Tre respiri

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I primi giorni di scuola furono tranquilli per Hermione.
Forse troppo.
E quella mattina si svegliò conscia del fatto che ad attenderla vi fossero quattro ore di Pozioni.
Non quattro normali ore di Pozioni.
Quattro ore d'inferno con il più severo, scorbutico e arcigno Professore di Hogwarts.
Automaticamente i suoi pensieri virarono a quella sera, al molo, al ricordo scarlatto di un morente Professore.
Quella disperazione provata proprio in quegli attimi, parve impossessarsi nuovamente del suo cuore, seppur quella sensazione apparisse molto più lontana, staccata.
Merito soprattutto del tempo che, si sa, lenisce tutte le ferite, per quanto profonde esse siano.
Passò le affusolate dita lungo il braccio sinistro, fermandosi all'altezza della piega interna del gomito, quasi in un gesto istintivo.
Quel stesso braccio che, mesi prima, era riuscito a salvare il Professore.

In quel preciso istante vide entrare l'oggetto dei suoi pensieri e, il ricordo di quegli occhi angosciati e pieni di paura, vennero velocemente sostituiti dal solito sguardo apatico, privo di ogni sorta di emozione.
Aveva visto un lato umano in quell'uomo che ora veniva sostituito da un automa privo di qualsiasi forma di sentimento, se non l'apatia.
"Chi sei, Severus Piton?"

La lezione di pozioni di quel giorno fu, come predetto dalle aspettative della studentessa, una vera e propria tortura.
La ragazza sedeva in fondo all'aula, in un vano tentativo di tenere un basso profilo.
Ma, a pensarci bene, con molta più probabilità avrebbe destato meno interesse nel Professore, se fosse rimasta al suo solito posto.
Fu tardi per cambiare idea, perché proprio in quel momento entrò Piton con la sua solita impetuosità, dopo aver sbattuto con violenza la porta della sua aula.
L'aveva seguito in tutto il suo percorso, finché egli non si fermò davanti la cattedra, voltandosi in modo lesto verso gli studenti.
Lo sguardo rabbuiato ricadde automaticamente su di lei, facendola sussultare.
Come poteva avere ancora tutto quel potere di intimorirla, dopo ciò che lei aveva visto?
Abbassò il viso, nascondendo quel rossore che, da quando i loro sguardi si erano incrociati al primo giorno di scuola, si impossessava violentemente delle sue gote.
Non era paura.
Non era malizia.
Semplicemente l'essere cosciente di portare un segreto che lo riguardava.

Tenne chino il capo finché non sentì la voce del Professore mentre spiegava la lezione di quel giorno.
Il suo profondo disagio venne sostituito dalla curiosità nel sentire l'argomento del giorno: la Pozione Rivedipensieri.
Ascoltò attentamente ciò che il Potion Master diceva.
-Nessuno di voi stolti sa di cosa sto parlando, non è così?-
Il Potion Master dondolava su se stesso, quasi impercettibilmente.
Hermione aveva un'irrefrenabile tentazione di rispondere, di alzare la sua mano, di soddisfare il suo piccolo ego. Ma proprio per quel suo segreto, che portava appresso come un pesante macigno, l'aveva fatta desistere.
-Nemmeno la so-tutto-io sa rispondere?-
Eccolo.
Il sopracciglio alzato e quel tono sprezzante, sarcastico.
La Grifondoro sussultò sulla sedia, temendo a momenti di cadere.
Sperava vivamente di passare inosservata durante quelle lunghissime quattro ore ma, a quanto pareva, dopo nemmeno dieci minuti l'aveva già nominata.
Deglutì, incerta sul da farsi.
Il suo tipico coraggio da Grifondoro svanì in quello stesso istante, lasciandola con la gola secca, incapace di parlare.
-Allora, Signorina Granger?- la guardava quasi trapassandole da parte a parte.
Il mago parve irritarsi da quell'inusuale quanto insensato silenzio.
-Ha perso l'uso della parola?-
Ancora nessuna risposta, così disse semplicemente.
-Bene. 5 punti in meno a Grifondoro, anche se devo ammettere che la sua perdita di parola non è poi così spiacevole-
Un flebile brusio di lamenti si alzò in classe, con tanto di occhiate poco piacevoli da parte dei suoi compagni di casa.
No.
Non avrebbe replicato.
Sapeva quanto il Potion Master potesse essere vendicativo.

-Silenzio!- tuonò Piton, continuando poi la spiegazione della Pozione.
Passarono altri venti minuti, dopodiché venne loro ordinato di spostarsi verso i calderoni, per la preparazione dell'intruglio.
Hermione rimase in fondo all'aula, tra gli ultimi calderoni.
Riflettè su quanto accaduto poco fa.
Sapeva bene cosa fosse la Pozione Rivedipensieri.
Un lampo nella sua testa la fece fermare dalla propria attività.
Un paio di occhi neri come la notte invasero i suoi pensieri.
Addolorati.
Strazianti.
Con delle gocce di rugiada fuoriusciti dalle palpebre inferiori.
E quella voce rotta.
"Prendile...Potter"
Si ridestò dai pensieri non appena il Potion Master si avvicinò a lei -oltre ad aver perso l'uso della parola, ora dorme anche in piedi?-
Era vicino.
Troppo vicino.
-Mi scusi, Professor Piton- proferì senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi e, come una molla, scattò verso le dispense, alla ricerca degli ingredienti necessari.

Piton rimase sul posto, sempre più confuso.
Quella ragazza era diventata strana.
"Stramba" si limitò a pensare.
Guardò la ragazza per alcuni secondi, voltata di spalle.
Il Potion Master confrontò il ricordo dell'undicenne dai capelli cespugliosi e dai dentoni da castoro con quel corpo piacevolmente mutato, mentre studiava pensierosa la dispensa.
Una donna, di fatto.
Girò su se stesso in preda al fastidio di quel pensiero, avvicinandosi come un silenzioso gatto tra gli studenti, togliendo qua e la alcuni punti.

Quelle tre ore furono interminabili per Hermione, faticando a concentrarsi per la buona riuscita dell'intruglio.
Aveva amaramente constatato come quel liquido trasparente non avesse assunto la giusta densità.
Ma in quel momento l'unica cosa importante era correre fuori da quell'opprimente aula, che le dava una spiacevole sensazione di soffocamento.

Prese il primo profondo respiro.
Versò cautamente la mediocre Pozione, travasandola nella provetta. Vi attaccò un'etichetta scrivendovi il proprio nome.
La calligrafia risultava tremante.

Prese un secondo respiro.
Si voltò verso la cattedra, notando essere l'ultima della classe a consegnare il campioncino al Professore. Vide gli ultimi studenti arrivare alla scrivania, sotto lo sguardo severo di Piton, per poi andarsene velocemente. Quegli occhi neri scattarono su di lei, come un falco.

Prese un terzo respiro.
Con la gola arida, le gambe molli e il cuore impazzito, si decise ad avvicinarsi alla cattedra.
Appoggiò velocemente la propria provetta nel portafiale, per poi andare a recuperare i propri effetti nell'ultimo banco dell'aula.
C'era quasi riuscita. Mancavano pochi passi all'uscita.

-Granger, non tanta fretta-

Legame indissolubile - snamioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora