7 - Proposte inaspettate

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"Lilith.
In Lei la capacità di affascinare, di inebriare la fantasia e i sensi, una principessa la cui bellezza morbosa ammalia uomini e donne, succubi del suo libero potere.

Dotata di un intelligenza maestosa, non assoggettata a costrizioni sociali, una visone senza restrizioni.

Un corpo sinuoso nelle proporzioni delle sue forme, di una femminilità perversa e morbosa, capelli corvini che incastonano un volto ovale, color di madreperla.

La sua voce, un ipnotico sussurro, che coinvolge la mente e il corpo"

Il futuro che sarà - Chiara Galiazzo

Leila

Il sole è sorto da poco e, come ogni giorno da quel piccolo incidente con il vetro, Axel bussa alla mia porta. Ha preso seriamente questa cosa di cambiarmi le bende, tanto che ogni mattina, puntuale come sempre, viene a casa mia per controllare la situazione.

Gli ho detto più volte che ormai non ho più bisogno del suo aiuto ma lui è testardo come un mulo e continua a fare la crocerossina.

Gli apro, trovandomelo di fronte in tutta la sua altezza. Dal suo abbigliamento direi che il freddo di Ottobre si fa sentire, indossa una felpa grigia e i suoi soliti jeans neri. Ma ha solo questo paio di pantaloni o tutti i jeans che ha sono uguali?

«Come vanno le gambe?» mi chiede, come se non sapesse che mi sono ripresa già da cinque giorni. Lo guardo come a dire che gliel'ho ripetuto mille volte che sto bene e lui alza gli occhi al cielo.

«Fammi dare un'occhiata» dice indicando il divano sul quale aspetta che io mi sieda.

«Sto bene, Axel. Le fasce le ho tolte io questa mattina e le ferite sono completamente guarite» dico vedendo sul suo viso una sensazione strana. Si è offeso? Mi guarda alzando un sopracciglio con superiorità.

«Ah, molto bene» fa guardando tutto tranne me. Sì, si è decisamente offeso.

«Ti ringrazio per avermi aiutata in questi giorni» sussurro avvicinandomi in modo che possa guardarmi negli occhi.

E orgoglioso per com'è alza lo sguardo verso il tetto, portandosi le mani dietro la nuca, per poi borbottare un «Non l'ho fatto per te, l'ho fatto per Greg» Annuisco credendo poco alle sue parole.

«Allora se non hai bisogno di me io vado» si avvia verso la porta dal quale è entrato pochi minuti fa.

«Ci vediamo al Lux» sussurro prima che possa chiudersi la porta alle spalle.

Sbuffo buttandomi pesantemente sul divano, chi lo capisce è bravo! Scuoto la testa, pensando che lui è solo uno da adescare e da cui trarre informazioni importanti, di sicuro non uno di cui devo preoccuparmi. Mi alzo e mi preparo per andare da Jenkins, con la nostra solita seduta di aggiornamento.

Infilo velocemente un paio di pantaloni neri e una camicia bianca con dei fiori di pizzo dello stesso colore, lego i capelli in una coda alta e, afferrando al volo la borsa, esco di casa.

Quando metto piede sulla strada sento una strana sensazione, come se qualcuno mi stia osservando. Mi giro con sospetto e ansia, non devo destare sospetti.

Jaguar - Il male è dietro l'angoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora