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Una nave in balia delle onde, la mia mente, una tempesta di sabbia, nella mia bocca, un turbinio di emozioni mi sconvolse.
Non potevo che chiedermi cosa stesse succedendo. Dove ero stata? O meglio, cosa ero stata prima di tutto ciò?

Era così la vita? Cambiare radicalmente, sentire che la persona che conoscevi fino a qualche momento prima non ce n'era più l'ombra? Le domande sorgevano spontanee, cosa ero diventata? E di preoccupazione, mi avrebbero riconosciuto, nonostante non fossi più la stessa?

Non ero di certo pentita della mia azione, consapevole di aver rischiato, consapevole allo stesso modo, che la mia più grande certezza fosse la felicità di Edward. Dopo tanto dolore, Bella ed Edward meritavano il loro lieto fine, al costo della mia vita. Edward non avrebbe mai perdonato la mia azione, ma io non lo avevo mai fatto, non avevo provato rimorso, mai, sarei stata troppo egoista, perciò stavo bene.

Bene, se si può definire bene aver gli occhi brucianti di fame, la bocca che implorava un bicchiere per dissetarsi, ed infine ogni singolo nervo del mio corpo non solo voleva rovesciare il lettino in cui giacevo, ma anche la situazione che si era venuta a formare.

Vedevo molte cose, nonostante le mie palpebre fossero serrate. Il mio naso aveva sentito un profumo di fiordaliso e ciclamini, i miei preferiti. Sentivo Esme che rimproverava Carlisle, per chissà cosa, forse se mi fossi sforzata avrei persino sentito i pensieri che aleggiavano nella mente confusa di Carlisle, un fruscio di pagine, Edward di sicuro, forse stava leggendo una favola al piccolo bebè, ma Bella?

Mi sforzai, ancora e ancora nel cercare di aprire i miei occhi che sembravano essere stati incollati insieme con dell'adesivo. Ancora, ancora e ancora, un minimo movimento lo sentì, un battito di ciglia, durato qualche frazione di secondo. Lentamente riuscì ad aprirli totalmente, una luce filtrava dalle tende di pizzo, che Esme aveva comprato negli anni 20 a Brest, non riuscivo a coprirmi gli occhi, mi stavo maledicevo ogni singolo arto del mio corpo.

Un fruscio mi fece render conto che non ero più da sola, un odore di cannella e margherite mi invase le narici, conoscevo dannatamente quella combinazione.

Seth, cosa ci faceva qua?

" Edward vieni subito qua!" un altro fruscio senti, questo più pacato più calcolato.

"Sta bene? È sveglia? È successo qualcosa?" Nessuno si rendeva conto che avevo aperto gli occhi, e che sentivo ogni singola parola, riuscivo persino a sentire il loro respiro, o meglio il respiro di Seth, Edward non esalava un fiato, forse si era dimenticato come si facesse.

"Ho sentito un suo respiro e sono corso qua, ho visto che cercava di tirarsi su invano" aggiunse con una certa fibrillazione.

"Ally, piccola, sei sveglia?" mise un braccio dietro la mia nuca, tentando di mettermi seduta, ma senza successo. Volevo gridare, gridargli che stavo bene, che gli volevo un bene immenso, ma l'unica risposta che ricevette fu un cenno sommesso.

"Edward, Seth, vi voglio bene" questa fu l'unica frase che mi uscì. Seth scoppiò in lacrime come un bambino, ed Edward... Edward chiamò tutti, strano che non si fossero presentati.

Vedevo tutti, tutti tranne Bella.

Chiesi solo una cosa ad Edward.

"Dov'è Bella?"











Ciao ragazze/i, dopo quasi due anni e mezzo, ho scritto un capitolo, non è stato facile, in questo periodo è capitato di tutto, scordandomi quanto fosse bello scrivere. Mi era mancato scrivere di loro. Mi dispiace per colore che forse non si ricordano nemmeno di me, ma vi ringrazio di essere giunti fino a qua. Spero, nel mio piccolo, di avervi fatto compagnia con questo breve capitolo.

Alla prossima.

(credo la prossima settimana)

Laura.

La storia di mio fratello... Edward CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora