#035 Riunione tra amici

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L'autobus si fermò sotto casa di Joe.
Egli passò tra i vicoli, rivedendo il gatto che lo aiutò ad ottenere lo stand.
I fori di proiettili tra le mattonelle del suo edificio.
La porta anche essa forata.
Fece un bel respiro e buttò giù l'aria.
Salì le scale del condominio.
Bussò alla porta di casa, e poco dopo si aprì.
Davanti a Joe si palesò Kyle, con le solite cuffie sulla testa, il gamepad in una mano e nell'altra un pacco di patatine.
"Oh mio dio" disse lui.
"Ciao Kyle scu-"
L'amico si buttò su Joe  con un grosso abbraccio prima che potesse finire la frase.
"Mi sei mancato testa di cazzo." disse lasciando la presa. "Entra pure...hai sicuramente qualcosa da raccontarmi."
Joe rispose "Si..." con un tono delicato.
Entrambi si sedettero, Kyle tolse le cuffie. "Ti ascolto...e pretendo del-"
"Delle scuse..." finì Joe guardando in basso mentre l'amico giocava.
"Ho...avuto la possibilità di vedere mio padre...ho scoperto di avere una sorella e dei..poteri."
"Dai su non sparare stronzate." disse lui.
"Tu non puoi vederlo.." Joe fece uscire The Power in mezzo al divano tra i due ragazzi. "Ma è accanto a noi."
"Ok...ma ti vedo..."
"Sono stanco..è successo tutto così in fretta e non ho avuto il tempo di metabolizzare nulla. Mi sembra di essere..." si bloccò un secondo a guardare le mani che tremavano dalla paura e frustrazione.
"Mi sembra di essere stato messo in un sacco e sbattuto completamente, ora ho una missione che non so come affrontare" mentre parlava qualche lacrime gli attraversò il viso.
Kyle gli diede uno sguardo.
"Vedi a cosa sto giocando? La vita è un gioco si dice, e penso che sia così. Tu alla fine vivi nel gioco ogni giorno, hai degli ostacoli che devi superare per andare avanti. Altri giochi dicono di andare avanti nonostante gli ostacoli e dover migliorarsi nel mentre. Sii il protagonista del tuo stesso gioco. La vita."
"Protagonista..?"
"Sì come nei manga, come quelli che scrive quel Rohan Kishibe. Immagina solo che una missione in più come questa ti aiuterà a completare il gioco. O a migliorarti."
Joe si alzò in piedi. "Ma ho paura cazzo. Ho sbagliato con i miei amici." Urlò lui.
"Mmmm" pensò Kyle buttandogli uno sguardo. "Se sbagli sei vivo, immagina un gioco come Dark Souls, dove morire è importante per dirti dove hai sbagliato. Sbagliare e ammettere di averlo fatto...non è paura è coraggio, ed è ancora più coraggioso rimediare. Tutti sono bravi nell'abbandonare un gioco, spegnere la console. Ma finirlo? Quanti ci riescono?"
Joe sentì una sensazione di rilassamento, i suoi muscoli si misero a riposo.
Ci fu silenzio.
Joe si buttò una mano sul viso. "Ce la farò mai? Sarò all'altezza del compito?"
"Se pensi così già in partenza, sei svantaggiato."
Joe prese un bel respiro, voleva gridare, parlare dello stand, di Simone. "Non capirebbe appieno"
Il ragazzo poi si alzò. "Grazie Kyle, suppongo...che devo rimediare." E si mise le mani nelle tasche della giacca.
"Certo amico mio, ti accompagno alla porta." Rispose lui, buttando sul divano il controller, lasciando lo schermo del gioco nel menù pausa.
Aprì la porta di casa e con un gesto lo invito dolcemente ad uscire per poi abbracciarlo.
"Ci vediamo stasera amico mio."
"A stasera" rispose Kyle.
Kyle poi chiuse la porta, si risedette sulla poltrona e accennò un sorriso.
"Aspetterò..."

"Aspettare cosa?" Domandò Shizuka.
"Non possiamo andare contro un nemico di cui non sappiamo nulla." rispose Jotaro.
"Jotaro, Simone ci ha combattuto contro ed è morto, e invece di fare qualcosa, stiamo qui ad aspettare?" Domandò lei, sbraitando.
"Shizuka...stiamo per acciuffarlo, però senza supporto come fare-"
Jolyne fu interrotta dal bagliore del suo stesso corpo.
Shizuka rimase stupita e perplessa, si alzò di scatto dalla paura, perché anche Jotaro cominciò ad emanare questo bagliore, violaceo, pulsava, ma ad intermittenza.
I due si alzarono dalle sedie del tavolino del bar sotto il loro Hotel, fluttuavano nell'aria.
Sentirono la loro pelle quasi bruciare e gridarono dal dolore.
Shizuka di scatto prese la mano di Jolyne per trascinarla a terra, senza esito.
In un istante quel bagliore si fece talmente intenso che tutti e tre sparirono senza lasciare traccia.

Josuke era in macchina, a sentire la musica con le sue cuffie Bluetooth quando quel bagliore lo attraversò per tutto il corpo.
"Ehy ma che diav-" e scomparve lasciando cadere le cuffie per terra, la macchina, fuori controllo andò contro un muro, rompendo il parabrezza e attivando l'air-bag.

Anche il corpo di Giorno brillò ed egli iniziò a fluttuare. Riuscì ad allungare la sua mano verso la scrivania per prendere la freccia.
La luce Si fece più intensa ma egli riuscì a conficcare la punta nella sua mano destra.
Lo Stand, Golden Experience Requiem apparve ma scomparvero anche loro.

Joe stava correndo per strada, verso l'Hotel ma si rese conto in un battito di ciglia...di trovarsi in un luogo totalmente diverso.

To be Continued...

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