Capitolo 23

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Mi sveglio all'improvviso nel cuore della notte, visto il buio che passa attraverso le bianche veneziane. La luna piena, tuttavia, è abbastanza grande da illuminare parte della camera; insieme a metà del volto di Nikolas che ha allentato la presa dal mio corpo, ma non del tutto lasciato. Prima mi sono addormentata cullata dal suo calore, di gran lunga migliore rispetto a quello di una coperta. Mi giro vedendo la tazza di thè che mi ha portato, ancora intatta. Dopotutto sembra gentile, a parte alcune volte. Dedico la mia attenzione di nuovo su di lui, il quale dorme beato come un bambino. Sembra così indifeso. Anche se il suo carattere è in particolar modo sgradevole, se così si può dire, sento nel profondo del cuore che di lui posso fidarmi. Lo guardo con nella mente diverse domande, forse anche troppe, che al solo vedere il suo sguardo si affievoliscono fino a scomparire. Perché mi è così familiare? Ho come la sensazione di averlo visto molte volte, averci parlato e scherzato, riso e pianto; proprio come faccio con una persona a me cara. Ma non è così, tutto questo è solo una mia impressione. Continuo a riempire la mia mente di perché mentre guardo i lineamenti rilassati del volto di Nikolas. Sposto una sua ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio, scoprendo le lunghe ciglia che prima erano imprigionate dai sottili fili neri. Al lieve contatto che il mio dito ha con la sua pelle, il volto assume una smorfia per pochi secondi. Sorrido per la buffa faccia che hanno preso i lineamenti, proprio come quando si disturbano i bambini nel sonno. Mi avvicino al suo corpo, il suo tepore è così rilassante da portandomi a cercarlo istintivamente. Mi rannicchio nel vuoto che forma la sua figura leggermente curvata distesa sul letto, chiudendo lentamente gli occhi. Dopotutto è ancora notte fonda.

***

Stavolta, quando mi risveglio, è mattina. Il sole entra dalle finestre a parete, illuminando molto più di come faceva la luna. Mi accorgo che sono da sola nel letto. Le coperte spostate scoprono il posto vuoto, evidenziando l'assenza del calore che mi avvolgeva. Accarezzo con la mano il lenzuolo, anche se il profumo di Nikolas è rimasto, la superficie è fredda. Si vede che è andato via già da un po'. Mi siedo stiracchiandomi, pronta ad andare in cucina a mangiare qualcosa; non prima però di passare dal bagno a darmi una rinfrescata, per quanto possa servire.

Apro la porta in legno sbucando dal piccolo e unico corridoio dalla casa. Una melodia mi arriva fino alle orecchie. Una melodia già sentita. Note dolci che scorrono con un andamento alternato dal lento al veloce. Pianoforte sicuramente, penso ascoltando il suono. Sono sicura di conoscere già questa canzone. Non perché l'ho sentita alla radio o da qualche altra parte, ma perché qualcosa nella mia mente mi dice che ogni volta che veniva suonata, io ero lì presente ad assistere e a godermi il suono delle note avvolgenti. Cerco di capire la sua provenienza, posando infine lo sguardo sulla porta in fondo al corridoio. Mi avvicino con passo lento, prestando attenzione solo alla melodia che si diffonde a eco nella casa. È suonata in modo divino, senza una nota stonata o sbagliata; ma c'è qualcosa che non quadra. La melodia che ricordo io era dolce e soave, la quale rasserenava chiunque la ascoltasse; mentre questa, è malinconica, colma di tristezza mista a un lieve pizzico di rabbia e rancore. I sentimenti che trasmette li sento crescere dentro di me, fino a farmi provare dispiacere per chi suona una simile musica semplicemente magnifica.

All'improvviso la melodia tace, lasciando pochi secondi di silenzio, infine interrotti dalla serratura della porta che si apre. Un Nikolas spettinato, come sempre, e con l'aria leggermente assonnata sbuca da dietro. Appena mi vede si schiarisce la voce e si raddrizza sulla schiena, dandosi una sistemata veloce a delle ciocche ribelli. Appena incrocio il suo sguardo, i ricordi della sera prima riaffiorano nella mia mente, facendomi abbassare lo sguardo per la vergogna. Però, ho come la sensazione di non essere l'unica a ripensare agli avvenimenti della notte prima.

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