II.

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Accade tutto all'improvviso. Senza rendercene conto, le condizioni di Gianni diventano sempre più preoccupanti. Poco prima di natale, inizia ad avere violenti attacchi al basso ventre. Lo vediamo tremare e sudare freddo. Chiamiamo il medico curante, che ci dice che sarà dovuto al colon irritato o ad una semplice prostatite e che se i sintomi peggiorano, dobbiamo subito portarlo al pronto soccorso.

Ma lo vediamo soffrire sempre di più, ad un certo punto, inizia a salirgli la febbre e trema, come se il freddo si fosse impossessato del suo corpo e lo sconquassa. Io, Gaetano e Paolo siamo spaventati, non ho mai visto niente di simile.

Lo portiamo d'urgenza in ospedale e, dopo ore al pronto soccorso, lo dimettono con un semplice antidolorifico.

"Dovrebbe fare solo una semplice ecografia, ma probabilmente si tratta solo di prostatite." Ci spiega, anche se da quello che leggo su internet, non è molto comune in soggetti così giovani.

Ci mandano in urologia, ma il medico è giovane e anche molto annoiato. "Non ha senso fare un'ecografia, sappiamo benissimo cos'ha." Prende una foglio di carta e inizia a scriverci qualcosa, poi ce lo passa. "Fategli fare questa cura e tra qualche giorno starà meglio." Lo osserva e poi si rivolge a noi con un'aria quasi schifata. "Fategli evitare attività poco consone." Come a dirci che è colpa del sesso omosessuale se si trova in queste condizioni. Una sorta di punizione divina. Vorrei picchiarlo, ma mi astengo. Prendo il foglio di carta e lo metto in tasca.

"Andiamo." Dico ai miei amici che sono ancora storditi da una giornata faticosa e piena.

Gianni sta meglio, ma ha un aspetto orribile. Non mi piace il modo in cui ci hanno liquidato, come se non fossimo degni di fare ulteriori accertamenti. Una persona ha bisogno e loro non si sono preoccupati nemmeno di fare una visita un pò più accurata.

Quando torniamo a casa, Gianni va a stirarsi sul divano. "Vuoi che ordiniamo qualcosa?" Gli chiedo, visto che non mangia da più di ventiquattr'ore. Lui scuote la testa. "Non ho molta fame. Sono solo stanco e voglio dormire un pò. Domani spero di stare meglio." Mi dice e chiude gli occhi. Accendo i riscaldamenti e lo lascio riposare.

Il giorno dopo, però, la situazione non migliora, anzi, sembra persino peggiorare. Non so che fare. Paolo sembra dimenticarsi per un attimo di ciò che gli è capitato, ma è preoccupatissimo per il nostro amico.

Gaetano chiama sua madre e la fa venire a casa, quando la donna vede il ragazzo cambia espressione. Chiede di parlare con me e suo figlio in disparte. "C'è qualcosa che non va e non penso proprio sia qualcosa che passerà così. Chiamiamo un'ambulanza. Lo facciamo portare al Nesima, lì ho una cliente che conosco molto bene. E' una brava infermiera." Dice.

Chiamiamo subito il 118 e, poco dopo, arrivano. Gianni piange per il forte dolore. Io, Gaetano, Paolo e Carolina seguiamo l'ambulanza con la macchina. Una volta arrivati aspettiamo in sala d'attesa. Siamo agitati, sento che c'è qualcosa che non va.

I medici non ci fanno sapere nulla, anche se, di tanto in tanto, parlo con la reception e loro mi rispondono con la classica frase "I medici stanno facendo tutti gli accertamenti."

Guardo il cellulare e vorrei chiamare Alessio, ma non voglio spaventarlo. "Dovremmo informare i genitori di Gianni!" Sentenzio. Paolo scuote la testa. "Gianni non ha una famiglia. Sua madre lo ha abbandonato quando era piccolo e suo padre si è risposato e lo ha mollato a sua nonna. Da quando è morta, è solo al mondo." Mi spiega. Sono turbato, non sapevo che non avesse nessuno. Ora, mi sento ancora più responsabile per lui.

Passano le ore e sento lo stomaco in subbuglio. Pian piano, arriva tutta la famiglia di Gaetano che ci porta cibo e bevande. Suo padre si siede accanto a noi e ci fa un sorriso d'incoraggiamento. "Vedrete che non sarà nulla di grave." I suoi fratelli cercano informazioni, ma nessuno spilla una parola. E' dentro al pronto soccorso da ore. Sono le sette e trenta quando un medico esce e chiama il cognome di Gianni.

Quando Il Sole TramontaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora