Finalmente arrivo davanti alla sperduta casa di Nikolas. Ho sempre amato la tranquillità delle case un po' fuori dalla città, ma la sua è esageratamente isolata; ma dopotutto, probabilmente a lui sta bene così poiché non è umano e ha bisogno del suo spazio, molto spazio viste le reali dimensioni. Comunque, fortunatamente sono stata in grado di arrivare fino a qua senza sbagliare strada. Nella situazione in cui siamo in questo momento, non posso permettermi di incontrare contrattempi. Scendo dall'auto piegando in avanti il sedile e prendendo di nuovo Nikolas sulle spalle. Con una spinta del piede chiudo lo sportello, e inizio a trascinare le mie gambe più il peso del ragazzo fino alla porta d'ingresso sopra il portico in legno. Non ho mai pensato a quanto Nikolas fosse molto più grande rispetto a me, solo ora che ho il suo corpo addosso, inizio a rendermi conto della sua corporatura. Il mio fisico messo a confronto con il suo, è esile quanto un pulcino appena uscito dal guscio può essere vulnerabile; ed io non ho una figura minuta, non con il mio metro e settanta e con una terza abbondante per lo meno. Però, quando mi trovo in situazioni di pericolo, non riesco a cavarmela con le mie sole forze. Pensandoci, è da quando sono arrivata a Roxborn che non faccio altro che essere aggredita; e c'è chi dice che le grandi città sono pericolose. Giunta finalmente davanti alla porta, realizzo l'esistenza di un fatto sconvolgente. Non ho le chiavi. Mi volto verso Nikolas ancora con gli occhi chiusi, per poi posare lo sguardo sul mantello scuro in cui l'ho avvolto. Non le ha neanche lui. Mi batto la mano libera in fronte, per infine togliere il braccio di Nikolas dietro al mio collo e appoggiarlo sulla colonna in legno che fa da angolo alla ringhiera. Osservo nelle vicinanze, probabilmente tiene una copia della chiave da qualche parte qui intorno. Perlustro tutti i tipici posti: sotto lo zerbino, dentro i vasi con le piante vicino la porta; ma non trovo nulla che assomigli a una piccola placchetta di metallo. Sono così vicina eppure non posso entrare, e tornare indietro per andare a prendere le chiavi che probabilmente Nikolas tiene nella borsa con cui viene a scuola richiederebbe troppo tempo, per non dire inoltre che potrebbero non esserci neanche. Mi accuccio difronte al ragazzo ancora addormentato, provando a svegliarlo chiamandolo e scuotendogli la spalla. Nonostante tutto è inutile, non si scompone minimamente dal suo stato attuale, il che non mi sorprende affatto dopo la vera e propria battaglia che ha fatto contro Derick. Sospiro rassegnata cercando di trovare una soluzione. Improvvisamente ricordo di una porta finestra sul retro, la quale se ricordo bene, si affaccia sul giardino dietro casa con i cespugli di rose e il piccolo stagnetto limpido. Ricomincio la marcia sotto forma da animale da soma, portando il peso "piuma" di Nikolas ancora una volta, sento che a forza di averlo su una spalla la mia altezza si sta abbassando ogni minuto che passa.
Sperare di riuscir a entrare dalla porta finestra è soltanto una mera fantasia, sfumata come una nuvola non appena ho costatato che la porta non scorre. Ovviamente nessuno lascerebbe la propria casa aperta quando è fuori. Nonostante tutto, anche se chiusa, sarà più facile rompere un vetro invece di sfondare una porta di legno massiccia. Dopo essermi liberata dal carico, di nuovo, mi dispongo difronte all'entrata prendendo profondi respiri. Quando sento di essere abbastanza pronta per dare un calcio al vetro, carico la gamba prendendo una piccola spinta grazie alla ringhiera colpendo il vetro a piede piatto. Nei film è molto più facile, almeno così danno a vedere, invece devo mordermi il labbro per non urlare dal colpo che il vetro mi ha rimandato indietro. Il risultato alla fine è: io caduta sul mio stesso fondoschiena, e la finestra scorrevole senza essersi spostata di un millimetro. Mi rimetto in piedi determinata nel riprovare a mettere in atto un altro tentativo, stavolta con più forza. Carico con tutta la convinzione che posso riuscire a racimolare, colpendo una seconda volta con lo stesso piede dolorante; mi sorprendo nel sentire sprofondare il peso messo in esso, poco dopo essermi posata sul vetro. Non posso credere di essere riuscita a rompere il vetro, sono fiera di me stessa, anche se non si dovrebbe fare. Tiro fuori il piede dalla crepa che si è formata, togliendo il blocco della porta finestra per aprirla.
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Rebirth
FantasyPrimo volume della saga "Rebirth". "A volte la realtà nasconde dei segreti. Se siano buoni o cattivi, spetta a te decidere." La mia vita era simile a quella di una qualunque altra sedicenne, o quasi. Dopo quella notte però, tutto cambiò. Dovetti ri...