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"Vivere, vivere come non hai mai fatto figlia mia, assaporare ogni ricordo che hai passato e assaporare i prossimi cento. Sei una creatura rara, rara nella tua unicità come figlia e come semplicemente te. Sei la speranza che questo mondo ha, e sei sempre stata la nostra. I tre anni che abbiamo subito privati delle tue risate, sono stati più lunghi delle nostre intere esistenze. Ormai sei donna, una bellissima e forte creatura pronta a vivere. Non dovrai più provare alcun tipo di dolore o perdita perchè avrai per sempre la tua famiglia alle spalle" fece una breve pausa, con gli occhi che da sempre ammiravo per la sua umanità tingersi di una sfumatura cristallina, dovuta alle lacrime incombenti. La voce che era partita come una affermazione decisa e chiara, ora secerneva solo dolcezza e allo stesso tempo dolore. Ero mancata per così tanto tempo, non me ne capacitavo. 

"Allison, guardati. Sei e per sempre sarai nostra figlia" disse Esme che venne interrotta da Bella un instante dopo "e una sorella, forse non ti ho mai potuto ringraziare, non avrei mai avuto l'occasione di farlo se non fosse stato per la vita che tu stessa hai salvato. Ti ringrazio sei parte integrante della mia stessa essenza, senza te Reenesme non avrebbe potuto nascere, non avrebbe avuto l'occasione di crescere" 

Non mi ero neanche accorta della quantità di lacrime che avevo versato, fiumi copiosi avevano inzuppato completamente le guance e le maniche della maglietta. "Probabilmente non avrò mai l'idea di cosa avete passato, il dolore che io stessa vi ho procurato ma non posso scusarmi per questo, per ciò che ho fatto perchè non provo nessun dispiacere ad averlo fatto. Non avrei potuto vivere un'esistenza sapendo che avrei rinunciato a salvare la vita di mia nipote. Non mi posso scusare perchè mentirei a me stessa e a voi. L'unico gesto che posso fare nei vostri confronti è perdonarmi, perdonarmi perchè è a causa mia se mio padre, mia madre e i miei fratelli e sorelle hanno sofferto a causa mia. Ma posso solo dirvi che l'ho fatto per voi. I vampiri hanno sempre avuto l'alone di assassini, che uccidevano a sangue freddo senza rimorsi, totalmente deumanizzati. Ma non lo siete, mai stati e mai lo sarete. Se aveste lasciato morire la piccola vi sareste sentiti così e non avrei potuto far nulla per evitarlo. No non mi sono dimenticata di te, tu che hai colorato le mie giornate più tristi e arricchito i momenti felici, a te che ho causato dolore senza averlo mai chiesto, a te dedico i miei sogni, i miei tre anni trascorsi senza che tu fossi al mio fianco, ma sempre nella mia testa. Perchè forse è vero che sia stato tutto un caso, un caso voluto da nessuno o magari da entrambi, ma incontrarti è stata la scelta più bella della mia vita, hai dato un senso a una persona che aveva tutto l'amore che una persona potesse desiderare e lo hai trasformato in inestimabile. A te che purtroppo farò più soffrire ma una vita senza sarebbe insostenibile, a te dedico ciò sperando che tu possa perdonarmi un giorno. Ma nel frattempo e se ne avrò mai l'occasione di ricambiare, devo chiederti una cosa."

Era stato il mio turno, il turno per parlare e dire ciò che in tre anni non ho potuto dire, tutto ciò che ho perso. Non avevo detto il nome, ma so che lui avrebbe capito. La sua mano strinse la mia mano e le dita si intrecciarono, come se non fosse passato neanche un minuto dall'ultima volta. Il suo odore lo percepivo ancor meglio, era pungente ma allo istante mi era mancato così tanto che non avrei potuto definirlo che "casa". 

"Dimmi Ally, ho aspettato per riascoltare la tua voglio una volta ancora." 

Avevo la gola secca, arida ma era giunto il momento, "Seth, so che forse non è convenzionale, e so che avrei dovuto aspettare a parlare ma non penso di poter sopportare di stare un momento ancora senza di te. Avremo tanto tempo per parlare di tutto, tutto ciò che desideriamo e ciò che pensiamo. Ma nel frattempo - mi scivolò una lacrima solitaria che si depositò sulla sua mano - mi faresti l'onore di diventare mio marito?" 

Probabilmente ai miei fratelli cadde la mascella, ma non importava nulla di nessuno se non di quei occhi scuri che mi scrutavano esterrefatti il volto. "Dici sul serio?" Annuì, le corde vocali non erano più in grado di dire una singola parola.

"Diavolo si, che ti sposo." Mi cinse la vita e mi baciò davanti a tutti, davanti a mio padre Carlisle che probabilmente quando mi disse "Vivi" voleva semplicemente di cogliere ogni occasione, ogni caso. Respirare ogni momento di gioia come se potesse essere l'ultimo. 

Forse è stato tutto il destino a volermi così, speciale ed amata dalle persone che pochi possono apprezzare, e va bene così. Per una vita mi sono sentita che fossi io quella che non andava bene perchè solamente ora ho trovato il momento in cui io sto bene. Io sto bene. 


THE END.


E così si conclude un pezzo della mia vita, scardinato ed incostante ma non come la sottoscritta. Ho sempre pensato che meritasse una conclusione e a voi delle enormi scuse. Questo libro è stato parte integrante della mia adolescenza e della mia formazione, è anche grazie a ciò se questa è Laura.

Grazie ed è stato mio il piacere di accompagnarvi nel vostro percorso. Vi terrò sempre nel cuore.

a presto. 

La storia di mio fratello... Edward CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora