CAPITOLO IV

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“Qual è l’ottava lettera dell’alfabeto?” Chiese il professore Leonard con allegria quasi eufonica.
“Cosa vuoi che me ne importi?” Rispose Ludmilla scocciata guardando il foglio bianco.
“Cosa ti è successo?” Chiese il professore dandole un’occhiata preoccupata alla regina attraverso le sue lenti con il contorno dorato.
“Ho bisogno di una pausa.” Rispose la fanciulla alzandosi dal tavolo di studio.
Ludmilla attraversò il corridoio vedendo una porta socchiusa, la ragazza sbirciò dentro.
Vide una grossa cartina azzurra con una grande terra in mezzo che rappresentava Kibrish piena di fiumi e monti.
L’anziano saggio parlava agitato andando avanti e indietro, il re seduto al tavolo con la mano sulla guancia aveva un’espressione annoiata.
“Allora i ribelli sono in direzione Est, verso il fiume Kaster… Mi sta ascoltando sire?”
“Uffa! Quanto sei noioso. Continua il rapporto.”

La ragazza non aveva voglia di ascoltare, andò in giardino appoggiandosi sotto l' ombra di un albero.
Gli alberi erano pieni di frutti non ancora maturi che avevano sostituito i fiori.
Prese il libro di pelle che le ricordava quello di sua madre e se l’appoggiò al petto.
“Mamma quanto vorrei che fossi viva in questo momento.”
“Devo essere forte, giusto?”  La fanciulla strinse il pugno. “Perché hai permesso a mio padre di darmi in sposa a questo mostro? Perché non ti sei opposta?”
“Tutto bene?” Chiese un giovane toccando la sua spalla.
La ragazza vide gli occhi azzurri del ribelle, Raphael osservò la fanciulla dal volto triste non poté fare almeno di accarezzarle una ciocca di capelli neri che cadeva sul suo viso. “Cosa ti ha fatto il demonio?”
“Tutto ciò che si potesse immaginare.” La fanciulla aveva  lo sguardo rivolto verso il basso, pensò con vergogna al piacere che il re le aveva provocato con le mani, i suoi occhi cercavano di trattenere le lacrime.
Raphael strinse il pugno.
“Chi è la?” Gridò la voce di un anziano…
Il ragazzo scappò inconsapevole di lasciare la fanciulla di fronte al suo destino.
L’anziano saggio le diede uno schiaffo sulla mano facendole cadere libro di pelle sull’erba.
Ludmilla cercò di prenderlo, ma il vecchio barbuto lo raccolse prima che lo potesse toccare.
“Il sacrificio dell’eroe che cosa stupida… e poi da quando le donne leggono?”
Ludmilla prima che potesse rispondere si sentì prendere dai capelli.
“Lasciami andare!” Gridò la ragazza, mentre il vecchio la trascinava.
“Questa.” Disse trascinando la fanciulla dai capelli corvini. “Ti stava tradendo con un ribelle.”
“Lasciala andare subito!” Ordinò il re seduto sul trono.
L'anziano le lasciò andare i capelli facendola cadere ai piedi del sovrano.
“È vero?” Chiese guardando gli occhi di Ludmilla, la ragazza rimase in silenzio guardando i suoi occhi grigi.
“Io l’ho visto!” Gridò l’anziano saggio. “Le do la mia parola, stava cospirando contro di te.”
Gilwash continuò a guardare gli occhi di Ludmilla come per dirle “Ti prego di’ qualcosa…”
Cercò di toccarle la mano arrossata ma la fanciulla lo respinse dandole uno schiaffo al polso.
“Vi odio a morte.” Sussurrò la fanciulla, il suo sguardo era inespressivo.
L’anziano saggio fece un sospiro, e riprese a parlare. “Aprite gli occhi mio sire, questa traditrice non solo vi odia dal primo giorno, sta cospirando con il ribelle, oltre ad essere la sua amante.”
A sentire quelle parole gli occhi neri divennero pieni di odio, Gilwash fece una risata vedendo il suo sguardo di disprezzo.
“Il ribelle dov'è?” Chiese mettendo un piede sopra la testa della ragazza.
“È scappato.” Pronunciò l’anziano saggio. “Quale punizione date alla regina, mio sire?”
“Frustatela.” Il re fece un sorriso in maniera bastarda mentre pronunciava quelle parole.
“Noooo!” Urlò la ragazza mentre la portavano via.
“Basta!” Gridò la mente del re mentre sentiva le urla di dolore della fanciulla. “Bastaaa!”

Entrò nella camera infernale vedendo la schiena della fanciulla piena di segni di frusta.
Con un’occhiata ordinò ai servi di lasciare la stanza, rimanendo da solo con Ludmilla.
“Bene, adesso hai un motivo per odiarmi.” Il suo sguardo non mostrava un minimo di pietà.
“Uccidimi ora! Uccidimi…” La fanciulla con la poca voce rimasta in gola, cercò di alzarsi.
“Il dolore ti fa desiderare la morte?” Chiese il re con un' aria di superiorità, massaggiandole un capezzolo.
Ludmilla si ricordò dell’ abbraccio, del calore del suo mantello, sicuramente tutto quello era stata la fantasia di un sogno.
Come poteva desiderare che quel essere le facesse anche una piccola cosa romantica?
“Ti piacciono le cinque dita?” Il ragazzo con un sorriso sadico le mise mano sull' intimità.
Ludmilla soffocò i gemiti, si spostò da dietro mostrandole le spalle.
“Questo è stato un errore, mia cara.”
Le mise l’ erezione  dentro il sedere, portando le cinque dita a muoversi dentro la sua vagina.
La fanciulla urlò dal dolore, quel essere demoniaco si stava muovendo dentro di lei.
“Presto urlerai dal piacere.” Sorrise leccando il collo, la saliva andò verso il suo seno.
“Forse è per questo che soffrivi ieri, perché non ti avevo messo ancora il cazzo.” Sorrise continuando a montarla.
Ma sapeva di dire una cazzata dopo l’altra, piccole gocce d’acqua caddero sul viso della fanciulla, erano lacrime salate.
“Ti odio con tutto il cuore.” Sussurrò il re continuando a spingersi dentro di lei, la sua mano occupata a massaggiare un capezzolo, l’altra era occupata a fare godere il clitoride, dalla vagina uscivano liquidi che bagnavano le gambe.
Il re continuò a montarla leccando il collo.
“Un ribelle! Proprio un ribelle!”
“Da quanto va avanti questa storia?”
Ludmilla ripensò al ragazzo che le aveva accarezzato la guancia, nulla a che vedere con quel demone che la stava cavalcando selvaggiamente.
“Lui ti piace?” Chiese con un sospiro.
“Sì…” Mentì la fanciulla con uno sguardo freddo, ora come ora non voleva ammettere i suoi sentimenti contrastanti che stavano crescendo nel profondo del suo animo.
Il re affondò le dita nella vagina facendola sanguinare, la fanciulla urlò dal dolore.
“Su fai in fretta!” La regina rivolse la vagina verso di lui. “Facciamo questo erede e facciamola finita.”
Il suo sguardo era pieno di disprezzo.
“Per oggi ho finito con te.” Il re venne sulla sua pancia.
La fanciulla rimase dolorante sulla fascia di pietra.
Appena il re lasciò la stanza delle torture, allontanatosi verso il corridoio, Charlotte forse verso la regina.
“Tutto bene? Riesci a muoverti?” Chiese Charlotte arrivando in suo soccorso.
“Il re ha deciso di togliermi la verginità.” Ludmilla aveva un sorriso triste e le guance bagnate dalle lacrime. “Ma non vedo nessuna differenza.”

“Sei sicuro che Ludmilla ti abbia tradito con quel ribelle?” Ansimò Penelope mentre il re la scopava forte.
“Ho visto tutto dalla finestra, mentre le accarezzava i capelli.”
“Ci sarà stato un fraintendimento.” Ansimò la serva gemendo dal piacere da quel sesso brutale.
“Lei desidera1 solo la mia morte.” Gilwash ricordò lo sguardo d'dio di Ludmilla.
“Perché tu sei irrispettoso nei suoi confronti.” Penelope trattenne le lacrime di tristezza vedendo lo sguardo di rancore negli occhi grigi del ragazzo. “Questo desiderio di vendetta consuma il tuo animo, te la prendi con le persone sbagliate, la regina non c'entra nulla!”
“La difendi.” Sorrise dandole un pizzicotto sulle natiche.
“Chi dovresti difendere è il tuo re!” Continuò a scoparla più forte fino a farla urlare dal piacere.

“Dove sei stato?” Chiese Giulia mentre lo aspettava seduta sul bosco a braccia conserte, le sue gambe si muovevano, Raphael non aveva quel senso di responsabilità, era già stato catturato una volta, era già stato di quel re tremendo, se non fosse stato per l'anima pura della regina sarebbe rimasto dietro le sbarre fino ad aspettare la condanna a morte.
“Ti sono mancato?” Chiese il ragazzo divertito.
“Se ti catturano di nuovo poi non posso portare avanti la battaglia insieme a te, mi hai promesso di restare al mio fianco.”
“Capisco.” Il giovane pensò allo sguardo triste della regina. “Quel re ha fatto troppo del male.”

“Il mio signore...” Penelope toccò con desiderio la guancia del giovane re. “Il ragazzo che amo è morto per sempre, me lo confermi, Gilwash?”
“Perché mi fai questa domanda?” Chiese il re confuso, cercò di cambiare discorso, ma prima che potesse aprire bocca la ragazza con un sorriso dolce gli accarezzò la guancia.
“Perché tu sei il re, dovresti sapere ogni cosa.” Sussurra Penelope con voce seducente.
Gilwash guardò gli occhi verde oliva della donna. “Se ti riferisci a quel ragazzo ingenuo è morto tempo fa, i suoi pensieri e le sue idee sono volati via al vento.”
Penelope riempì un calice di vino rosso e se lo bevve tutto di un fiato.
“Sai, ieri nella sala del trono ho visto la sua ombra, ho pensato se solo Ludmilla potesse superare...”
Penelope si portò una mano alla labbra, vedendo un lampo di tempesta negli occhi grigi del ragazzo.
Il re guardò il calice di vino che si rifletteva nel suo sguardo, se lo portò alle labbra e se lo bevve tutto di un fiato.

Ludmilla stava da sola nella vasca calda nonostante gli avvertimenti di Charlotte di avere più riguardo per le ferite, ad un certo punto le medicazioni si riaprirono trasformando l’acqua in sangue.
Gilwash era ubriaco fradicio, barcollando si trattenne su una porta dorata.
“Non respira più.” Bisbigliò un servo. “È tutta fredda.”
“Ma che succede?” Il re cercò di entrare nella stanza, la sua testa non smetteva di girare.
“È morta?” Sussurrò un altro medico.
“Sembra proprio di sì...” Sussurrò il suo collaboratore.
“Che cosa?!” Il ragazzo si precipitò verso la sua camera, abbracciando il corpo nudo della fanciulla.
“Mi dispiace.” L' anziano saggio entrò nella stanza. “Credo proprio che dovrà aspettare per un erede. Magari con un’altra principessa.”
“Stai zitto!” La vista di Gilwash era tutta annebbiata gli sembrava di essere dentro un inferno.
“Ludmilla per favore svegliati!”
“Lasciate riposare il suo giocattolo in pace.” Le consigliò tranquillamente la voce dell’anziano saggio.
“Giocattolo?” Gilwash confuso strinse il corpo la fanciulla a sé. “Ludmilla è la mia principessa.”
“Non sembrava da come l’hai trattata.”
Il ragazzo rimase abbracciato a lei.

Il mattino dopo la fanciulla si svegliò sentendosi soffocare, il ragazzo la stringeva forte trasmettendole calore, le ferite medicate le facevano ancora male.
Cercò di liberarsi ma lui la teneva stretta.
“Togliti imbecille.”
Il ragazzo aprì i suoi occhi grigi, ciuffi di capelli biondi gli andavano sulla fronte.
“Che è successo ieri?” Si toccò la testa. “Mi fa malissimo.”
“Hai bevuto?” Ludmilla vide il re che si reggeva a malapena in piedi.
“Sarà colpa della sbornia.” Sussurrò il ragazzo biondo massaggiando la testa. “Comunque riguardo a ieri.”
“Stai zitto.” Rispose la fanciulla stringendo il pugno. “Stai zitto!
Il giovane sorrise guardando gli alberi di pesco fuori dalla finestra.
“Sembravi una cavalla, la mia cavalla.
La regina ascoltò disgustata, il re iniziò a ridere.
“Poi non ho visto nessuno che ha perso la verginità con le dita.”
“L’avrei sempre persa con te, sarebbe stato alquanto disgustoso in qualunque modo.” Ludmilla aveva uno sguardo freddo.
La fanciulla chiuse gli occhi da quel momento non avrebbe più chiesto aiuto allo spirito della madre, se la sarebbe dovuta cavare con le sue forze.
Non era più la ragazza infantile e piagnucolona.
Sua madre era già morta da un pezzo e suo padre l’aveva scaricata a un re bastardo.
Lo detestava con tutto il cuore.
“Copriti.” La fanciulla sentì il mantello del re che le avvolse le spalle.
Ludmilla strinse il mantello rosso a sé, facendo uscire le lacrime.
“Sto ancora sognando.” La ragazza si accovacciò a terra.
“Che succede?” Chiese il re facendola sedere sulle sue gambe.
“Vattene dai miei sogni!” La ragazza girò verso di lui, il mantello le cadde a terra, il suo seno si strinse contro il petto del ragazzo confuso.
“Ludmilla va tutto bene?” Chiese il re accarezzando la sua guancia.
“Vattene dai miei sogni, hai già preso il mio corpo non puoi prenderti il mio cuore!”
“Ti detesto più di ogni altra cosa.”
“Ludmilla?” Gilwash aveva uno sguardo stupito mentre la ragazza gli prese il pene tra le mani facendolo indurire. “Che cosa stai facendo?”
“Vuoi questo?” La ragazza si mise il sesso caldo in bocca e cominciò a succhiarlo.
“Ludmilla per favore…” Il re le accarezzò i capelli neri.
“Tanto è solo un sogno. Un orribile sogno!”
La ragazza gli succhiava il  pene veloce facendo godere il ragazzo.
“Ludmilla quante sfumature hai?”
“È solo un sogno, vero?” Chiese la ragazza sofferente. “Poi scomparirai non è vero?”
“Ludmilla io sto per…”
Il re venne facendo ingoiare alla fanciulla una grande quantità di sperma.
“Non sei ancora sparito.” La ragazza andò sopra di lui.
“Ti ho detto basta!” Urlò il ragazzo mentre la ragazza spingeva la sua vagina contro la sua erezione.
Pensò all’immagine addolorata della fanciulla.
“Ludmilla tu non sei così!”
“Cosa ti importa chi sono? Mi hai trattato da puttana appena ho messo piede in queste mura!” Gridò tra le lacrime.
“Ludmilla per favore...”
“Stai zitto!” Urlò continuando a spingere la vagina contro la sua erezione.
“Perché non scompari!” Gridò tra le lacrime.
“Perché tutto ciò che vedi è reale.”
La fanciulla si fermò di colpo appoggiando la mano sui pettorali del ragazzo.
Il re scoppiò in una fragorosa risata.
“Ti sei fermata? Almeno continua il tuo lavoro.”
Continuò a spingere l’erezione dentro la vagina. “Mi piace il tuo temperamento.”
La ragazza urlò dal piacere, ancora tra le lacrime in gola.
“Così sono entrato nel tuo cuore.” Il ragazzo spinse più forte l’erezione dentro la vagina della fanciulla.
“Non è vero!” Gridò la ragazza stringendo la schiena del ragazzo.
“Ludmilla non dire bugie.” Spinse ancora di più dentro il  pene duro facendola venire sulle gambe.
La ragazza fece un orgasmo appoggiando le mani sulle sue spalle.
“Ti vengo dentro.” Sorrise il re, il suo seme riempì la sua intimità.
Le uscì fuori il pene dalla sua intimità, e passò la lingua sulla figa deliziosa.
La ragazza vide la sua immagine arrossata allo specchio, mentre il re iniziava a leccare le cosce e le natiche.
“Fosse per me, saresti sempre nuda.”
La fanciulla guardò il re, quello che aveva fatto non era frutto di un sogno ma una realtà tremenda in carne e ossa.
Il ragazzo le mise il mantello rosso sulle spalle, la fece sedere tra le sue gambe, accarezzandole i capelli neri.
“Ludmilla.” Il giovane re le baciò i capelli abbracciandola da dietro. “Pensi che noi due andremo mai d’accordo?”
La fanciulla rimase in silenzio.
“Capisco stai pensando a quel ribelle. Ti ha promesso la mia testa per farti innamorare.”
Ludmilla strinse il pugno. “Tu non hai mai capito niente.”
“Tu non hai mai capito niente!” Ripeté in lacrime.
“Però di una cosa sono felice.” Il ragazzo fece un sorriso. “Di essere entrato nel tuo cuore.”
Ludmilla iniziò a piangere a dirotto.
Non era un sogno quel ragazzo che l’abbracciava e le stava accarezzando in quel momento era reale.
“Perché?” Sussurrò la fanciulla.
“Che cosa?” Chiese accarezzandole i capelli neri e morbidi.
“Perché non torni ad essere il pezzo di merda che ho conosciuto? Così è tutto più facile.”
Il giovane continuò a accarezzarle i capelli.
“Pure tu sei abbastanza lunatica.” Sorrise il re. “E questo mi affascina molto.”
Prese la fanciulla per i fianchi e la buttò sul letto. “Ti dimostri in una corazza dura e coraggiosa.” “Ma in verità”, le mise le dita dentro la vagina, la fanciulla iniziò a gemere. “Sei molto fragile e sensibile.”
Fece scorrere le sue dita sul clitoride la ragazza continuò ad ansimare.
Tirò fuori la sua erezione mentre le aggiungeva un terzo dito.
“E in realtà per quanto lo neghi, tu mi vuoi.”
“Taciii !” Urlò mentre il re le mise l’erezione  dentro l' intimità.
“Un’ altra cosa che mi affascina è la tua pelle morbida.” Il re passo la lingua sul seno. “E lo sguardo che fai quando te la lecco.”
La fanciulla continuò ad ansimare non riuscendo a trattenersi.
Le mordicchiò un capezzolo rosa, massaggiando l’altro con i polpastrelli.
Continuò a scoparla, la lingua le il collo. “E poi quello mi piace di te sono le tue labbra.”
La baciò facendo entrare la lingua dentro la sua lingua.
“Ti muovi bene, Ludmilla.”
“Vaffancu…” Rimise la lingua dentro la sua bocca danzando con la sua lingua.
“Ti odio…” Il ragazzo la baciò intrecciando la lingua con la sua.
“Abbandonati a me.” Disse accarezzando il suo corpo.
“Ti od…” Cercò di pronunciare la fanciulla, Gilwash la baciò le labbra incontrando la lingua della fanciulla. Ludmilla chiuse gli occhi godendosi la sensazione del bacio, le sue mani strinsero le schiena del ragazzo.

Giulia combatté con la spada contro Raphael che cercava di stargli dietro, la ragazza dal canto suo, cercava di rallentare per mantenere il ritmo del ragazzo.
“Come può una donna avere tanta maestria con la spada?” Commentò un ribelle mentre la vedeva allenarsi con la spada.
Giulia lo fulminò con lo sguardo.
“Andiamo.” Disse stringendo la spada.
“Ancora è troppo presto, è pieno di soldati.” L' avvertì un ribelle stringendo la mano della ragazza. “La cosa migliore è portare i cavalieri dalla nostra parte.”
Giulia rise. “Quelli ubbidiscono ciecamente al loro padrone. Quanto ci vorrà che quei leccaculo si danno una svegliata?”
Gli altri ribelli risero. “Bisogna aspettare…”
“Io non posso aspettare, Gilwash deve morire.”

LA LUSSURIA DEL RE, LA MASCHERA DORATA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora