Capitolo 28

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Non ho idea del perché mi sia messa la maglia color prugna, nonostante la trovi a dir poco orrenda, ma è stata la prima cosa a capitarmi sotto mano stamattina. Per di più, come se non bastasse, in questo momento sto andando a casa di Derick dalla sua famiglia a pranzare. Ammetto di essere un po' nervosa, forse molto. Mi pento di aver accettato l'invito. Dopo quello che è successo stamattina a scuola, avrei preferito restare a casa rannicchiata nel letto oppure andare nel mio "nascondiglio" in montagna. Ormai però, è troppo tardi.

L'auto si ferma facendomi sussultare. Non mi sono nemmeno un po' concentrata sulla strada, da non avere così la minima idea in quale parte di Roxborn mi trovi in questo momento. Nonostante questo, il problema principale che mi affligge è un altro. Conoscere i genitori di Derick e Judy. Scendo dalla macchina, guardando quello che mi circonda curiosa. Mi sorprendo nel trovarmi in un quartiere di villette dall'aria poco economica, tutte curate nei minimi dettagli con la stessa struttura, ma allo stesso tempo diverse l'una dall'altra. Non avrei mai immaginato che a Roxborn ci fossero così tante ville, nonostante i suoi abitanti siano pochi. Rimango ogni volta stupita quando mi rendo conto di quanto sia, in realtà, esteso il paese. Ammiro il grazioso giardino che circonda l'abitazione, il quale è recintato da una siepe tagliata in modo rettangolare; interrotta però nel momento in cui il cemento del marciapiede si unisce con le mattonelle rosate, che formano una passerella la quale porta fino alla porta d'ingresso e una seconda al garage. Scesi dalla macchina, Derick la chiude con il semplice tasto della chiave, lasciandola davanti al grande portone bianco del garage. Si ferma aspettando che io lo raggiunga, mentre nel frattempo si tasta un dito della mano destra.

《 Ti fa ancora male la mano? 》 chiedo dispiaciuta, ricordando il momento in cui sono uscita dallo stanzino come un tornado.

《 Per niente. 》 si affretta a rispondere, mettendo giù le mani 《 Vieni, ci staranno aspettando. 》 continua, incamminandosi su delle pietre piatte staccate ma abbastanza vicine da poter formare un piccolo sentiero grigio contrastato dal verde del prato, il quale unisce le due passerelle.

Ci ritroviamo davanti alla porta d'ingresso, affiancata da due enormi vasi decorati contenenti due mini palme. La casa è di un leggero color rosa pesca un po' tendente al giallo, perfettamente in armonia con gli altri dettagli come porte e cornici di finestre bianche. Dalle ampie finestre a scacchi, si riesce a intravedere all'interno le tende tirate beige chiaro. Sento in me una strana sensazione di nervosismo, che cresce sempre di più col passare dei secondi; portandomi a passare più volte le mani sulla camicia color sabbia, così da essere sicura della rimozione di eventuali pieghe. Probabilmente Derick se ne accorge dato che mi prende la mano e la stringe nella sua, rivolgendomi un incoraggiante sorriso da farmi sentire subito meglio.

《 Non c'è bisogno di preoccuparsi. Ci sono io. 》 dice rassicurante.

Gli sorrido grata per il suo supporto, prendendo un profondo respiro prima che Derick riesca ad aprire la porta con le chiavi ed entrare. Subito, l'odore di carne alla piastra ci invade facendomi rendere conto di quanta fame abbia, la quale in precedenza era stata sepolta dall'agitazione. Derick mi invita a entrare nell'ampio ingresso, subito affiancato dal soggiorno sulla sinistra. L'arredamento è moderno e raffinato, con un tocco dell'eleganza tipica inglese, la quale anche se un po' "antiquata" non stona minimamente con il resto del design. Rimango incantata dal lusso che ogni parte della casa trasmette, anche se non all'altezza dell'abitazione di Nikolas. Appena la porta alle nostre spalle si chiude, una figura slanciata si affaccia da dietro l'angolo di un muro. Nel momento in cui posa gli occhi sul ragazzo affianco a me, il suo sguardo dai lineamenti dolci e leggeri si illumina.

《 Bentornato a casa Derick. 》 esclama la donna, camminando con passo svelto verso di noi per poi abbracciare il figlio affettuosamente.

《 Ciao mamma. 》 risponde questo ricambiando, anche se un poco imbarazzato.

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