15. Biglietti

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Vi ricordate la classifica che i ragazzi avevano fatto a inizio anno?
Ecco, neanche io, ma Monica me lo ricordò 10 minuti prima di motoria e dicendomi di volersi vendicare, e allora con tutte le ragazze organizzammo un piano diabolico che consisteva nel prendere le sacche con i vestiti dei ragazzi e farli tornare in classe in mutande. Entusiasmante no? Per le morte di cazzo direi di si.

Ma ci serviva l'aiuto di un ragazzo per far funzionare il piano e indovinate a chi chiesero? Livia che accettò con non poche preghiere. Disse che Pietro le doveva un favore e non poteva tirarsi indietro.

Durante l'ora di educazione fisica, Livia provò a parlarci, ma era costantemente circondato dal branco e disse che non trovava l'occasione. Mi offrii io. Aspettai la fine dell'ora e quando il prof ci disse di andare a cambiarci, corsicchiai verso di lui e lo afferrai delicatamente per il polso.

"Ti devo chiedere un favore" sussurrai mentre aspettavo che gli altri uscissero dalla palestra.

"O, non vieni?" gli urlò pac, quando si accorse che non era con lui

"Si arrivo" alzò la voce per farsi sentire, ma non si mosse.

Aspettammo che Giulio entrò negli spogliatoi e poi si girò verso di me "Dimmi"

"Ti ricordi la classifica che avevate fatto a inizio anno? -aspettai che annuisse e poi continuai- ecco, Monica e Isabel, ma penso in particolare Monica, ci sono rimaste male e volevano "vendicarsi"

"Quindi cos'è che dovrei fare?" mi interruppe, cosa che mi diede non poco fastidio. 

Cambiai repentinamente tono della voce e conclusi velocemente "Devi fare andare tutti nelle docce e poi ci sarà Isabel che prenderà tutte le vostre cose" conclusi e feci per andarmene.

"E perchè non puoi venire tu" mi chiese prendendomi con il braccio con tono malizioso.

Sbuffai e risposi in malo modo sfruttando il fatto che loro erano già pronte.

Me ne andai incazzata. Non perchè mi aveva interrotto, ma perchè aveva ancora qualche impiccio con lei e non me ne aveva parlato. Certo non era tenuto a farlo, ma cazzo, pensavo che non fosse così puttaniere da provarci anche con le altre.

Il piano funzionò è i ragazzi si ritrovarono in classe all'intervallo con solo la biancheria.

"e ora... SFILATA" esclamò Monica provocando un'onda di urli e schiamazzi da parte delle ragazze, mentre io, che ero appoggiata con le mani sulla cattedra, alzai gli occhi al cielo e mi andai ad appoggiare al muro.

Li trovavo infantili e non riuscivo a divertirmi guardando quattro coglioni che camminavano. Forse è perchè sono troppo matura, me l'hanno detto in troppi e da troppo tempo. Ma avevo smesso di pensarlo due anni fa, quando avevo trovato i miei amici.
Non mi sentivo mai a disagio con loro, non mi sentivo mai troppo grande.                                          Probabilmente perchè non c'era nessuno senza un trauma infantile o un problema che non gli impediva di tenere nascosto qualcosa agli altri. Tutti lo sapevamo che qualcosa in noi non andava, ma cercavamo di non farlo notare.

"O giu, che voto gli dai?" mi chiamò Monica riferendosi  a pac che si trovava di fronte a loro con delle mutande con disegnati dei dinosauri.

Feci finta di osservarlo attentamente e poi scrollai le spalle: "sufficienza" e socchiusi gli occhi. Non ero riuscita a dormire molto sta notte, cercavo di organizzare questo pomeriggio che tra allenamenti e studio, sarebbe risultato molto impegnativo.

"E invece a me?" nella stessa posizione di pac, si trovava Pietro, che diversamente dagli altri non si vergognava per nulla. Forse è perchè sa di essere bello. 

Lo fissai in volto, ma con la coda degli occhi esaminai il resto della figura. Era bello, ma bello veramente. La pelle era leggermente abbronzata, nonostante fossimo già a novembre, ma qua le stagioni non si sentono più di tanto, e il segno degli addominali non troppo visibile.

Non risposi alla sua domanda, mi limitai a guardarlo negli occhi aspettando che la campanella suonasse. Mi sono sembrati i dieci minuti più lenti di sempre.

Finalmente la prof entrò in classe e io fui la prima a tornare al post, mentre i ragazzi furono mandati in bagno a cambiarsi.

Era arrivata l'ultima ora e la prof ci aveva assegnato delle tavole di disegno tecnico da fare. Quindi penso fosse abbastanza ovvio il fatto che io stessi facendo tutt'altro. 

Stavo organizzando il mio pomeriggio e lo so che può sembrare un'ossessione (forse perchè lo è) ma ho la necessità di capire se riuscirò a fare tutto. Comunque, mentre stavo scrivendo su un faglio, mi arrivò un bigliettino. Alzai gli occhi per controllare che la prof non stesse guardando e lo aprii.

      Alla fine non hai risposto

La mia bocca fece una smorfia, un misto tra un sorriso e un'espressione amara di sapore.

    E non ho intenzione di farlo  e lo passai dietro

Dopo poco arrivò perchè?

   è  una cosa stupida, ne sei consapevole?

     Si
La conversazione finì qui, o almeno credevo. Il bigliettino ce l'avevo io e quindi l'avevo accartocciato e messo nell'astuccio, ma dopo cinque minuti qualcuno mi picchiettò sulla spalla.

Mi voltai verso di lui e feci il mio broncio peggiore.
"Questo pomeriggio vieni da me?" il broncio peggiorò
"No" non volevo
"Perchè" ero tentata di schiaffargli la mia gelosia in faccia, ma mi accorsi che Giulio era di fianco a lui e anche se faceva finta di niente, stava sicuramente ascoltando.

"Ho gli allenamenti" mi stavo per rigirare, ma la sua voce non me lo permise.

"Vieni a cena all'ora, poi non troppo tardi ti riaccompagno a casa"

Volevo dirgli di si, volevo cedere, ma il mio orgoglio non me lo permetteva. Mi sporsi verso di lui e gli sussurrai "vai a chiederlo alla tua amichetta". Poi mi alzai e andai verso la cattedra per chiedere di andare in bagno.


𝙸 𝚗𝚎𝚎𝚍 𝚓𝚞𝚜𝚝 𝚊 𝚕𝚒𝚝𝚝𝚕𝚎 𝚘𝚏 𝚕𝚘𝚟𝚎 - - -  𝚍𝚒4𝚛𝚒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora