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GIULIA'S POV

Quando mi svegliai era quasi sera. Non avevo fatto i compiti, ma non mi importava: non sarei andata a scuola domani.

Misi in ordine la camera, mi cambiai, dissi di non aver fame e tornai a letto a leggere.

La mattina seguente mi preparai e uscì di casa per "andare a scuola"

Mi fermai in un parchetto isolato, per non rischiare di incontrare qualche mio compagno e aspettai che la scuola iniziasse per avviarmi al molo.

Presi il traghetto per Marina Grande e dopo una ventina di minuti tornai con i piedi per terra. Non conoscevo la città, c'ero andata solo una volta con mia mamma per comprare in alcuni negozi che  nell'isoletta non c'erano. (non che a marina grande c'è ne fossero di più)
Comunque fortunatamente ho un buon senso dell'orientamento e non fu difficile riconoscere le stradine del centro.
Misi le cuffiette e iniziai a camminare e camminare. Entrai in qualche negozietto ma non comprai niente.
Con i miei amici a Milano lo facevamo spesso. Quando saltavano la scuola, prendevamo la metro e andavamo a fare shopping in centro, oppure andavamo sulle piste da skateboard.

Venni invasa dalla malinconia quando vidi dei quadri esposti in mezzo alla piazza. C'era un signore anziano, seduto su una sedia pieghevole che sembrava sul punto di rompersi per il peso sostenuto, che dipingeva tranquillamente.
Sbirciai la tela. Aveva rappresentato il molo: c'erano delle piccole barchette colorate e il mare, molto più cristallino di quello che veramente era.

Poi mi sposta davanti ai quadri finiti. Feci la foto a uno, quello che mi aveva imposto di fermarmi.  La notte stellata sul Rodano di Van Gogh.
Era il mio quadro preferito, ma oltre a quello aveva un significato speciale per tutto il mio gruppo.

Inviai la foto ai miei amici

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"Ve lo ricordate?" scrissi

dopo pochi secondi la mia migliore amica rispose "siiiii"

e nico inviò un video e sotto scrisse "e questo?" aspettai che si caricasse
Durava pochi secondi, e inquadrava le sue gambe, la sigaretta e la pista da skate. Grigia e cupa, proprio come noi.

Intuii che ci fossero anche gli altri e risposi "eii dovreste essere a scuola!"

"anche tu"

"vero" e la conversione si interruppe, avevo bisogno di stare da sola. Ripresi a camminare e verso mezzogiorno mi venne fame e quindi mi fermai in una gelateria per un cono.
Non sapevo quante calorie avesse e non volevo saperlo. Volevo tenermi un cibo buono di cui non avere paura.

Camminai fino a quando non sentì le gambe iniziare ad intorpidirsi. Allora mi fermai su una panchina al sole, proprio come le vecchiette, ed aspettai che la lancetta dell'orologio del campanile si avvicinasse al tre per riavviarmi verso il molo.

Per le quattro ero a casa. Mi preparai la merenda per poi studiare un po'. Successivamente mi cambiai, presi il borsone da tennis e mi diressi per l'ennesima volta a prendere il traghetto. Fuori dal porto c'era il mio allenatore, che mi accompagnava ai campi da tennis.

Per raggiungere Marina Grande non era necessario prendere il traghetto, ma il centro e i campi erano dall'altra parte dell'isola, quindi mi risultava più comodo. Pensai che probabilmente l'anno prossimo per raggiungere la scuola non l'avrei dovuto prendere, e pensai anche, che forse sarei finita in un'altra classe, e avrei potuto ricominciare tutto da capo, e senza commettere più errori.

Ad ogni modo, quando iniziai ad allenarmi il mio cervello si spense. Non pensai più a Pietro, Isabel, il quadro, o i capitoli di storia che non avevo studiato.





                                                     MERCOLEDì 29 GENNAIO


LIVIA'S POV

Io non capisco come Giulia riesca a cavarsela in ogni interrogazione. La maggior parte delle volte è preparata, ma oggi la prof di storia l'ha beccata non preparata, si capiva dal suo sguardo quando ha chiamato il suo nome, ma è riuscita a prendere 9. 9? Ha quella capacità di anestetizzare il senso critico dei professori che li porta ad ascoltare ma senza fare domande o intromettersi nel suo discorso. E posso ammetterlo? Sono gelosa di lei per tutto, e fino ad una settimana fa anche per Pietro, ma adesso, penso sia l'unico punto a mio vantaggio.

Anche se onestamente non so se sia giusto quello che sto facendo. Loro avevano qualcosa, ma fino al giorno prima del suo arrivo, Pietro mi faceva il filo, quindi magari ha capito che voleva me e non lei, no? Pietro non è fatto per stare con una ricca di Milano che ora si è scoperto avere pure problemi.


Al suono della campanella ci alzammo, e subito Giulia scattò verso Arianna. Penso che si siano trovate, due perfide e false. Per fortuna: forse ha capito che nel mio gruppo lei non stava bene.

Venni  circondata dai ragazzi, o forse i ragazzi circondarono Isa e Monica, ed io ero solamente in mezzo, ma  continuai a osservare Giulia. Stava ridendo con Arianna, e poco dopo uscirono dalla classe.

"Cosa facciamo con Giulia?" chiese dani. Davvero dovevamo passare l'intervallo a parlare di lei?

"Eh non lo so... forse-" iniziò isa, ma la interruppi "Ragazzi, adesso sta con Arianna, sembra contenta, magari si sente più a suo agio con lei"

"Livia anche se fosse, non è questo il punto, ce l'ha chiesto anche sua sorella di non abbandonarla, e credo che abbiamo fatto già troppi casini" mi aggredì Pietro. Si era pentito?


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Lo so che non aggiorno da tantissimo e lo so che non è un capitolo fantastico, ma sono un po a corto di idee e sono impegnatissima.

Comunque volevo ringraziarvi  in generare per tutto, le letture i commenti, i cuori... grazie mille 🩷 e in particolare per tutti quelli che hanno aggiunto la storia all'elenco delle loro storie preferite. Significa veramente tanto per me

Grazie ancora 🫶

Giu 💕

𝙸 𝚗𝚎𝚎𝚍 𝚓𝚞𝚜𝚝 𝚊 𝚕𝚒𝚝𝚝𝚕𝚎 𝚘𝚏 𝚕𝚘𝚟𝚎 - - -  𝚍𝚒4𝚛𝚒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora