Joe rimase a guardare gli stand.
Simone si trovava sempre sul suo posto. Chin Chu guardava da lontano posto dietro il campo di gioco.
"Joe, alzati." Lo spronò il maestro. E lui lo fece, si alzò, tossì un po' per riprendersi e si mise in posizione di combattimento.
"Chiama il tuo Stand, Joe." Lo esortò sempre il maestro.
Lui cominciò a riflettere, non aveva un nome dello stand, quelle poche volte che venne emanato era perché effettivamente voleva fare quel qualcosa.
Lui si girò e spiegò: "Non ho un nome per il mio Stand."
Il maestro si toccò la barba. "Cosa ti piace del tuo Stand?"
Lui chiese: "In che senso?"
"Il nome dello Stand proviene da qualcosa correlato ad esso, il mio, raffigura un combattente di Karate, ma il potere che ha è più simile ad Atlante, il mago dell'Orlando Furioso."
Joe capii che effettivamente c'era un collegamento tra lui e lo stand. La potenza. Osservò attentamente le sue mani, e tremavano dalla gioia, dal essere capace di qualcosa. Banalmente fece uscire il suo stand. "The Power" pronunciando così il suo nome.
"La cosa si fa interessante" si confidò tra se e se Simone.
Entrambi erano pronti allo scontro.
Joe d'impulso decise di scaraventarsi su Simone.
Lui però ebbe un asso nella manica, infatti una radice spuntò dal terreno e si aggrovigliò alla gamba destra di Joe per sollevarlo e scaraventarlo per terra, riportandolo nel punto da dove era iniziato il suo attacco.
"Bella giocata Joestar." Esclamò in tono sarcastico Simone.
Il maestro invece lo rimproverò: "Joe, fai vedere te stesso, la forza che tu pensi di avere...non è nulla senza questo" e spostò l'indice sulla tempia.
Joe era a terra e sentì entrambi. Pensò subito ad un piano. "Radici dal terreno...devo stare più in alto?"
Così scattò da terra per riprovare un altro attacco.
Simone era fermo.
Joe corse e corse, la sua giacchetta nera sembrava volare per quanto andava veloce. Invocò di nuovo il suo Stand.
Simone fece uscire di nuovo dal terreno una pianta. Joe se ne accorse in tempo, The Power tirò un pugno sulla radice in movimento, fermandola, però la stessa radice restituì il colpo, il volto di The Power incassò il pugno.
Prese di nuovo una parte del corpo di Joe, ovvero il collo e scaraventò il ragazzo sul muro.
Un'altra radice apparve dal terreno ed era propensa a prendere la gamba di Joe.
"Facciamo un bel bis" pensò Simone.
The Power calciò rapidamente la radice per mandarla via. Poi, una pallina d'oro dalla nocca del pollice si staccò dallo Stand.
Simone se ne accorse. "Che è quella roba? Che sia il suo potere?"
Joe inconsapevolmente, si trovò proprio davanti a Simone.
I due erano a distanza di naso.
Simone era sbalordito, Joe confuso.
Eppure quella era l'occasione giusta.
"Groot, proteggimi!" Urlò.
The Power invece chiuse i pugni, portò indietro il braccio. "Ora" esortò Joe al suo Stand.
Un albero si parò fortunatamente davanti a Simone, e Joe fu costretto a saltare all'indietro.
Simone che prima era coperto dall'albero, scorse gli occhi per vedere dov'era il suo avversario.
Facendo così i suoi occhi erano a pochissima distanza da un pugno indirizzato a lui da The Power.
Il tronco dell'albero circondò Simone, facendo un giro di 360 gradi.
Questo creò una protezione tutt'intorno a lui.
Joe era davanti a questa massa di tronco disteso a cerchio.
"Pensi davvero..." si prese un attimo per respirare. "Di fermarmi?"
The Power tirò le sue spalle indietro, con i pugni serrati, in modo corretto con i pollici delle mani sopra gli indici, gonfiò i muscoli.
Joe non si rese conto ma una scarica di pugni si schiantò come un treno in corsa verso il tronco che proteggeva Simone.
Destro,sinistro, destro, sinistro, destro, sinistro, Simone da dentro il suo albero vide con i suoi occhi come il tronco attutiva i colpi, ma in qualche modo...si stava danneggiando, facendo dei solchi all'interno, e ne fu spaventato e scioccato.
Dopodiché tutto si fermò per un solo istante.
Simone tirò fuori il suo stand per poter proteggersi, la sua testa sembrava quella di un tronco, con foglie al posto degli occhi,il suo corpo era esattamente un alberello, e la sua mano che usò come scudo era un ammasso di piccole radici e rametti.
The Power tirò un montante destro, che partì dalla parte bassa del tronco, il quale si staccò da terra e riuscì a cogliere di sorpresa Simone che confuso vide il tronco arrivare alle sue parti basse, stomaco e...
"Basta così" urlo il maestro Chin.
Come un lampo che crea trambusto ma poi scompare dopo un attimo, così fece il tronco e lo stesso campo di combattimento, lasciando spazio ad una piccola, sporca e maleodorante cantina, tutto intorno il colore grigio impregnò lo spazio intorno a loro.
"Sono soddisfatto" continuò Chin.
Joe si ritrovò sopra Simone.
"Joe, sei il vincitore." Enunciò il maestro. "Ci vediamo domani, sempre a quest'ora."
Simone diede un calcio in faccia a Joe per poi correre a parlare con il maestro. "La prego, faccia qualcosa, mi va bene una lezione a settimana."
"Una?!" Rispose infuriato il maestro. "Prendi alla leggera l'allenamento? Pensi che una roccia possa essere scalfita da una goccia, se essa cadesse una volta alla settimana?"
"No..maestro mi scusi" rispose Simone con tono triste.
"Sono deluso, sei venuto qui, per onorare Ceasar Zeppelli"
"Ceasar? Allora avevo ragione...sei un suo discendente?" Chiese Joe
Simone si girò verso di lui. "Lui...è un mio bis-bis zio, diciamo così, mio padre mi regalò il suo diario da leggere. Dicendomi che si sacrificò per un ragazzo. Joseph Joestar."
Joe lo guardò. Poi spostò il suo sguardo sul maestro. Si alzò, si avvicinò a lui.
"Senta...maestro..."
"Che c'è?" Rispose lui arrabbiato.
Simone si voltò dove nessuno lo poté guardare, digrignò i denti, qualche lacrime cadde per terra. "Ci tenevo. Ci tenevo a seguire questo percorso. Perché? Perché ho perso?Ho fallito."
"Allora ci vediamo domani...Joe e Simone" così disse alla fine il maestro.
Simone si voltò e qualche lacrime scese ancora.
Vide Joe sorridergli, e il maestro ancora col broncio.
Quell'alone di oscurità che gli si era avvolto era sparito con le parole del vecchietto.
"Ringrazia Joe, è lui che mi ha fatto cambiare idea." Gli disse il secondo.
"C-cosa, perché?" Chiese Simone.
"Ha giustamente detto...che un lavoro in duo può aiutare. Aumenta la competizione e...
"E anche l'efficacia del lavoro." Continuò Joe
Simone sorrise solo per un istante, si schiarì la gola e disse: "Ok, grazie Joe. E anche a lei maestro."
Joe sorrise ancora. "Decisamente meglio, io non ci tenevo più di tanto. Pura curiosità e non so..." si fermò a guardare Simone. "Forse abbiamo una certa connessione".
Poco dopo i due vennero sbattuti fuori dalla porta di casa del maestro Chin Chung
Rimasero impalati per un po'.
"Ancora grazie Joe, ne sono grato."
"Di nulla." Rispose lui.
"Sappi che comunque voglio ancora un bel combattimento." Disse mentre scrollò l'acqua dall'ombrello.
"Lo avrai...lo avrai." Rispose Joe accennando un ghigno di sfida.
"Bene" si diede un colpo sui pantaloni beige e se ne andò fuori dicendo a Joe: "Ci vediamo domani a scuola." E si incamminò fuori dal quartiere, salutandolo con un cenno della mano.
Joe sorrise ancora mentre guardò le nuvole grigie dilatarsi, facendo così uscire il sole.
"A domani..." affermò.To be Continued...
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Jojo-Power at Hand Fan Fiction ITA
Fanfic2016. Dopo gli eventi di Stone ocean, Jotaro e Jolyne Kujo ritornano alla loro vita quotidiana. Tutto ok fino a quando una missione a Londra li porterà a conoscere un membro perduto della loro famiglia. ------ Fan fiction tratta dall'opera di Araki...