla vagina, le avvicinò la lingua assaggiando l'orgasmo.
Ludmilla alzò gli occhi verso il cielo abbandonandosi alla sensazione di piacere, mentre sentiva la lingua del ragazzo leccare l'intimità.
Il ragazzo le succhiò la sensibile  facendola vibrare dentro.
“Gilwash, io voglio...”
Il ragazzo leccò più veloce, infilando le dita dentro.
“Cosa desideri?” Sorrise passando il dito bagnato tra le sue labbra.
La ragazza lo baciò, massaggiando la sua erezione.
Avvicinò le labbra al cazzo e le leccò il glande, scivolò la lingua scivolò tra le estremità, leccando il suo pene.
“È buono?” Sorrise Gilwash mentre la fanciulla glielo leccava.
“Sai di miele.” Sussurrò Ludmilla.
Gilwash rise divertito accarezzando il capelli neri e lisci della fanciulla.
“Il gioco con il miele dobbiamo rifarlo.” Sorrise accarezzando la guancia della fanciulla. “E stavolta voglio vederti felice.”
Ludmilla arrossì di colpo guardando gli occhi grigi del ragazzo.
La fanciulla continuò a succhiarlo, sentendo il sapore del pene dentro la sua bocca.
“Sto per venire.” La avvertì Gilwash accarezzandole i capelli morbidi che arrivavano fino alla schiena.
Ludmilla continuò a succhiarlo, fino a che la bocca fu riempita dal seme bianco.
“E la mia brava principessa.” Il re sorrise vedendo la fanciulla che ingoiava.
Ludmilla continuò a succhiarlo facendo tornare duro il pene del ragazzo.
“Mi fai eccitare tantissimo.” Gilwash appoggiò Ludmilla sulle gambe, le leccò le labbra facendo entrare la lingua dentro , mentre le spingeva il pene dentro la sua intimità.
La ragazza emise dei gemiti soffocati.
Spinse più forte contro la sua intimità, accarezzando la schiena.
Baciò il collo facendole un succhiotto, e lo leccò provocandole un gemito.
La ragazza gemette sentendo le labbra del ragazzo succhiare il suo seno.
“Hai un capezzolo così delicato.” Gilwash sorrise facendo muovere una tetta con il pollice.
Il ragazzo aprì la bocca succhiando il capezzolo rosa, e spinse più forte con il cazzo.
“E anche dolce.” Sorrise leccando il capezzolo.
La fanciulla continuò a godere, sentendo le spinte e i baci del ragazzo che andavano sul corpo.
“Sto venire.” La avvertì il re mentre continuava a scoparla più forte.
Gilwash le diede un bacio con lingua venendo dentro di lei, provocandole un orgasmo.
La fanciulla gemette sentendo lo sperma invadere nella sua vagina.
Il ragazzo la abbracciò continuando a venire dentro di lei.
“Gilwash” La ragazza tremava lo abbracciava.
Il ragazzo la appoggiò sull'erba, dandole dolci baci sul corpo.
“Ludmilla ti amo.” Le tolse il vestito, accarezzando la pelle nuda.
Ludmilla accarezzò le braccia del ragazzo togliendole la camicia, e baciando i suoi pettorali.
Gilwash continuò a baciarla, poggiando la camicia sulle spalle, in modo che la fanciulla non prendesse freddo.
“Gilwash lo sai che non la rivedrai mai più questa camicia?” Confessò Ludmilla con le guance rosse.
“La vedrò indosso a te.” Sorrise il ragazzo facendo un occhiolino.
Ludmilla baciò le labbra del ragazzo mentre lo abbracciava.
La mattina si ritrovò nuda tra le sue braccia.
“Gilwash” Pronunciò con voce dolce, gli accarezzò i capelli biondi spettinati, mentre il ragazzo mormorava qualcosa di incomprensibile nel sonno.
“No, non voglio!” Gridò nel sonno dimenandosi tra le lacrime.
“Gilwash stai facendo un incubo.” Sussurrò Ludmilla baciandole il petto.
Il re le accarezzò la schiena, stringendo la fanciulla a sé.
“Stavi piangendo.” Sussurrò Ludmilla preoccupata con il viso appoggiato sul petto del ragazzo.
“Ora che so che sono accanto a te, sto meglio.” Sorrise sentendo il profumo della sua principessa.

“I fiori si inchinano alla tua bellezza!”
All' improvviso Gilwash e Ludmilla sentirono una voce, i ragazzi si vestirono, andando dietro il cespuglio vedendo un bel ragazzo con i riccioli neri seduto accanto a Penelope, la ragazza vestita di seta rosso, sembrava annoiata giocherellando con una delle sue trecce bionde che teneva tra i capelli sciolti.
“La luna canta la tua magnificenza, e le stelle ti lodano.”
“È un poeta.” Sorrise Gilwash osservando il ragazzo. “È da tanto che non ne vedo uno al quel castello.”
“Forse perché avevano paura del demone del tiranno di Kibrish?” Ludmilla gli diede un'occhiata d'intesa.
“E dai però.” Gilwash sembrava offeso, Ludmilla si mise ridere mettendosi la mano in bocca.
“I miei occhi si accontentano di vederti da lontano, e sognano di accarezzarti con la mano.”
“Ok, sta diventando ridicolo.” Gilwash sbarrò gli occhi, mentre Ludmilla si era già allontanata.

La regina entrò nelle sue stanze, vide Charlotte seduta sul letto, che dormiva con il viso poggiato al mantello rosso del re.
“Lo hai rammendato.” Ludmilla stupita corse incontro a Charlotte.
La ragazza aprì gli occhi verdi non volendo lasciare la morbida stoffa.
“Sì.” Sussurrò la fanciulla sentendo il profumo del ragazzo attraverso il morbido tessuto.
“Posso averlo?” Chiese Ludmilla con voce timida.
“Ancora un po', ti prego.” Charlotte chiuse gli occhi mentre lo teneva stretto.
La regina decise di avere un tono deciso.
“Charlotte” Mentre le parlava le accarezzava i capelli ondulati. “Provi qualcosa per Gilwash?”
Charlotte sussultò di colpo, lasciando andare il mantello. “Perché pensi che voglia fare sesso con Gilwash?”
“Non ho parlato di sesso.” Ludmilla era divertita a vedere la sua amica agitata, ma allo stesso tempo era preoccupata che la rivalità in amore le avrebbe divise.
“Sì a volte penso a lui.” Confessò Charlotte. “Mi sono pure masturbata pensando a lui.”
Ludmilla spalancò gli occhi. “Tu hai fatto cosa?”
Charlotte continuò parlare senza freno. “E ho detto a lui che desidero fare Gilw, ma non per questo voglio fare sesso con Gilwash.”
Ludmilla le tappò la bocca. “Charlotte è meglio che stai zitta per il bene della nostra amicizia.”
“Dovete avere il cervello baggato a innamorarvi del re della lussuria.” Mormorò Nancy entrando con un cesto di lenzuola bianche.
“Ti trovi bene qui?” Chiese Ludmilla alla nuova arrivata.
“Sì, vostra altezza.” La ragazza fece un inchino, vedendo la regina con un splendido abito celeste.
“Una ragazza così bella nelle mani del re lussuria” Pensò Nancy stringendo un pugno.

LA LUSSURIA DEL RE, LA MASCHERA DORATA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora