Capitolo 33

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Mi chiedo come possa essere possibile, che in questo preciso istante, io stia camminando per il corridoio della scuola. La scorsa notte non ho quasi chiuso occhio, continuavo a pensare a Nikolas. Già, incredibile ma vero, ho fatto una cosa che non avrei mai pensato di fare in tutta la mia vita. Per tutta la notte ho rivissuto quello che è successo a casa sua, continuamente, come in un video registratore. Il suo comportamento mi ha lasciato di stucco. Aver anche detto che non voglio stare lontano da lui mi ha totalmente spiazzato, non riesco a credere di aver pronunciato delle parole simili, soprattutto a lui. Solo quando sono arrivata a casa, mi sono resa conto di quanto quella frase possa essere considerata come una specie di dichiarazione mascherata. Anche solo ritornarmi in mente, mi imbarazzo talmente tanto da volermi rinchiudere in camera e non uscirne mai più. Il rientro a casa è stato senza alcun ostacolo, per fortuna Steve non era ancora tornato da lavoro; dieci minuti dopo essere entrata in bagno per una doccia, è arrivato anche lui: oserei dire un tempismo impeccabile. Alla fine, dopo essermi messa sotto le coperte esausta, mi sono ritrovata con la mente affollata da non riuscire a trovare pace, così da perdere addirittura il sonno. Stento ancora a credere di aver trovato la volontà per alzarmi dal letto con tutto quello cui ho pensato; specialmente per trovare una scusa plausibile per quando Nikolas ha "bevuto" il mio sangue, anche se ora non ho alcun segno rimasto sul mio collo che testimoni quanto è successo. Ho cercato in vano una qualche strada per liberarmi la mente dalle continue domande che esigevano una risposta, accompagnata anche dall'auto di Google. Ho letto tanti siti di qualunque genere di argomento da aver perso il conto, dalla medicina ai riti satanici. Risultato finale: Nikolas potrebbe essere un vampiro. Dopo aver pensato a una cosa del genere, mi sono data uno schiaffo per l'assurdità di essere arrivata a un punto tanto improbabile, per non dire inesistente. Ora la mia mente, sembra il cesto di una lavatrice piena fino all'orlo, dove tutto gira talmente veloce da non riuscire a distinguere un ragionamento dall'altro.

Passo per la decima volta nel medesimo corridoio, avendo un vuoto di memoria su dove si trova la classe dell'ora di letteratura. Riuscirmi a concentrare su qualcosa oggi, sarà davvero un'impresa ardua. Mettendo da parte i pensieri riguardanti Nikolas, cerco di scavare nella mente per sapere la mia destinazione. Guardo intorno per magari avere un'illuminazione, notando che per essere quasi l'inizio della prima ora, ci sono molti studenti ancora a giro per i corridoi. Non do molta importanza all'affollamento in cui mi ritrovo, così come a sbrigarmi nel raggiungere la classe. Per fortuna Mrs. Fisher, non è la classica professoressa da mandarti dal preside appena fai un minuto di ritardo, nonostante lo sembri solo guardandola; anzi, spesso e volentieri è lei che arriva dopo. La campanella che annuncia l'inizio della lezione suona, con il classico rumore stridulo, il quale di prima mattina se ne farebbe volentieri a meno. Cammino piano con passo stanco, finché non vedo una chioma platino che brilla sotto la luce del neon. Per un momento stento a riconoscere Judy, i capelli mossi mi hanno confusa poiché fin da quando la conosco li ho sempre visti lisci come spaghetti. Con le braccia incrociate al petto e un'aria stufa dipinta sul volto, attende davanti alla porta di un'aula chiusa sbuffando, con il peso su una gamba. Mi avvicino per salutarla; nonostante abbia litigato con suo fratello, lei stessa si è schierata dalla mia parte definendo Derick "permaloso", senza neanche cambiare di una virgola la nostra amicizia. La vedo scrutare con i suoi occhi color ghiaccio le persone nel corridoio davanti a sé, per infine vedere la sua espressione illuminarsi e picchiettare con l'indice il polso dell'altra mano; segnando all'ospite che sta aspettando che è in ritardo. Divento una statua quando vedo l'altra persona; è la stessa che per tutta la notte mi ha tormentato non facendomi chiudere occhio. Nikolas si ferma proprio difronte a lei iniziando a parlare. In preda all'agitazione, cerco un nascondiglio per non farmi vedere dal ragazzo. Potrei chiedere direttamente a lui cosa gli è preso la sera prima, ma dopo averci pensato un po' e aver sentito il tono abbattuto e colpevole di Nikolas sul non fare domande, ho deciso di aspettare qualche giorno per chiedergli qualcosa a riguardo. Credo sia la decisione migliore, dopotutto in questo genere di situazioni delicate è meglio far passare del tempo prima di riparlarne. Per il momento, mi accontento di nascondermi dietro alla fila di armadietti grigi attaccati al muro a osservare curiosa. Non ho mai visto quei due insieme, per dirla tutta credo che si odino a vicenda. Ogni volta che l'argomento Nikolas si presenta a Judy, lei fa una faccia quasi disgustata criticando ogni sua piccola cosa; lo stesso per Nikolas, sembra c'è l'abbia con tutta la famiglia Martin e in particolar modo con Derick. Vederli insieme è una cosa rara e strana, soprattutto se stanno parlando come persone civili. Per un po' fatico a credere ai miei occhi, se Nikolas e Judy si sono dati appuntamento per vedersi, deve essere successo qualcosa di grave. Cerco di concentrarmi su di loro per sentire quello che dicono, ma il chiasso nei corridoi mi impedisce di sentire anche solo una singola vocale. Anche quando vedo Judy sobbalzare e Nikolas tapparle la bocca con la mano in uno scatto repentino, a quanto pare sembra che quello che il ragazzo le ha detto l'abbia stupita a tal punto da farla urlare, peccato che non riesca a percepire neanche la voce di Judy tra il frastuono dei ritardatari che passano fra i corridoi. La voglia di urlare a tutti un "State fermi!" è enorme, ma se lo facessi, sarei scoperta mandando in fumo la mia temporanea copertura da spia. Dopo poco vedo entrambi farsi seri, un'atmosfera che non dura molto dato che Judy la spezza sorridendo felice. Proprio così, mostra un sorriso a trentadue denti a Nikolas. Al ragazzo che non sopporta e che evita come la peste. Rimango a bocca aperta, mentre li vedo andare via insieme verso non so quale altro posto. Sono talmente scioccata da non riuscire neanche a seguirli; non che sia una cosa che mi riguardi. Se si frequentano, non è affar mio. Vederli insieme e così gentili l'uno con l'altra, mi lascia proprio senza parole.

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