#032 La rabbia e ingegno dell' uomo

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Una porta di legno si aprì di scatto, lateralmente, sbattendo contro il muro.
Diego attraverso l'ingresso a passo di lepre e si diresse sulla scrivania, sbatté il pugno.
"Aya." La chiamò lui furioso.
Lei si alzò dalla sedia. "Figlio mio...ti ved-"
"Arrabbiato? Oh lo sono...e non poco direi."
"Cosa posso fare per te?"
Diego si girò un attimo. Tremava.
"Andiamo in Inghilterra."
"Hai scoperto come attivare la reliquia?" Domandò lei perplessa.
"No..." singhiozzò lui. "Paul è stato gravemente ferito...ed è compito mio...portare vendetta."
"Chi l'ha fatto?"
"Quel trio...l'ombra..."
"Come pensi di andarci...?"
"Da loro adesso è mattina, noi siamo ancora al 2o giugno lì dovrebbe essere il 21."
Aya controllò l'orologio. "A Londra dovrebbero essere le 8 del mattino."
Diego si spostò vicino alla scrivania.
Alzò il ginocchio sinistro e portò indietro la gamba.
Aya fu spaventata e indietreggiò con la sedia.
Il ragazzo colpì con tutta la forza il pavimento di legno, perforandolo.
Si chinò e mise la mano dentro il foro.
Aya lo guardava perplessa mentre andava da una parte all'altra del diametro del buco.
In un istante si alzò.
Un'aurea gialla come le foglie in autunno lo circondò e i braccioli della sedia avvolsero Aya.
"Attualmente" disse lui avvicinandosi a lei. "Non hai il potere necessario per essermi utile...ma grazie a questa..." Diego aprì la mano sinistra davanti a lei e passò un pezzo di una freccia stand nell'altra mano.
"Con questa finalmente avrai uno scopo" egli trafisse il braccio della madre con la punta.
Aya aprì la bocca e cacciò un urlo di dolore mentre il sangue sgorgò piano piano come gocce d'acqua.

Simone chiuse il rubinetto e si lavò la faccia.
Si asciugò, appoggiando con delicatezza il panno sulla sua pelle, per poi buttarlo dietro la schiena.
I suoi occhi incontrarono la sua anima attraverso lo specchio davanti a se.
Appoggiò le mani sul lavandino, riposando gli avambracci.
"È colpa mia se Joe stava per ucciderci...se è stato controllato mentalmente. Ok...si è  risolto tutto per il meglio, ma si poteva evitare."
Si voltò a destra e vide il foglietto di Paul fuoriuscire a mala pena dalla tasca dei pantaloni.
Passarono alcuni instanti, in cui li si rivestì e uscì dal bagno dell'hotel di Jotaro.
Vide Shizuka e Joe spaparanzati sul letto di Jolyne.
Su quel viso pensieroso apparve un sorriso.
Si chinò, prese una penna dal cassetto del comodino di Jotaro, e cominciò a scrivere su un post-it. Lasciandolo attaccato sulla lampada spenta.
Uscì dalla stanza, voltandosi verso i suoi amici.
"A presto" gli fuoriuscì dalla bocca in modo spontaneo, sibilando. E chiuse la porta facendo attenzione a non far rumore.
Aspettò pazientemente alla fermata dell'autobus.
E quando arrivò, fece un bel respiro e salì.
Si appoggiò al finestrino del lato destro.
Non vi era nessuno su l'autobus, vigilava la calma.

Una bolla rossa esplose in un viale pieno di sacchi dell'immondizia per terra.
Diego e Aya fuoriuscirono da essa.
"È questo..."
"Questo è il tuo potenziale Aya"
"Ma dove siamo? Dove mi hai detto di portarci?"
"Siamo a Londra."
"Ma non dovevi andare ad una biblioteca?" Domandò lei scrutandolo.
"Ho da fare una cosa più importante...poi andremo dritti lì."
Diego successivamente si avviò a passo svelto fuori da quel viale, vide le macchine, le strade...tutto un altro mondo rispetto al Cairo.
Si guardò attorno e vide il cartello che indicava lo Stop, la chiesa e fu colpito da quello che indicava l'ospedale.
"Dritti a sinistra." Disse lui rivolgendosi ad Aya. "Seguimi."
Lei lo seguì seppur vacillando.
Andarono avanti per circa 200 metri.
Diego si trovò davanti a delle ambulanze. Cercò l'entrata e quando la trovò si catapultò dall'infermiera dietro il bancone.
"Mi scusi, gentile signora."
"Dica pure" rispose l'infermiera.
"Stiamo cercando un certo Paul Smith, è qui?"
Lei annuì. "Stanza 33, primo piano in fondo a destra."
Diego scattò verso le scale, e girò intorno. Vide quel corridoio e passò vicino ad ogni porta osservando sia dentro che fuori per vedere il numero.
Passò oltre la 33 ma Aya lo seguì e fece cenno di tornare indietro, così lui sbattè la porta.
Vide un uomo tutto in fasce, disteso sul lettino, accanto vi era un comodino con pillole colorate e un vassoio con verdure, un filetto di pollo e purea di patate, e si sentì il "bip" del monitor multiparametrico.
"Paul..." nominò il suo nome sibilando.
Non ricevette risposta.
Avvicinandosi, notò che aveva gli occhi serrati. Sentì il suo respiro.
"Paul..."
Il ragazzo si svegliò aprendo lentamente gli occhi. "Diego...che ci fai..."
"Non parlare amore mio, riposati. Sono venuto a salutarti" rispose l'altro, appoggiando la mano sulla spalla. "È colpa mia se sei in queste condizioni...io e Aya finiremo tutto in batter d'occhio. Ok?" Chiese preoccupato.
Anche Aya fece un cenno di saluto.
"Diego..." Paul respirò a fatica. "L'ombra...si chiama..." il suo respiro venne spezzato ma riuscì a riprenderlo. "Joe Joestar..."
"È lui...che ti ha fatto questo?" Domandò con la voce rotta e lacrime agli occhi e si inginocchiò per vederlo negli occhi.
"A-anche Simone...Zeppeli." Disse lui richiudendo gli occhi.
Diego si buttò a terra dalla disperazione. "Se...non lo avessi mandato...ora starebbe bene a casa..."
Si morse il labbro, facendo uscire il sangue. Le lacrime gli bagnarono il volto.
Aya lo accolse in un abbraccio.
"Figlio...so che cosa senti...fai ciò che è giusto per vendicarlo."
Rimasero così per un bel po'.
Diego poi si alzò e prese il cellulare. Cercò su Google.
"La Biblioteca di Londra è qua vicino, praticamente dietro l'angolo."
Decise di incamminarsi e uscire dalla stanza, sbattendo la porta.

Le porte dell'autobus si aprirono davanti ad una fermata, Simone uscì scendendo le scale e aspettare che il veicolo se ne andasse per poi attraversare le strisce pedonali e salire le scalinate che portavano alla biblioteca di Londra. Una struttura che prende circa due isolati.
Quando entrò rimase colpito.
Una stanza enorme, con al centro una scala a chiocciola che portava ai piani superiori.
Una moltitudine di scaffali pieni zeppi di libri.
Simone cominciò a girarsi intorno e potè ammirare anche quel lampadario enorme sul soffitto, le comode e soffici poltrone sparse in giro.
Teneva costantemente in mano il foglio che indicava una sezione della biblioteca precisa: "Druidi"
Dovette girare l'intero piano per poi salire al successivo, fu seguito dallo scricchiolio del legno di betulla delle scalinate.
Vide ben dodici sezioni diverse di scaffali. Con gli occhi cercò quella di cultura e ci si infilò.
Tra quei libri finalmente ne trovò tre che parlavano dei druidi.
Sfogliandone uno rimase sorpreso da due segni.

Sfogliandone uno rimase sorpreso da due segni

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"Divisione dell'anima..corpo, mente e spirito. Anche.." continuò a leggere al di sotto "Conoscenza della verità e della natura."
Poi guardò l'altro simbolo...che non era altro che...un disegno: delle pietre posizionate una accanto all'altra e altre posizionate su due di esse.
E una semisfera al di sopra di tutto.
Gli occhi di Simone, brillarono. "Sono gli stessi che si trovano sulla reliquia." Esclamò e corse dritto verso le scale.
"Ho finalmente capito dove si potrà attivare la reliquia..."
Diede il libro alla bibliotecaria, non prima di essersi scritto tutto su un altro post-it.
Quando uscì, saltò dalla felicità verso la fermata dell'autobus.
Si sedette sulla panchina, con le gambe che tremavano dall'entusiasmo.
"Ora...siamo un passo avanti."
Dovette aspettare un quarto d'ora secondo la programmazione degli autobus.
Il suo sguardo era fisso nel vuoto diretto verso l'entrata della biblioteca. Vide un paio di persone correrci all'interno...e lui storse un po' il naso.


Diego ed Aya entrarono nella biblioteca e la prima cosa che fece il ragazzo fu chiedere alla bibliotecaria.
"Ho bisogno un libro...sui Druidi e una mappa dell'Inghilterra."
La signora gli passò il libro. "Sei fortunato, un ragazzino è appena uscito e mi ha dato questo libro..."
Gli occhi di Diego furono pervasi da un fuoco giallo come il sole.
Prese gentilmente il libro dalle mani della signora, pur trattenendosi dallo strapparglielo via dalla rabbia.
Aya indicò dei simboli.
E Diego li osservò, leggendo, gli occhi stessi correvano da un capo all'altro del verso.
Lanciò successivamente il libro alla madre.
Si avvicinò alle porte dell'ingresso, si accostò alla parte vetrata di essa.
Il suo occhio rimase fisso su quel ragazzo sulla fermata.
Decise così di aprire la porta e uscire.

In quella strada vuota, dove regnava il silenzio, gli sguardi di due ragazzi si incrociarono.
Simone guardò l'altro dritto, come un tronco, immobile, che lo fissava.
Un brivido lo percorse lungo la schiena.
I suoi occhi rimasero attaccati ai suoi.
"Sento una sensazione...una terribile sensazione."

Diego scrutava quel ragazzo.
"La sua potenza...è quasi nulla. Non sei l'ombra. Sei Simone Zeppelli...."

I suoi occhi gialli presero il sopravvento.
Il terrore giaceva già in quella strada.

Simone sbatté le palpebre e non vide più l'altro.

"Ora ho ben due motivi per ucciderti..."

Prima che potesse girarsi a vedere chi è...quel ragazzo si palesò sopra la tettoia di vetro della fermata , inginocchiato con uno sguardo omicida.

To be Continued....

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