I.

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Il cielo serale di maggio è pieno di stelle in cielo. Sembra un nuovo mondo fatto di serenità e quiete.

Mi affaccio dal balcone e rimango ad ammirarlo per quelle che mi sembrano ore.

Alessio si avvicina a me e mi abbraccia. "Che fai? Guardi il cielo?" Annuisco. "Sto cercando una stella cadente così da esprimere un desiderio." Dico, sentendomi sciocco per averlo anche solo pensato. "Le abbiamo provate tutte, chissà magari questo funzionerà."

Lui mi bacia il collo. "Dany, mi dispiace molto per Gianni e sai quanto sono affezionato a lui, ma dobbiamo essere forti. Glielo dobbiamo."

Io annuisco. "Lo so, ma non ci riesco. Ci provo ma ,ogni volta, ripiombo nel baratro della tristezza. Come se ci fosse un dissennatore nelle vicinanze." Cito Harry Potter, visto che stiamo facendo la maratona dei film.

"Potresti anche provare a rilassarti un pò, che ne dici? Stasera Paolo sta con Gianni, quindi cerca di non pensarci."

Mi prende per mano e mi fa rientrare. Ceniamo e, poi, andiamo a letto. Quando faccio l'amore con lui, mi dimentico, per un'istante, tutto quanto. Lo facciamo spesso, sia perché ho voglia di stare con lui, sia per liberarmi la mente. Poi, mi addormento e sogno di stare in un posto felice. Solo nel mondo dei sogni riesco a sentirmi felice.

Quando la sveglia suona, Alessio si alza e va in bagno a prepararsi. Ha finalmente trovato lavoro e gli piace parecchio. Non guadagna molto, ma è tornato un pò alle origini e si sente parecchio appagato. Io scelgo il vestito da indossare e lo porto in bagno.

"Stasera, chi starà con Gianni?" Mi chiede Alessio mentre fa la doccia. "Tocca a me."

Abbiamo deciso di fare tutti una notte a casa del nostro amico a testa, in questo modo, non lo lasciamo da solo.

"Quindi, stasera non ci vediamo?" Mi domanda rassegnato all'idea che passerà un'altra notte da solo.

"Sì. Dopo il lavoro, passo a prendere qualcosa da mangiare e vado direttamente a casa di Gianni."

Mentre mi preparo, penso a cosa mi servirà per la notte. Ho già il borsone pronto, ma non vorrei dimenticare nulla.

Paolo mi dice che ha passato una notte tranquilla, ma che gli è venuta una tosse insistente e che, quindi, si sente scombussolato.

La giornata trascorre in maniera spedita. Non c'è molto da fare in questo periodo, quindi riesco a liberarmi un pò prima. Vado a comprare una pizza e mi dirigo verso casa di Gianni.

Abbiamo fatto una copia delle chiavi, quindi entro e lo chiamo. "Gianni? Dove sei?"

Ma la scena che ho davanti è raccapricciante. Gianni è sul letto, collassato e ci sono chiazze di sangue su tutto il lenzuolo. Il panico mi pervade. Rimango fermo a fissarlo per quello che mi pare un secolo. Ho il sangue congelato e non riesco a fare o a dire nulla.

All'improvviso, apre gli occhi. "Ah, sei tu."

Dio ti ringrazio, è vivo. Chiudo gli occhi e cerco di calmarmi. "Che è successo? Domando con il cuore che ancora mi batte a mila."

"Non lo so, è da stamattina che tossisco e dopo un pò sputo sangue. Non mi sento molto bene." Mi dice. Io mi avvicino e gli tocco la fronte. "Ma tu stai scottando." Poso la pizza sul comodino e prendo il cellulare. Chiamo il 118 e mi rispondono poco dopo. "Sì, il mio amico non sta bene, è un malato oncologico." Do l'indirizzo e aspetto che vengano.

Osservo Gianni. Si è dimagrito così tanto che di lui sono rimaste solamente ossa. Ha il viso magrissimo e anche pieno di rughe, con gli occhi affossati. I capelli stanno ricrescendo, ma sono di un colore grigio topo. Insomma, mi sembra più un anziano signore.

Quando Il Sole TramontaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora