Sento un gruppo di ragazze che ridono fra loro alle mie spalle. Non riesco a credere che quello mi abbia rovesciato il piatto addosso di proposito.
Vedo la schiena del ragazzo che si allontana andando verso un tavolo, avrei voglia di tirargli in testa il vassoio che ho in mano. Sento i suoi amici che gli urlano divertiti "Bravo Nik." o "Le hai dato un ottimo benvenuto.". Beh, per quanto mi riguarda, la prossima volta che "Nik" mi capita sotto tiro, non risponderò più delle mie azioni.
Guardo la sala e vedo che tutti ridono di gusto per lo spettacolo appena finito. So che dovrei essere in lacrime per la vergogna e l'imbarazzo, ma provo solo rabbia. Sono fatta così, è il lato della personalità fredda e riservata che mostro alle altre persone. Il mio viso assume un'espressione indifferente. In questo momento, riesco a reagire solo in questo modo, e a parer mio, è la miglior risposta, poiché non dà alcuna soddisfazione.
Mi guardo la maglia color pesca piena di cibo e sugo. Sono sempre stata una persona ragionevole che non si arrabbia quasi mai, ma ora, sono furiosa. Prendo un lungo respiro per distendere i nervi, per fortuna ci riesco, altrimenti gli sarei corsa dietro e gliele avrei date di santa ragione. Gli risparmio la pessima figura di essere pestato da una ragazza. Dato il mio corpo alto e magro, do l'impressione di essere debole. Posso assicurare che non è affatto così, considerando anche le lezioni di karate e judo delle medie. Lo guardo un'ultima volta, i nostri occhi s'incrociano e piega le sue labbra in un sorriso soddisfatto. Sento ritornare la rabbia.
Esco dalla mensa lasciandomi lo sguardo del ragazzo addosso e il frastuono delle risate alle spalle, non mi importa se fanno così, buon per loro che si divertono. Entro nel bagno più vicino per darmi una pulita. Pensavo fossi messa meglio, ma quanto pare mi sbagliavo di grosso. La maglia ha preso un colore completamente diverso dalla tonalità pesca, alcune delle mie ciocche scure sono unte del sugo della carne e sulla pelle ho un po' di purè. Come se non bastasse, sento la pappa gialla della mensa, scivolare piano piano dentro lo scollo della maglia. Mi guardo allo specchio con entrambe le mani poggiate al lavandino. Il mio volto è sempre indifferente all'accaduto; ma ora che sono da sola e più tranquilla, riesco a fare mente locale. Sento il corpo pesante, come se sulla schiena ci fossero poggiati dei macigni. Non sono mai stata una persona orgogliosa, almeno credo, ma riesco a sentire la mia dignità rotta in mille pezzi. Tutto per colpa di quello lì.
Mi tolgo la maglia sporca facendo attenzione a non impiastricciare i capelli ancora di più. Mentre cerco di sfilarla, sento la porta del bagno aprirsi. Continuo il mio delicato lavoro senza fare caso a chi è appena entrato.
《 Hai bisogno di una mano?》 sento dire da una voce dolce, mi sembra di averla già sentita.
Mi fermo, pensando alla reazione che può avere una persona nel vedermi togliere una maglia alla velocità di un bradipo.
《 No, è tutto a posto.》 dico schietta, riprendendo quello che ho interrotto. Sento una risata soffocata e delle mani che tirano via la maglia, ormai rimasta bloccata.
《 Lascia che ti aiuti Alana.》
In un attimo, la maglia viene sfilata dalla mia testa e la luce della lampada a neon appesa al soffitto, mi fa battere gli occhi più volte. Nel riflesso dello specchio, vedo le due fessure di ghiaccio della ragazza che stamattina mi ha indicato la classe di mitologia ed è nel mio stesso corso di storia.
《 Grazie.》
《 Sono Judy.》 continua sorridendo. 《 Siamo nello stesso corso di storia e mitologia.》 la guardo, cercando di ricordare in quale banco fosse seduta nel corso di Mr. Rowe, ma non ci riesco.
Rispondo anch'io con un sorriso, è inutile che mi presenti, a quanto pare mi conosce; con quello che è successo in mensa, tutta la scuola saprà già chi sono.
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Rebirth
FantasyPrimo volume della saga "Rebirth". "A volte la realtà nasconde dei segreti. Se siano buoni o cattivi, spetta a te decidere." La mia vita era simile a quella di una qualunque altra sedicenne, o quasi. Dopo quella notte però, tutto cambiò. Dovetti ri...