CAPITOLO VII

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“L’avrà letta?” Pensò Ludmilla mentre stava seduta vicina alla finestra, la brezza del mattino le accarezzava il corpo, la fanciulla chiuse gli occhi cadendo in un dolce sogno.
“Il re non ti vuole più.” Disse l’anziano saggio entrando dentro la sua stanza.
La fanciulla si svegliò confusa.
“Ho preparato già la carrozza te ne vai in un convento.”
“Che cosa?” Chiese la fanciulla con tono confuso chinando la testa verso il libro di sua madre.
“Le donne non dovrebbero leggere!” Urlò l’anziano calpestando il libro di pelle sotto i piedi.
“Posso parlare un attimo con Gilwash?”
“Come osi nominare il suo nome?” Disse prendendola dai capelli e buttandola sul pavimento. “Il re non ti vuole più, sei solo feccia.”

“Uhmm!” Charlotte guardò Gilwash con occhi imploranti, era sul punto di piangere.
“Sono il tuo avversario.” Disse il re con sguardo seccato, mentre giocavano a carte nella biblioteca. “Non posso aiutarti.”
La fanciulla fece un volto triste. “Per favore…”
“Ti ho spiegato un paio di volte come funziona questo gioco.”
“Poi non hai mai giocato a carte nella tua vita?”
“Quando stavo in casa in campagna, ero solita a vedermi di nascosto con il mio cavaliere.” La fanciulla sorrise con occhi sognanti.
“Ok, ok abbiamo capito.” Il giovane rimescolò le carte.
“Ti rispiego il gioco, tu stammi bene a sentire.”
La porta della biblioteca si aprì di scatto.
“Ludmilla vuoi giocare…” Il re non finì la frase che vide entrare l’anziano saggio.
“Mio sire, sono mortificato a rompere il tuo intrattenimento, ma ho bisogno di parlarle in privato.”
“Non può aspettare?”
“Si tratta di Ludmilla.”
L’anziano saggio lo condusse verso le sue stanze, mostrando la sua stanza vuota.”
Il re si posò sul letto portando una mano sulla fronte.
Sapeva quello che stava per uscire dalla bocca del saggio e non lo voleva sentire.
“Non lo dire, per favore…” Pensò addolorato.
“È scappata con quel lurido ribelle.” Pronunciò il saggio anziano.
Il ragazzo affranto cercò di trattenere le lacrime, aveva la vista annebbiata.
Se la sua felicità era scappare con il ribelle, non aveva nessun diritto a trattenerla.
“Sono diventato un uomo debole, Ludmilla…” Pensò guardando le lacrime che gli scendevano dagli occhi bagnargli la mano.
“Ho già in mente un’altra regina per voi, è più bella e dai comportamenti più nobili.”
“E soprattutto si sta zitta.”

Quello stesso giorno, un vecchio servitore aprì la portiera della carrozza, facendo scendere una graziosa principessa dai riccioli d’oro, con indosso un vestito di pura seta azzurra, adornato con pietre preziose. La fanciulla, con la sua bellezza e la sua espressione dolce, sembrava uscita direttamente dal libro di una favola.
“Va tutto bene?” Chiese l’uomo vedendo che la fanciulla che se ne stava immobile, sul punto dove l’aveva lasciata la carrozza, le dita delle sue mani tremavano. Sotto le sue ciglia scure, il suo sguardo guardava l’orizzonte, come se volgendo quegli occhi azzurro cielo verso quei monti lontani stesse per dire addio per sempre alla sua libertà.
Il vecchio servitore si avvicinò alla fanciulla cercando, come poteva, di dargli uno sguardo rassicurante.
“È vero che il re ha ripudiato sua moglie?” Chiese la principessa con voce timida, aspettando una risposta.
“Voi siete molto bella e umile, non avete nulla temere.”
“Però…” Pronunciò la principessa, il suo corpo iniziò a tremare all’idea di finire tra le grinfie di un re crudele.
“Ricorda che tutto questo è per il bene del tuo popolo.”
“Lo so.” Rispose la fanciulla con il volto triste, portando una mano al petto, stringendo le nocche.
La graziosa principessa armata di coraggio, fece il suo ingresso alla sala del trono, molti cavalieri presenti erano abbagliati dalla sua bellezza.
Il re le venne incontro baciandole la mano.
“Come vi chiamate?” Le chiese con tono gentile.
“Marie de Rivière.” Rispose la fanciulla con voce timida.
“Avete fatto un lungo viaggio per arrivare fin qui?”
La principessa annuì, abbassando la testa.
L’anziano saggio si mise a ridere. “Avete visto com’è sottomessa, possiamo celebrare le nozze.”
“Io…” Il re diede uno sguardo dolce alla fanciulla.
“I suoi genitori avevano timore a darla a voi, così ho minacciato il suo regno di togliere l’alleanza e di portare la guerra nelle loro terre.”
“Io…” Gilwash con un sorriso riprese fiato. “Per ora vorrei restare da solo.”
“Che cosa?” Chiese l’anziano saggio sorpreso. “Il desiderio di tuo padre era che ti sposassi e facessi dei figli.”
Il re ignorò l’anziano saggio.
Rivolse lo sguardo al servitore della principessa. “Domani mattina potete accompagnarla alla carrozza?”
“Ma sire!” Osò dire l’anziano saggio.
“Marie” Il re guardò gli occhi azzurri cielo della fanciulla smarrita. “Voglio che diate voce alla vostra felicità, più che a quella che vi impongono gli altri.”
“Ma…” Si lasciò fuggire la fanciulla confusa.
“L’alleanza tra i due Regni non verrà toccata.” Disse rivolgendosi a tutti i cavalieri. “Voi ne siete testimoni, questo è un ordine del re.”
“Perché avete mandato Ludmilla in un convento?” Gridò Charlotte piangendo. La ragazza fece il suo ingresso nella sala del trono dandogli dei piccoli pugni davanti a tutti.
“Come osi?” Gridò l’anziano saggio trascinandola per una ciocca di capelli, sbattendole la testa sul pavimento.
“Toglietele le mani di dosso.” Ordinò il re con espressione severa.
“Mio Sire, non vi fate incantare da questa lurida contadina.”
“Ti ho ordinato di lasciarla andare Claudius August The Right.”
La ragazza si liberò dalla sua presa, e corse incontro al re, scivolando sulle ginocchia.
“Credevo che voi l’amaste.” Pronunciò tra le lacrime mentre Gilwash le diede una mano per farla alzare.
“Charlotte torna qui.” Disse Manuel temendo per la vita della sua amata fanciulla.
“ Eppure…” Charlotte strinse il pugno sorridendo tra le lacrime. “da quella dichiarazione in montagna, sono arrivata pensare che provaste dei sentimenti sinceri per lei, non la lussuria che le gettate addosso!”
“Io non ho mandato…” Il re rivolse lo sguardo all’anziano, si ricordò del dialogo con la fanciulla ribelle.
“Perché il rogo?” Chiese guardando la fanciulla dai capelli dorati.
“Ho visto i manifesti, sono ricercata come strega da bruciare al rogo.” La ragazza mentre parlava cercava di trattenere le lacrime.
“Chi ha mandato questo ordine?”
“Il re…” Pronunciò la fanciulla con la tristezza sui suoi occhi verdi.
Le parole dell’anziano saggio le ritornavano in mente.
“Voglio vederla al più presto al rogo! Quella sarà la sua punizione esemplare.”
“La troverò ad ogni costo.” Disse il re a Charlotte, andando a prendere il suo cavallo.

LA LUSSURIA DEL RE, LA MASCHERA DORATA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora