Capitolo 32

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L'odore di muschio mi investe, soffocandomi. Una piacevole mancanza d'aria, compensata dal dolce aroma che accompagna sempre il ragazzo. Con gli occhi chiusi, respiro profondamente avendo difronte a me la visione di un'ampia distesa di erba sotto i miei piedi, e un infinito cielo limpido come tetto accompagnato da una piacevole brezza che mi accarezza gentile. Al solo sentirmi avvolgere dal profumo di Nikolas, provo la sensazione di piena libertà.

Apro gli occhi, e come quando ci si sveglia da un sogno: cado nella realtà. Mi ritrovo circondata dalle quattro mura bianche con difronte a me le grandi finestre le quali si affacciano sul bosco che circonda la casa sfarzosa. Anche questa stanza non è cambiata dalla mia ultima visita, è come se fosse stata disabitata fino ad ora. Chiudo lentamente la porta alle mie spalle, con il rumore acuto e sinistro della porta che urla per tutta la stanza. Anche se il suono è talmente agghiacciante da far accapponare la pelle, i miei occhi sono catturati dalla figura distesa sul letto fra le lenzuola di seta bianche e grigie perla.

《 Nikolas. 》 sussurro, riuscendo a mala pena a sentire la mia stessa voce.

Sapevo che lo avrei trovato qui. Mi avvicino al letto fino ad arrivare a un lato del bordo con il respiro spezzato. Rimango a osservare l'immagine di Nikolas che dorme con addosso solo un paio di jeans consumati a vita bassa, lasciando intravedere anche una parte dei boxer neri che si trovano sotto a essi. Il petto nudo, scolpito e tonico simile a quello di una statua greca, è percorso da alcune gocce d'acqua, assieme ai suoi capelli corvini attaccati alla fronte, reduci di una doccia. Il petto atletico si alza e si abbassa seguendo un ritmo regolare, ipnotizzandomi per la sua perfezione con la pelle liscia e chiara. Rispetto all'ultima volta che l'ho visto dormire, questa, sembra essere profondamente addormentato e stanco. Mi siedo sul bordo del letto rivolta verso il ragazzo per continuare a guardarlo, è strano che io non abbia sentito il minimo imbarazzo a fare una cosa del genere. Non mi sento affatto a disagio in questo momento. Potrei continuare a osservarlo per tutta la notte senza mai stancarmi della sua rara bellezza e del suo momentaneo aspetto indifeso. Facendo attenzione a non interrompere il suo sonno, sposto delicatamente con una mano una ciocca ancora umida scoprendo il suo volto e finendo poi per accarezzare la mascella marcata. Passando il palmo sulla sua pelle, una strana fitta si fa sentire all'interno del mio corpo. Non un dolore acuto, bensì uno debole che sembra essere familiare ma soprattutto nostalgico.

《 Perché riesci a trasmettermi calma e confusione nello stesso momento? È come se fossi divisa a metà. Una parte non riesce a capire il tuo atteggiamento, mentre l'altra si sente al sicuro solo se sta al tuo fianco. 》 gli chiedo stupidamente, come se mi stesse ascoltando in questo preciso istante.

All'improvviso la mano di Nikolas scatta afferrando il mio polso, costringendomi a un sussulto e a fermare la mia mano dall'accarezzare il suo viso. Non ci faccio molto caso poiché subito dopo mi capovolge con la sola forza del suo braccio, lasciandomi letteralmente senza respiro quando mi scontro con il letto. Mi ritrovo sdraiata, con la schiena sopra il comodo materasso in mezzo al letto, e una parte della testa sui numerosi cuscini abbinati alle lenzuola. Il mio cuore si è fermato qualche momento per la sorpresa, non aspettandosi che Nikolas in realtà fosse sveglio. Sbatto più volte le palpebre per rendermi conto della situazione che si è appena creata. Cerco di alzarmi per scendere dal letto, ma il peso di Nikolas a cavalcioni sopra di me lo impedisce. Inizio ad agitarmi un po'.

《 Mia piccola Alana. Sei stata ingenua a venire da sola nella tana del lupo. 》 sibila sinistro, facendo investire il mio corpo da un'ondata di freddi brividi.

È la prima volta che vedo Nikolas così strano, sembra un'altra persona. Non ho più avvertito il presentimento di stare allerta in sua presenza, se non ai primi incontri che ho avuto con lui, ma adesso la mia coscienza mi sta urlando di non abbassare la guardia. Resto ferma sotto il suo corpo, le ginocchia piegate sul materasso riescono a tenere fermi i miei fianchi, impedendomi di sgusciare via con la facilità che credevo. Anche se il busto è eretto e la testa alta che mi squadra con superiorità, le braccia sono lasciate cadere morbide ai lati del corpo; dandomi più l'impressione di una marionetta attaccata a dei fili invisibili. Nonostante questo, non riesco a distogliere lo sguardo dagli occhi di Nikolas, anche se il suo viso è più in alto del mio, riesco a vederli chiaramente. Al solo contatto con quelle luci dorate, sento il gelo arrivare fino alla spina dorsale facendomi stringere lo stomaco. Non avevo mai visto i suoi occhi completamente vuoti, come se fossero stati privati dell'anima. Li ho sempre potuti ammirare in tutta la loro accecante luminosità, invece ora, con le pupille più piccole che io abbia mai visto e un colore simile a un oro sporco e sbiadito; fatico a riconoscere quegli occhi che mi hanno sempre affascinata, non credendo possibile che un giorno li avrei visti di un'opacità simile. La paura inizia a farmi muovere, cosa che prima non riuscivo a fare, convincendomi a ribellarmi per cercare di riavere la libertà.

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