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Novembre è il mese dei morti, almeno per tradizione. Nella nostra cultura si dice che sia il mese in cui bisogna rimanere nel silenzio per ricordare le persone care che non ci sono più.

Questo è sempre stato un mese che non mi ha mai portato bene, forse, perché è morto anche mio nonno, con il quale ero molto legato. Me lo ricordo ancora, ero un bambini di undici anni, quando mia madre è venuta da me con le lacrime agli occhi, il che per chi la conosce è un evento più unico che raro, e mi ha fatto sedere, guardandomi negli occhi mi ha detto :"Dany, il nonno non c'è più." E' stato il primo lutto che ho vissuto in maniera intensa. Da allora, tutto è cambiato, credo abbia sancito la fine della mia infanzia. Da quel momento in poi, la bolla dove ho vissuto per i primi anni, quella dove c'era la mia sicurezza, la mia forza, il mio mondo fatto di fiabe e film Disney è venuta meno. Ho trascorso notti insonne, giornate orrende e sentivo che qualcosa non andava. Poi, una notte, l'ho sognato, si dice che quando un caro ti appare mentre dormi, significa che è vicino a te e ricordo ben poco, ma al mio risveglio, mi sono sentito meglio e sono tornato a condurre una vita più o meno normale. Ne ho vissuti di altri lutti, come quello della mia nonna materna, ma ero più grande e l'ho affrontata meglio. Fino a quando, qualche anno dopo, non abbiamo scoperto che mio padre aveva il cancro al colon e, allora, la mia vita è realmente cambiata. Mio padre era una brava persona, una di quelle che vorresti come amico perché ti face ridere con le sue battutine. Mia madre, una donna fredda e tutta d'un pezzo, era felice quando stava con lui. Ricordo che era l'unico che sapeva sciogliere quella sua compostezza da donna borghese. Le domeniche trascorse a fare passeggiate e a ridere. Avevo un bel rapporto con mio padre e lui era innamorato di me. Era sempre pronto a vantarsi dei miei successi scolastici, diceva a tutti che ero intelligente e che sarei diventato qualcuno, un giorno. Forse, è per lui che ho resistito alla pressione universitaria, riuscendomi a laurearmi. Non che con mia madre abbia un brutto rapporto, anzi, è stata quella che mi ha cresciuta, dandomi regole e obiettivi da raggiungere. Quando prendevo un voto alto all'università, non mi diceva bravo, ma che avevo fatto il mio dovere e che c'è sempre margine di migliorarsi. Poi, un giorno di agosto, afoso e noioso, ha iniziato a stare male e lo abbiamo portato d'urgenza all'ospedale. Lo hanno operato e pensavo che potesse guarire, ma poco dopo, il suo cuore non ha retto all'intervento ed è morto. Da quel momento, è finita la mia adolescenza. Ricordo il giorno del funerale, piovoso e freddo, nonostante fosse appena metà settembre. Mia madre ne è uscita distrutta. Non credo si sia mai realmente ripresa. Da allora, siamo rimasti solo io e lei. Si è fatta carico di un adolescente problematico, perché ho iniziato ad essere scontroso, ma vivevo in un mondo fatto di buio, dal quale non riuscivo ad uscire fuori. Non credo nemmeno lo volessi, sembrava una mancanza di rispetto nei confronti di mio padre.

Ancora oggi, cerco di non ricordare quel periodo, mi fa troppo male e mi intristisco moltissimo.

Novembre, però, è sempre stato quel periodo dell'anno in cui posso ricordare i miei cari, tenendoli nel mio cuore e cercando di sentirli vicini anche se non ci sono più.

Non è, tuttavia, un mese del tutto triste, anche perché ci avviciniamo al periodo natalizio che mi piace, anche se non più come una volta. Nella cultura siciliana, è anche il mese di San Martino e qui, nelle mie zone, settimane prima, le strade si riempiono di odore di frittura perché si cucinano le Zeppole (o Crispelle, come le chiamano nel catanese) e io le adoro. Quando le mangio, mi ritornano alla mente periodi felici e avverto una dolce malinconia che mi lascia il retrogusto amaro in bocca.

Quando stavo con Michael, preparavo le zeppole alla nutella, che non sono altro che un pò di impasto di farina 00 e farina rimacinata, acqua e lievito fritte nell'olio. Oltre alle zeppole, in questo periodo, si mangiano anche i Totò, dei biscotti sia al cioccolato che glassati con scorza di limone che adoro.

Quando Il Sole TramontaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora