Guardo Nikolas seria, in attesa di una sua risposta.
《 Come facevi a essere davanti alla porta di casa nel preciso momento in cui mi ha aggredito quell'uomo? 》 dico di nuovo vedendolo restare in silenzio.
《 È stato un caso. 》 risponde infine.
Rimango a guardarlo senza dire una parola. Come fa a dire che è stato un caso, quando è ben la terza volta che compare davanti a me nel momento in cui ho bisogno di aiuto. Posso passare sopra al fatto di quando mi ha dato un passaggio in macchina fino a casa, può capitare di incontrarsi per caso in una piccola città. Ma dall'intervento con il gruppo di ragazzi, incontrati la sera al ritorno dal supermercato in poi; i dubbi iniziano a galleggiare nella mente. E ora anche l'aggressione di poco fa. Inizio a chiedermi se sia davvero una coincidenza tutto ciò che è accaduto.
《 È già la terza volta che capita. Ogni volta che ho bisogno d'aiuto, tu compari dal nulla a prescindere da dove mi trovi; come un eroe. 》
Nikolas si apre in una rumorosa risata, come se avessi appena fatto una battuta.
《 Credi agli eroi? 》 chiede.
《 No. 》 rispondo secca, un po' confusa dalla domanda 《 Adesso dimmi il perché eri a casa mia in quel preciso momento. 》
《 Non penso tu debba saperlo. 》 finisce rivolgendo il suo sguardo difronte a sé.
Il suono di quelle parole, accendono dentro di me un fuoco di rabbia. Mi alzo di scatto, attirando ancora una volta l'attenzione di Nikolas su di me. Esco dalla fontana grondante d'acqua per poi girarmi verso di lui.
《 Sono stata quasi uccisa da uno sconosciuto, e tu pensi che non debba sapere nulla? Non hai il diritto di dirmi cosa sapere o no. 》 urlo in preda alla totale ira.
Lancio un urlo isterico per sfogarmi una seconda volta, e inizio a dirigermi verso il bosco con passo veloce e i pugni chiusi per la rabbia.
《 Dove stai andando? 》 sento dire da Nikolas ormai alle mie spalle.
Senza fermarmi o rivolgergli uno sguardo, rispondo in modo che mi possa sentire bene 《 Lontano da te. 》
***
Dopo un quarto d'ora di camminata fra gli alberi, mi convinco di essere abbastanza lontana da poter iniziare a rallentare il passo. Stavolta Nikolas mi ha fatto davvero infuriare. Cammino lungo il sentiero di terra, ancora fradicia da capo a piedi. I capelli, insieme ai vestiti, sono attaccati alla mia pelle e gocciolano lasciando piccoli segni invisibili sul terreno. Il vento inizia ad alzarsi facendosi freddo, e alcune nuvole ricoprono interamente il cielo, oscurando tutto intorno a me. I vestiti bagnati e dell'aria gelida, mi costringono a prendermi le braccia per sentire meno freddo sulla mia pelle ricoperta da brividi. Mi maledico per essermi vestita così leggero.
Dopo qualche altro minuto di camminata, raggiungo un piccolo spazio, dove un albero crollato in mezzo ai suoi simili, mi fa fermare. Osservo il grosso tronco steso per terra, ricoperto di edera senza far spuntare un solo pezzo di corteccia. Anche gli altri alberi sono ricoperti di muschio verde, almeno per due o tre metri di altezza. È come se rimanessero vicini al loro amico crollato al suolo, facendogli compagnia. Guardo il cielo nuvoloso circondato dalle punte degli alberi, come se lo volessero raggiungere. Stanca e infreddolita, raggiungo il tronco abbattuto per sedermi a terra con la schiena contro di esso. Raccolgo le braccia al petto e mi guardo intorno. Non ho la minima idea di dove sia finita, né tanto meno dove sia la strada di casa. Potrei ritornare indietro, ma sicuramente sbucherei nel giardino di Nikolas; e non ci tengo proprio a chiedergli aiuto. Decido di riposare un po' qui, stendendomi sul soffice lenzuolo di edera e raggomitolandomi per sentire meno freddo. Prima di trovare una soluzione a tutto questo, riposerò qualche minuto.
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Rebirth
FantasyPrimo volume della saga "Rebirth". "A volte la realtà nasconde dei segreti. Se siano buoni o cattivi, spetta a te decidere." La mia vita era simile a quella di una qualunque altra sedicenne, o quasi. Dopo quella notte però, tutto cambiò. Dovetti ri...