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Siamo giunti al giorno della resa dei conti. E' una bellissima giornata di fine luglio, il sole splende e fa caldissimo. Io e i ragazzi siamo a casa di mia madre, la quale è indaffarata ad acconciarsi i capelli e a truccarsi.

Apro la porta di casa, dove ho vissuto per tutta la mia infanzia e adolescenza, e faccio accomodare i miei amici.

"Benvenuti a casa mia." Dico. La casa è stata ristrutturata interamente di recente. Il pavimento è stato cambiato e dal marmo siamo passati al parquet di color legno. I muri sono stati pitturati di colori caldi che rendono l'ambiente accogliente. Una volta entrati, ci troviamo in soggiorno/sala da pranzo, dalla forma circolare e un divano appoggiato al muro. Di fronte, c'è una parete attrezzata in legno che sorregge una tv. Sui muri sono appesi quadri e foto direttamente dalla mia infanzia.

Lo spazio è molto luminoso, il sole penetra per gran parte del giorno, quindi, in estate, c'è parecchio caldo, mentre in inverno si sta molto bene. Il condizionatore, per fortuna, è acceso.

"Mamma, siamo qui." Urlo, così che possa sentirmi. Una donna in vestaglia e con i bigodini in testa viene verso di noi. Ci guarda e, poi, fa un sorriso. Spalanca le braccia e va ad abbracciare i miei amici.

"Sono così contenta di conoscervi." Dice lei, mentre stringe Alessio." Certo che sei un gigante." Si complimenta lei.

"Grazie." Risponde Alessio in imbarazzo.

"Tu devi essere Pietro, tu Andrea e tu Sandro." Indica ognuno dei miei amici. "Beh, in realtà si chiamano Paolo, Alessio e Gianni." La correggo io. Lei fa un gesto con la mano, così da minimizzare il fatto di aver sbagliato i loro nomi. "L'importante che siete qui." Dice. "Speravo che Daniele portasse un amico speciale al matrimonio e direi che sono stata abbondantemente accontentata." Mi punzecchia. "Spero gli altri invitati non penseranno ad una ammucchiata." Mi porto una mano sulla testa. Mia madre è sempre stata così: Molto spontanea. Non riesce a trattenersi, dice tutto quello che pensa senza un filtro.

"Signora lei è bellissima." Si complimenta Gianni, rapito dal fatto che si sta preparando. Lei gli fa l'occhiolino, mettendosi in posa, per fargli ammirare il suo aspetto.

Mia madre, una donna di cinquant'anni suonati, è ancora molto bella. Capelli di un color ramato senza un filo di bianco, alta un metro e sessanta circa, magra e ancora con tutte le grazie al posto. Ha due occhi castano chiaro ed è ancora molto corteggiata. Dopo che mio padre è venuto a mancare quando avevo diciassette anni, non ha mai avuto una relazione con nessuno. Continua a ripetermi che ha già avuto tutto quello che cercava con mio padre, quindi non avrebbe senso perdere tempo a cercare qualcosa che non vorrebbe da nessun'altra.

"Chiamatemi Glenda, cari." Dice lei, che odia sentirsi dare dalla signora.

E' sempre stata una donna forte, ma anche rompiscatole. Mi ha cresciuto con tutti i valori della nostra terra. Ha fatto un buon lavoro, specialmente perché mio padre si è ammalato quando ero molto piccolo e non aveva tempo di stare con me, quindi lei si è ritrovata a farmi da madre e da padre.

"Ragazzi, accomodatevi e fate come se fosse a casa vostra. L'importante che non poggiate i piedi sul divano nuovo." Li mette in guardia seria. "Per il resto, il frigo è pieno di cibo." Ci osserva e si acciglia. "Ma fossi in voi, eviterei di mangiare, sennò i vestiti vi andranno stretti."

I ragazzi scoppiano a ridere. Mia madre è fatta così, o si ama o si odia, di solito è sempre la prima opzione.

"Glenda, se vuoi posso aiutarti con il trucco." Si propone Gianni, completamente rapito dal modo di essere di mia mamma. "Sei estetista?" Domanda lei. "Una drag queen."

Lei sorride. "Affare fatto! Vieni con me."

Gianni e mia madre spariscono in bagno e io, Paolo e Alessio ci sediamo sul divano e accendiamo la televisione.

Quando Il Sole TramontaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora