Odi et amo

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Hermione era incredula.
Fissava ancora quell'arcigno Professore di fronte a lei.
Anche lui, incredulo e perfettamente immobile, guardava l'alunna shockato.
-Granger...- proferì -questo scherzo di cattivo gusto ti costerà caro-
La ragazza sentì una sensazione di somigliante tristezza mista ad imbarazzo invaderle il petto.
Inoltre il gesto che aveva compiuto era privo di ogni ragione logica.
Aveva baciato Piton.
Perché?
-Perché?- chiese lei, con le guance arrossate e un tono misto tra la paura di sapere la sua risposta e la tristezza di quel momento.
Quella domanda l'aveva rivolta sia al mago, ma anche a se stessa.
-Hai sufficiente intelligenza per arrivarci da sola- La guardava con quegli occhi inespressivi e la sua voce risultava funerea.
Nemmeno aveva notato, per tutto quel tempo, che il mago le stava dando del tu, presa com'era dalla sua tempesta interiore.

Severus notò l'indiscreto tremore del corpo di Hermione. Non capiva se fosse il freddo pungente di quella notte o il suo stato di shock. Nel dubbio fece una cosa inaspettata: appellò una coperta dalla casa dei Potter e, con un veloce gratta e netta la pulì, per poi posarla delicatamente sulle spalle della ragazza.
Quest'ultima sussultó nel sentire quel tessuto caldo e morbido, sollevando gli occhi sul Professore.
-Non farci l'abitudine, Granger- l'aveva guardata con la sua solita aria severa per poi alzare, in modo quasi impercettibile, un angolo della bocca.
Era il suo modo di sorridere.
-Grazie- rispose lei con voce flebile.

Il mago sembrò poi ritornare in se.
La rabbia del momento fece spazio alla calma.
Ragionò sul fatto che non era possibile andare dalla McGranitt e avere il piacere di far espellere la sua alunna preferita proprio da lei.
Quella situazione era fin troppo ambigua.
Non voleva che nessuno sapesse dove si fosse recato quella sera, ne tantomeno che fosse in compagnia di una studentessa in una casa disabitata.
Una situazione decisamente compromettente.
Appurò quindi, con suo sommo dispiacere, di non poter fare nulla.
O quasi nulla.

Prese la Grifondoro per un polso con un gesto delicato ma deciso smaterializzandosi, qualche istante dopo, ai confini del castello.
Prima di incamminarsi, Piton si voltò verso l'alunna.
-Non una parola su stasera- non disse nient'altro, quell'affermazione minacciava già da se.
-Quindi non mi espellerà?- chiese meravigliata la ragazza.
-Quanto acume...Granger. Se si venisse sapere di stasera le conseguenze risulterebbero catastrofiche...rischierei il carcere ad Azkaban e in quanto a lei..la reputazione rovinata a vita-
Hermione rimase alcuni attimi a riflettere, accigliata. Prima che potesse parlare, lui continuò -tuttavia da domani sera dopocena e per tutto il mese verrà in aula a scontare la punizione-
-Che cosa?!- la ragazza non poteva credere alle sue orecchie. Un mese di punizione con Piton.
Il mago si avvicinò alla ragazza.
Nuovamente troppo vicino.
-Così impari a non importunare i Professori, Granger-
Aveva detto quella frase con...odio?
No.
Sarcasmo?
Forse.
Malizia?
Decisamente.
Ed era rimasta lì, allibita, guardando l'alta e nera figura allontanarsi da lei, per entrare a scuola.

Severus si maledì mentalmente.
Avrebbe dovuto allontanare quella saccente ragazza.
"Dannazione"
Ma allo stesso tempo non voleva fargliela passare liscia, non dopo aver interrotto quel momento.
Il suo momento.
Libero di manifestare il dolore.
Libero di tormentarsi nel dolce e straziante ricordo di Lily.
E lei lo aveva seguito.
Aveva violato quello spazio intimo.
E lo aveva baciato.
Sentì uno strano calore invadergli il petto, al ricordo delle labbra della Granger.
"Maledizione!"
Aumentò il passo, ricacciando quella sensazione lontana da lui, richiudendosi nel proprio ufficio.
Dopo aver acceso il focolare, appellò una bottiglia di Whisky Incendiario ed un bicchiere finemente intarsiato.
Ci voleva quella cura.
Bevve un sorso, sedendosi sul divano con le gambe accavallate.
Socchiuse gli occhi, piegando leggermente la testa all'indietro e percependo il piacevole bruciore alla gola provocato dall'alcool.

Venne risvegliato da quel torpore da un paio di azzurri e vispi occhietti, che lo osservavano attentamente da sopra gli occhiali a mezzaluna.
-Buonasera, Severus- disse cordiale Silente, dal quadro appeso nell'ufficio del Professore.
-Non sono in vena di chiacchiere, Albus-
-Oh non c'è ne è affatto bisogno, ragazzo mio.- gli sorrise nuovamente con fare paterno, mentre pronunciava con un velo di mistero quelle parole.
-Allora cosa vuoi?- il tono era quasi rassegnato.
-Vedere come stavi-
Il Professore alzò un sopracciglio.
-Come dovrei stare oggi? È l'anniversario di Lily ed io sono ancora vivo a causa di un beffardo destino-
-No, Severus. Il destino, in questo caso, non ha avuto ruolo attivo. Sei stato salvato da una persona. Una persona all'apparenza poco presente nella tua vita-
Il Professore rise amaramente.
-Se ti riferisci a Potter, Albus...- ma non gli venne concesso di terminare il discorso, che la mano sinistra del vecchio Preside si alzò a mezz'aria.
-No, non parliamo di Harry. Ma mi è stata richiesta riservatezza ed io non posso fare altrimenti.-
-Perché diavolo tenere segreto il nome di questa persona?!- ora Severus era a dir poco infuriato -ah si, perché l'ex mangiamorte potrebbe agire in modo sconveniente, giusto?-
-Stai vaneggiando, ragazzo mio. Nessuno ti guarda nel modo in cui tu stesso ti descrivi, soprattutto chi ti ha salvato. Ma è giusto che la storia percorra le proprie tappe senza forzatura alcuna-
Il Potion Master ormai non seguiva più il discorso di quel vecchio pazzo, udendo solo un suono ovattato, lontano.
Non era stato Potter.
Cercò di ricordare la sera del molo.
Dietro il prescelto, Weasley e la Granger.

La Granger.
Il tempo e lo spazio si fermarono, divenendo un tutt'uno per pochi secondi.
Dopodiché scissero provocando nella testa del mago un fitto e veloce vortice di ragionamenti.
Lei che lo aveva seguito fino a Godric's Hollow.
Proprio quella ragazza.
Che era preoccupata per lui.
Che lo aveva baciato.
Che lo guardava con quello sguardo quasi complice ed intimo.
-Granger- proferì con un tono talmente basso, da risultare a dir poco spaventoso.
Fissava rapito il focolare senza vedere che, il vecchio Preside, ebbe un sussulto nel sentire quel cognome.
Tentò di parlargli cauto.
-Severus, temo non sia una buona idea-
Il Potion Master appoggiò malamente il bicchiere sul tavolino. Se ne andò nei propri alloggi, senza proferir parola.

Legame indissolubile - snamioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora