Mentire all'evidenza

708 30 0
                                    

-Io non provo nulla-
Quattro parole, mille pezzi di un cuore in frantumi.
-Non è vero- tentò lei con voce tremante -Io so che lo dici solo per paura-
-Quanto spreco di fiato, Granger. Sei così presuntuosa nel credere di sapere ciò che prova una persona estranea-
Ora gli occhi della Grifondoro erano divenuti pericolosamente lucidi.
-N..non s..sei un estr...aneo-
-Ah si?- aveva alzato un sopracciglio -lo vuoi un resoconto dettagliato di ciò che ha compiuto, durante la carriera, un mangiamorte come me?- la stava deridendo, ma d'un tratto nei suoi occhi passò un lampo.
-O potrei dimostrartelo, senza sprecare inutilmente aria-
Le aveva preso i polsi, stringendoli con incredibile forza. Con la mano libera si insinuò sotto la camicia della divisa.
-Lasciami andare- aveva proferito flebilmente, ma senza alcun risultato. Quella mano si stava muovendo verso il proprio seno.
Si dimenò con forza, urlando di nuovo la stessa affermazione -lasciami andare!-
Riuscì a divincolarsi da lui, guardandolo con quegli occhi ambrati pieni di paura.
Nuovamente si era posta la stessa domanda di qualche tempo prima "chi sei, Severus Piton?"
Non era lo stesso uomo che l'aveva delicatamente baciata il giorno di Natale, e ciò la spaventava a morte. Cominciava seriamente ad aver paura.
Lo guardò un'ultima volta, prendendo poi i propri effetti ed uscendo di corsa.

Severus Piton non era mai stato un uomo in grado di dimostrare i propri sentimenti. O meglio...gli unici sentimenti in grado di esternare e che apprezzava particolarmente erano la rabbia e lo sadismo. Quando le giornate troppo monotone e apatiche lo annoiavano, cedeva facilmente all'impulso di togliere punti o di assegnare punizioni ai poveri malcapitati. O quando qualche studente sbadato faceva esplodere il proprio calderone, non si esimeva dall'esprimere il proprio disappunto anzi, semmai provvedeva ad insultare in modo assai colorito l'autore di quel gesto.
Ma l'amore...
Persino di fronte ad Albus Silente non si era sbilanciato, evocando solamente quel patronus a forma di cerva che racchiudeva tutto ciò che nemmeno mille parole sarebbero riuscite ad esprimere.
Ed ora, di fronte a quell'innocente e stupenda ragazza, non era riuscito ad ammettere la realtà dei fatti, optando invece per metodi maleficamente più conosciuti da se stesso.
"Codardo"
Perché lui era solo questo.
Un vigliacco, non in grado di affrontare un sentimento.
Gli occhi ambrati, in preda ad una profonda tristezza, fecero capolino tra i suoi pensieri, procurandogli nuovamente pesanti sensi di colpa.

In quella tiepida mattina di maggio, Ginny si era svegliata di buon'ora, trovando il letto dell'amica vuoto. Sbuffò facendo pesantemente cadere la testa sul cuscino.
Non si capacitava proprio di tutte quelle energie che, la sua amica, dedicava allo studio. Pareva instancabile.
Scese dal proprio letto e, una volta sistemata, si recò in Sala Grande, dove si accorse nuovamente dell'assenza dell'amica.
Si sedette sulla lunga panca di legno, mentre chiedeva a Calì dove fosse finita Hermione.
Quest'ultima rispose alla rossa con un'alzata di spalle dicendo solamente -forse è in biblioteca-
Cercò di convincersi di quell'affermazione, ma il suo sesto senso sembrava quasi allertato da qualcosa. Si sbarazzò di quell'inutile preoccupazione dedicandosi, piuttosto, al proprio pasto.

Piton finì la propria frugale colazione in modo svelto, ritrovandosi nella propria aula prima dell'orario di lezione. Di lì a breve avrebbe avuto il settimo anno di Grifondoro e Corvonero e ciò gli procurava una sensazione simile ad una morsa allo stomaco. Non fece in tempo a dilungarsi nei pensieri che i primi studenti si sedettero alle proprie postazioni.
Nei successivi cinque minuti la classe si riempì, constatando però l'assenza della giovane.
Passarono le 8 e di lei nemmeno l'ombra e, fino a quel momento, non aveva proferito alcuna parola. Gli alunni cominciarono a chiedersi cosa stesse succedendo, mentre in classe stava emergendo un brusio sempre più forte.
-Silenzio!- tuonò lui, cominciando a parlare -aprite a pagina 364 e leggetela, in silenzio-
Sotto lo sguardo incuriosito e incredulo di molti, uscì dall'aula senza dire nulla.

Quella dannata ragazzina non poteva permettersi di saltare una lezione di Pozioni, o la McGranitt gliel'avrebbe fatta pagare cara, a lui. Arrivò con passo sicuro e deciso al dormitorio femminile di Grifondoro, non potendo che constatare l'assenza della ragazza.
"Dove si sarà cacciata?"
Poi l'illuminazione.
Scese di qualche piano, uscendo dalla scuola e dirigendosi verso la foresta, dove Hagrid stava tenendo una lezione di Cura delle Creature Magiche. Interruppe senza tante cerimonie il guardiacaccia.
-Signorina Weasley, mi segua-
Ginny strabuzzò gli occhi ma lo seguì senza osar replicare.

Si allontanarono quanto bastava per non essere sentiti da orecchie indiscrete.
-Weasley, sa dove si trova la Granger?- nella voce del Potion Master c'era una leggera nota di apprensione, che fece accigliare Ginny.
-Non dovrebbe essere alla sua lezione?-
Piton la guardò alzando teatralmente un sopracciglio -Weasley, credevo fosse più sveglia di suo fratello- e continuò -se la Granger fosse nella mia aula non sarei qui, ora-
Ginny lo guardò in modo astioso, chiedendosi ripetutamente come Hermione trovasse quell'uomo estremamente affascinante. Ma quel pensiero venne messo prontamente da parte dalla consapevolezza che, nessuno, sapeva dove si fosse cacciata la propria amica.
-L'ultima volta che l'ho vista è stata ieri sera, prima di andare da...lei- proferì velocemente, imbarazzata.
-Ritorni a lezione- fu la sola cosa che le disse.
-Professor Piton, ora sono preoccupata. Forse è meglio se andassi a cercarla-
-Le ho detto di tornarsene a lezione- era divenuto un fascio di nervi.
Tenendo d'occhio la piccola Weasley, si allontanò dalla foresta, giungendo nuovamente all'entrata del castello.
Evocò il proprio patronus notando che, dalla propria bacchetta, non uscì una brillante cerva azzurrognola, bensì una forma indefinita.
-Trova la Granger-
Quella specie di macchia rilucente svanì all'istante e Piton non potè fare altro se non aspettare la sua ricomparsa.

Legame indissolubile - snamioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora