CAPITOLO VI

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“Vostra altezza.” Il professor Leonard con un sorriso cordiale fece un inchino a Ludmilla, aprendole la portiera della carrozza.
“Perché dobbiamo andare in montagna?” Chiese la fanciulla mentre saliva i gradini della carrozza.
Ludmilla non capiva che senso avesse questa uscita improvvisa organizzata dal professore.
La regina era stata avvertita la mattina presto, mentre stava indossando, senza l'aiuto delle serve scurrili, il suo vestito di seta blu persiano.
“Mi hai detto sempre che odi queste mura.” Rispose il ragazzo di fronte a lei indicando il castello.
“Ci siamo tutti?” Chiese il professore guardando fuori dalla portiera, come se aspettasse qualcuno.
“Aspettatemi!” Charlotte corse con un'aria allegra, portando con sé un grosso cestino.
“Viene pure lei?” Chiese il re sconcertato.
“È la mia dama di compagnia, la porterò ovunque vada.” Le ricordò Ludmilla tenendo stretta la mano della ragazza. “Hai qualcosa in contrario?” Chiese al ragazzo che la guardava a braccia conserte.
“Oggi non si tromba...”
Il professore ebbe un sussulto.
“Che hai detto?” Chiese Ludmilla con uno sguardo irritato.
Charlotte sorrise aprendo il cestino. “Ho portato tantissime cose buone da mangiare.”
“Il formaggio.” Sorrise mostrando una fetta con i buchi. “Il latte di capra, così avremo qualcosa di buono da bere.”
“Hai mai sentito parlare del vino?” La interrompe il re.
“Più buono del latte di capra?” Chiese guardandolo con i suoi occhi innocenti.
“Ok, come non detto.”
“Poi ci sono le verdure, le quaglie da cuocere.”
“Cosa vuoi che me ne importi.” Rispose il re seccato.
“E poi c'è la cosa più buona.”
“Il vino?” Chiese il re alzando un occhio.
“Il miele.” Sorrise Charlotte mostrando un barattolo.
“Non voglio più sentire parlare di miele.” La interruppe Ludmilla, il re scoppiò a ridere.
“Ma è buonissimo.” Sorrise la ragazza, la fanciulla si mise a braccia conserte lo sguardo verso la finestra, iniziò a guardare il paesaggio verde delle montagne.
Durante il viaggio Charlotte si era addormentata, facendo cadere la sua testa sulla spalla di Ludmilla, il professore era completamente catturato dalla lettura di un romanzo storico.
Ludmilla vide il riflesso di Gilwash, il ragazzo aveva un'espressione seria e stava guardando verso di lei.
La sua mano tremava mentre accarezzava il riflesso sul vetro come se lo stesse realmente toccando.
“Ludmilla...” Il ragazzo le diede una carezza sulla mano.
Quando la ragazza si girò verso di lui, Gilwash non riuscì a proferire parola.
“Non importa.” Sussurrò il ragazzo girando lo sguardo dall'altra parte.
Charlotte si svegliò aprendo i suoi occhi verdi.
Ludmilla tornò a guardare il paesaggio verso il vetro della carrozza.
“Mi sono persa qualcosa?” Chiese Charlotte vedendo i due giovani silenziosi.
“Bentornata dal mondo dei sogni.” Il re con un sorriso le picchiettò la fronte.
“Ahi! Mi fai male.” Sorrise Charlotte accarezzandosi la fronte con le sue dita.
“Ludmilla.” Charlotte vide lo sguardo triste della fanciulla. “Va tutto bene? Mi sembri strana.”
“Sì.” La ragazza fece un lieve sorriso a Charlotte, e poi continuò a guardare il paesaggio.

“Bene, ci possiamo accampare qui.” Sorrise il professore mentre scendevano in mezzo alla natura.
Ludmilla accarezzò un petalo bianco di un bucaneve, mentre vide una farfalla che volava tra un fiore all'altro, avendo un effetto di nostalgia.
“Vedo che ti piace molto questo posto.” Osservò il professore.
“È da quando mia madre è morta che non andavo in posti come questi.” Sorrise Ludmilla tra le lacrime. “Poi mio padre mi ha data in sposa ad un tiranno crud...” Guardò gli occhi grigi di Gilwash, le parole le morivano in bocca.
Gilwash la ignorò girando lo sguardo da un'altra parte.
“Ci sono dei bellissimi fiori!” Esclamò Charlotte cercando di salvare la situazione, fece una ghirlanda di varie specie e la posò sul capo di Ludmilla.
In quel momento la fanciulla assomigliava una ninfa nata nei boschi a stretto contatto con gli Dei che abitavano la foresta.
Gilwash sorrise ammirando la bellezza della ragazza, poi girò lo sguardo guardando verso i monti, mentre Leonard spogliava la pagina del libro.
“Tra queste montagne c'è il covo dove stanno nascosti i ribelli.” Gilwash indicò i monti più alti, che apparivano maestosi.
“Si nascondono bene, e sono difficili da trovare.” Rispose Leonard spogliando un'altra pagina del libro.
In quel momento Ludmilla invidiò il professore che stava leggendo un libro ad aria aperta, Charlotte dal canto suo era impegnata a comporre ghirlande, senza che la regina se ne rendesse conto, le posò sul braccio un braccialetto profumato fatto con i fiori colorati trovati
“Cosa intende fare a proposito degli insorti?” Chiese Leonard chiudendo il libro di scatto.
“Subiranno la pena capitale, com'è giusto che sia.” Gilwash chiuse gli occhi.
“Non avete mai pensato di andargli incontro?”
“Andargli incontro?” Gilwash rise guardando Leonard. “Sono loro che hanno dichiarato guerra.”
“Loro sono gli stessi che vi chiamano il tiranno crudele, un demone senza pietà.”
“Sai Leonard.” Gilwash gli diede un'occhiata. “A volte penso che tu stia dalla parte dei ribelli.”
Leonard fece una risata.
“Cosa ve lo fa pensare?” Sorrise il professore.
“Il vostro modo di pensare...” Sussurrò il ragazzo.
Gilwash si girò verso le due ragazze. “Ehi, hai intenzione di farla diventare una pianta?”
Charlotte sorrise guardando Ludmilla tutta fiorita. “Sembra la Dea dei fiori non è vero?”
Gilwash sorrise immaginando la sua principessa tra i fiori. “La preferisco nuda.”
Le guance di Ludmilla si fecero rosse all'improvviso.
“Idiota...” Sussurrò la regina a braccia conserte.
Gilwash rise divertito, mentre Charlotte preparava l'occorrente per preparare il picnic.
“Lo sai che cosa voglio da te.” Il re passò un dito di miele sulle labbra di Ludmilla, la fanciulla lo leccò d'istinto.
Il ragazzo scoppiò a ridere. “Vedi alla fine il miele non è così male.”
“Stupido demone della lussuria!” Ludmilla strinse i pugni andando verso il bosco.
Si guardò intorno agli alberi, la ragazza era così sotto pensiero che non si era resa conto di essersi allontanata troppo.
Toccò il suo vestito di seta blu con le pieghe bianche, i fiori sulle braccia le erano caduti durante il cammino.
L'immagine del ragazzo le apparve in testa.
Accarezzò il petalo di fiore rosso. “Come posso provare qualcosa per quel demone?” Chiese mentre una lacrima le usciva dagli occhi.
Immaginò il ragazzo quando le sorrideva in modo gentile. “Eppure a volte lui...”
All'improvviso si sentì prendere da dietro, la corona di fiori le cadde a terra, spezzandosi in due.
“Che ci fa una bellezza come te tutta sola?” Chiese un bandito massaggiandole le tette.
Ludmilla cercò di liberarsi ma un altro uomo la teneva stretta, strappandole le vesti di seta.
Il brigante sorrise vedendo il seno sotto scoperto della ragazza, e si leccò le labbra. “Che bel bocconcino abbiamo qui.”
L'uomo iniziò a succhiarle il capezzolo.
“Per favore!” Gridò Ludmilla, altri due banditi iniziarono a metterle mani sul corpo.
Un uomo le premé forte il seno facendole male.
“Basta!” Gridò la fanciulla con le lacrime agli occhi, mentre le aprivano le gambe con la forza. “Abbiate pietà! Vi prego...”
“È difficile che faccia scappare una mia preda, una volta che ce l'ho tra le grinfie.” Il brigante si leccò le labbra avvicinando la sua erezione alla sua vagina, la fanciulla chiuse gli occhi.
“Come sei stupida, Ludmilla.” La rimproverò la voce del ragazzo che conosceva bene, all'improvviso si sentì un urlo. “Preghi pietà a chi gode a farti del male.”
La fanciulla aprì gli occhi pieni di lacrime, vide il brigante con la spada nel collo che iniziava a sanguinare.
“Gilwash...” Sussurrò Ludmilla vedendo il ragazzo con il mantello rosso, simbolo del potere del re, puntare la sua spada contro i briganti che la volevano violentare.
“Mi dispiace farti assistere a questa scena.” Le disse mentre un bandito con il pugnale si scagliò contro lui da dietro, il ragazzo lo trafisse al cuore.
“Allora?” Il re puntò la spada contro il petto dell'ultimo bandito rimasto, il brigante spaventato chiese pietà e se la filò, inciampando su un sasso.
“Stai bene?” Il ragazzo rivolse il suo sguardo alla fanciulla a terra.
“Siete fatti della stessa pasta.” Pronunciò Ludmilla, i suoi occhi neri erano senza espressione.
Il re guardò il suo seno prosperoso scoperto dalle vesti strappate. “Vederti così mi fa desiderare di saltarti da un momento all'altro.”
Ludmilla abbassò lo sguardo.
“Però...” Il re vide le lacrime rigare il volto della fanciulla, ne aveva passato tante da quando lo aveva conosciuto. “Non voglio che tu soffra.”
Si avvicinò verso fanciulla stesa a terra dandole il suo mantello.
“Perché?” Ludmilla con le lacrime agli occhi strinse il mantello rosso. “Perché ti comporti così?”
“Preferisci che mi comporti come il solito stronzo?” Le rispose il ragazzo con un'espressione seria.
“Non voglio...” Sussurrò la fanciulla.
“Riesci a camminare?” Chiese porgendole la mano, la fanciulla tremante prese un dito del ragazzo.
“Il bosco è molto pericoloso.” Le ricordò il re mentre percorrevano la selva pieni di alberi maestri. “Anche per chi lo conosce può sembrare un labirinto.”
Ludmilla sentì attraverso la voce del ragazzo, le parole di sua madre: il bosco era molto pericoloso, intrigante e pieno di misteri che facevano quasi paura.
I cantastorie narravano di uomini temerari che una volta addentrati nel bosco non fecero più ritorno.
“Intrigante.” Sussurrò Ludmilla guardando il ragazzo camminare davanti a lei, il cuore le batteva forte.
Ad un tratto un pipistrello sbucò dal nulla, i ragazzi abbassarono la testa.
“Ti ringrazio.” Ludmilla spezzò il silenzio mentre camminavano nel bosco. La fanciulla continuava ad appoggiare le dita tremanti al suo anulare.
“Per cosa?” Il ragazzo si fermò girandosi verso di lei.
“Per avermi salvata dai quei banditi.” Ludmilla aveva quasi le lacrime agli occhi.
“Avresti preferito essere salvata dal quel ribelle?” Chiese vedendo il volto triste.
“Io... veramente.” Le lacrime le scendevano dagli occhi, non riusciva più a riconoscerlo.
“Andiamo.” Il ragazzo la prese per mano, Ludmilla smise di tremare.
“È sempre il demone della Lussuria che ho conosciuto.” Pensò la fanciulla, il cuore le batteva forte mentre sentiva il calore della mano del ragazzo. “È pericoloso farmi sedurre dalla sua gentilezza.”
“Se do il mio cuore a lui.” Pensò la fanciulla mentre i battiti aumentavano. “Non farò più ritorno.”
“Lui è...” Ludmilla continuò a guardare il ragazzo con una camicia bianca e dei semplici pantaloni chiari, camminare davanti a lei. “Gilwash...”
“Ludmilla...” All'improvviso il ragazzo la svegliò dai suoi pensieri. “Hai ancora paura?”
“Perché?” Farneticò la fanciulla confusa, il cuore le stava impazzendo, il rossore sulle guance si fece sempre più evidente. “I briganti sono stati tutti uccisi. A parte uno che è sfuggito” Si affrettò ad aggiungere. “e poi...”
“Non stavo parlando dei briganti...” Gilwash mise una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio della fanciulla che lo guardava con dolcezza. “Ma di me.”
“Di te?” Sussurrò Ludmilla confusa mentre il ragazzo l'abbracciò all'improvviso, stringendola tra le sue braccia.
“Sì, ti ho fatto del male.” Ammise il ragazzo con la sua mano accarezzò i capelli neri della fanciulla poggiata al suo petto. “Se provi timore nei confronti, lo capisco.”
Per tutta risposta, Ludmilla scoppiò a piangere stringendo la schiena la schiena del ragazzo, i battiti del cuore non si tenevano a fermarsi.

LA LUSSURIA DEL RE, LA MASCHERA DORATA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora