Verso l'agenzia Endeavor

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Quando mi risvegliai tutto intorno a me era buio, l'unica cosa che riuscivo a sentire era il rumore del vento che faceva sbattere ripetutamente una finestra.

Improvvisamente sentì delle voci parlare, sfortunatamente non riuscì a capire cosa stavano dicendo nonostante cercassi con tutte le mie forze di capire cosa dicevano. Stavano parlando fin troppo piano per di più sentivo le loro voci ovattate come se ci fosse qualcosa nelle mie orecchie.  

Ben presto però il buio che mi circondava sparì e riuscì a vedere poco distante da me l'uomo che avevo cercato di aiutare, che mi stava osservando con un sorriso sadico stampato sulle labbra.

L'uomo se così si poteva definire in realtà era un signore anziano dal corpo a mio avviso abbastanza esile. Non è neanche molto alto, è calvo e ha un paio di baffi e barba grigi. Indossava dei pantaloni neri e una t-shirt del medesimo colore se non leggermente più chiara tendente al grigio scuro, a maniche lunghe. In viso oltre alla presenza della barba e dei baffi si potevano perfettamente vedere alcune cicatrici presenti sugli zigomi, una sull'occhio destro e un paio di cicatrici vicino alla barba. Presentava per quanto riuscissi a vedere anche occhi eterocromatici, ovvero uno era di un rosso rubino, l'altro invece era tendente all'oro.

Quando cominciò ad avvicinarsi a me, cercare di muovermi in modo da fuggire non soltanto da quel posto orrendo caratterizzato da un orribile puzza di muffa e di umidità, ma cercavo anche di allontanarmi il più possibile e il più velocemente da lui...

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Quando cominciò ad avvicinarsi a me, cercare di muovermi in modo da fuggire non soltanto da quel posto orrendo caratterizzato da un orribile puzza di muffa e di umidità, ma cercavo anche di allontanarmi il più possibile e il più velocemente da lui, senza però nessun risultato questo perché mi aveva legato le mani e le gambe alla sedia su cui mi trovavo a sedere.

L'uomo quando mi vide muovermi iniziò a ridere e solo quando mi fu vicino iniziò a tirarmi i capelli con una forza pazzesca per poi darmi un potente schiaffo in pieno viso.

"dove credi di andare ragazzina, resteremo insieme per molto tempo tu ed io". Sentendo quelle parole iniziai ad avere paura....non sapevo come liberarmi né tanto meno come fuggire da quel posto orrendo, ma nonostante ciò non potevo arrendermi dovevo fuggire da lì in un modo o nell'altro.

-Intanto verso casa di Yukiko-

"Senti Aya, mi sembra strano che Yukiko oggi non sia venuta a scuola, c'è qualcosa che non mi quadra. Ho una strana sensazione e pure quando l'ho riportata a casa stava bene" disse preoccupato Kirishima

"Kirishima non ti sembra di esagerare? Se Yukiko non è venuta a scuola vuol dire che aveva un impegno non credi? E poi perché pensi che le sia successo qualcosa?" gli domandò Aya mentre continuava a fissare il rosso che continuava a camminare imperterrito verso la casa della nuova arrivata.

Sentendo quelle parole però Kirishima non poté far altro che sospirare, dopotutto non aveva detto a nessuno ciò che gli era scattato dopo aver guardato Yukiko e nonostante volesse dirlo per primo al suo migliore amico, sapeva che come minimo doveva dare una spiegazione a Aya visto che lo stava accompagnando, perciò prima di parlare fece un enorme sospiro.

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