Capitolo 18

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Giro la penna fra le dita per passate il tempo dell'ora di mitologia. Le lezioni sono sempre interessanti, ma oggi per non so quale motivo, non riesco a seguire. Guardo il banco vuoto accanto a me, mi chiedo che fine abbia fatto Judy, o Derick. Mr. Rowe scrive sulla lavagna numerose parole divise in due file, alle quali tutti gli studenti sono interessati. Decido di dare un'occhiata anch'io leggendone alcuni: Basilisco, Sirena, Grifone, Chimera,... una lunga lista che neanche finisco di leggere, di creature mitologiche di diverse culture.

《 Dato che fra poco inizieranno le vacanze invernali, ho pensato di darvi una piccola ricerca da fare. Alla fine dovrete esporla all'intera classe per dieci minuti. 》 comunica il professore seguito da mormorii contrariati.

《 Vi assegnerò la creatura su cui dovrete trovare informazioni di qualsiasi tipo. 》 continua.

Dopo aver assegnato a un paio di ragazzi i loro argomenti, il professor Rowe mi chiama facendomi sussultare.

《 Alana, ho deciso di darti la Fenice.

Un rumore improvviso si sente provenire in fondo all'aula. Tutti si girano nella direzione, trovando Nikolas alzato con la sedia per terra alle sue spalle.

《 Gideon! 》urla questo con tono misto fra sorpresa e aggressività, sorprendendo tutti nella classe per aver chiamato il professore per nome con così tanta naturalezza.

《 C'è qualche problema, Blake? 》 chiede tranquillo come se nulla fosse successo.

Nikolas continua a guardarlo con sguardo di sfida, come se Mr. Rowe lo avesse minacciato o comunque detto qualcosa che non doveva. Rivolge i suoi occhi dorati su di me, facendomi irrigidire. Dopo aver scrutato il mio sguardo confuso, come il resto della classe, ritorna sul professore.

《 No. 》 risponde tagliente, riducendo i suoi occhi a due piccole fessure.

Detto questo, rimette la sedia in piedi e si siede, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo rivolto fuori dalla finestra. Gli altri ragazzi riconcentrano la loro attenzione sul professore, il quale continua ad assegnare le ricerche. Rimango qualche minuto con lo sguardo verso Nikolas, chiedendomi il perché della sua reazione esagerata. Dopotutto non è successo niente di cui all'armarsi.

***

Finite le lezioni mi dirigo verso la macchina.

《 Alana, vieni da me? 》 mi chiede Christal, prima di chiudere la portiera della sua auto.

《 Non posso. Ho promesso a Steve di passare al ristorante. 》 dico, ricordandomi di questa mattina prima di uscire da casa.

Saluto Christal che borbotta un in bocca al lupo e salgo in macchina. Dopo dieci minuti di viaggio, e con l'aiuto della cartina di Roxborn con la strada ripassata in rosso, riesco a raggiungere il ristorante senza perdermi. Anche se si trova un po' fuori dal paesino, è comunque facile da raggiungere. Da quanto ricordo, Steve aveva detto che era vicino a una strada che collegava due città vicine ma divise dalle montagne. Così gli venne in mente di costruire un "bar-ristorante", in modo che i viaggiatori si potessero fermare a riposare. Una buona idea sicuramente redditizia, per il senso d'affari è simile a mio padre. Supero il grande parcheggio per fermarmi dietro il ristorante, dove vedo il pick-up rosso di mio zio e altre auto, sicuramente dei dipendenti. Scendo dall'auto per andare verso l'entrata principale dell'edificio in pietra. Rimango ad analizzare il suo aspetto rustico, ma con un tocco di semplicità, prima di oltrepassare la porta di legno con dei pezzi di vetro opaco sulla parte superiore. Apro la porta, accompagnata dall'allegro suono di un campanello che segnala la mia entrata. Mi fermo affascinata dall'arredamento interno confortevole come quando si è a casa, circondati da un'atmosfera familiare che mi provoca un senso nostalgico ma allo stesso tempo di felicità per essere riuscita a sentirlo una seconda volta. La sala è riempita con tavolini in legno tondi sparsi un po' ovunque, un lungo balcone con esposti alcuni dolci da dietro un vetro si trova dall'altra parte di dove sono io. I lampadari al soffitto illuminano ogni parte del ristorante. Una giovane donna, dai capelli castano chiaro e gli occhi nocciola, mi viene in contro.

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