2. Litigi a tavola

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"Allora, fra due giorni incominciate la scuola, emozionate?" ci chiese mamma mentre eravamo a tavola.

Mia sorella annuì freneticamente e iniziò a parlare a razzo, mentre io mangiavo dell'insalata una foglia alla volta.

"E tu Giu?"

"Non particolarmente" risposi a mia mamma senza togliere gli occhi dal piatto.

"Giu" mi richiamò mio padre. Non feci in tempo ad alzare la testa che mi chiamò di nuovo.

"Cosa?"

"Non sei in ansia?"

"No, devo andare a scuola, mica a Wimbledon" (per chi non lo sapesse è un torneo di tennis)

Dopo questa affermazione iniziarono tutti a parlare e discutere, ma io ero concentrata su altre cose. Diciamo che in parte era una bugia, io ho paura, non ansia. Iniziare la seconda media in un paesino dove tutti si conoscevano non mi sembra una bella premessa per fare amicizia. Come se non bastasse, tra pochi giorni è il compleanno della mia migliore amica e dopo 11 anni spezzeremo la tradizione di fare un pigiama party dopo la sua festa.  

All'idea di non vedere più la mia famiglia mi viene da piangere, perchè i miei amici sono la mia famiglia, non quelli con il mio stesso DNA.

Per mia sorella la situazione é diversa. Lei aveva tanti amici, ma non avevano uno stretto legame quindi per lei non è difficile abbandonarli. Poi al mare ha conosciuto una ragazza di Marina Grande e si sono scambiate i numeri per rimanere in contatto e quest'anno saranno in classe assieme, così che per lei sarà più facile ambientarsi, mentre per me... per me era sempre tutto uno schifo, prendo sempre gli avanzi di mia sorella e devo essene grata, perchè "c'è sempre qualcuno che ha meno di te" mi ripetono i miei genitori, "ma c'è sempre qualcuno che ha più di me" gli rispondo io.

"Giulia, tu cosa ne pensi?" la voce di mio padre mi risvegliò dai miei pensieri

"Su cosa, non stavo ascoltando"

"Ma noi cosa dobbiamo fare con te, sempre persa nel tuo mando con quel telefono o a scrivere, è quello che fai?! Poi quando ti chiedo un'opinione non hai mai niente da dire. Guarda che quelli che non parlano, non fanno carriera" mi sgridò ripetendomi sempre le stesse parole

"Niente, non dovete fare niente con me, dovete lasciarmi in pace" e dopo questo mi alzai e corsi su per le scale per raggiungere camera mia. Non mi seguì nessuno, ormai neanche mia sorella lo faceva più e forse era meglio così. 

Mi raggomitolati nelle coperte e sfogai i singhiozzi nel cuscino nella speranza di riuscire a dormire questa notte.

I due giorni successivi li passi rinchiusa in camera a metterla in ordine ed ad ascoltare musica.

Alla sera mi feci una doccia e le trecce per avere i capelli mossi domani.

"Domani é il grande giorno" dissi guardandomi allo specchio per poi spegnere la luce ed andare in camera mia.

Accesi i led che avevo montato il giorno prima rischiando di cadere dalla scala perché mio padre non aveva voglia di aiutarmi e mi misi a leggere con la musica nelle orecchie.

Erano ormai le undici quando iniziarono a calarmi le palpebre cosí misi la sveglia alle 7, presi la maschera pee dormire e l'abbassai sugli occhi.

"Buona notte cara me"

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Piú che buona notte dovrei dire buon pomeriggio 😂😂😂
Battute da boomer a parte, questo é il secondo capitolo ancora piú corto dell'altro, ma scriverlo alle 5 del mattino perché non si riesce a dormire non é proprio il massimo. Quindi se fa schifo date la colpa alla parte malsana del mio cervello che non riesce a dormire hahah

Ho finito di dire cose a caso, quindi se ci piace votate o commentate e niente

Ciauu

Giu 💕

𝙸 𝚗𝚎𝚎𝚍 𝚓𝚞𝚜𝚝 𝚊 𝚕𝚒𝚝𝚝𝚕𝚎 𝚘𝚏 𝚕𝚘𝚟𝚎 - - -  𝚍𝚒4𝚛𝚒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora