14 - 'In vodka veritas'

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"Il vino mi spinge, il vinofolle, che fa cantare anche l'uomo più saggio e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare, e tira fuori parola, che sta meglio non detta."
-Omero

Play with fire - Sam Tinnesz, Yacht Money

Axel

«Baciami Axel»
Quelle parole, sussurrate a pochi centimetri dal mio viso mi mandano in fumo il cervello.
I suoi capelli racconti nella solita coda sono ormai spettinati e qualche riccio le cade sul viso, le sue guance sono rosse e i suoi occhi freddi si perdono nei miei.

Sarà l'alcol a toglierci ogni inibizione o forse abbiamo superato quella piccola linea sottile tra odio e sesso, so solo che in pochi secondi le mie labbra sono sulle sue, morbide come le nuvole.

Quasi subito il bacio casto si trasforma in un intreccio delle nostre lingue mentre le sue mani fredde si intrecciano intorno ai miei capelli e le mie vagano sui suoi fianchi.

Geme labilmente dentro la mia bocca attirandomi a sé e la sua bocca diventa famelica, abbiamo il respiro corto eppure continuiamo a baciarci con foga e a mordicchiarci le labbra a vicenda.

Non so cosa diavolo mi sta prendendo, so solo che la voglio, la bramo, la desidero con ogni parte del mio corpo. Voglio posare gli occhi su ogni centimetro della sua pelle.

Interrompe il bacio respirando affannosamente e finalmente prendo una boccata d'aria.

«Vieni a casa con me»
Il suo tono non sembra nè una domanda nè una richiesta, sembra come se me lo stesse ordinando e per quanto ogni singola cellula di me vorrebbe dire di sì la mia mente la pensa diversamente.

«No Lilith, siamo ubriachi. Non voglio fare qualcosa di cui potresti pentirti»
Provo ad allontanarmi un po' da lei, credo che anche il mio cervello stia iniziando a farmi dire cose a caso e ho bisogno di riuscire ad avere il controllo di me e della situazione, ma non me lo permette.

Le sue mani afferrano velocemente il colletto della mia felpa e mi spingono di nuovo ad una distanza minima dal suo viso.

«Io voglio che tu venga a casa con me»
Dice leccandosi le labbra mentre mi accarezza il collo; Dio questi grattini mi stanno davvero fottendo il cervello.

«Lilith, smettila» dico con un filo di voce anche se smettere è la cosa che vorrei non facesse.

«Tu dici di smetterla, ma il tuo corpo mi implora di continuare» sussurra avvicinandosi al mio orecchio e facendomi quasi perdere l'equilibrio.

Cazzo, mi sta solo sfiorando ed io sono già eccitato! Devo cercare di mantenere quella piccola briciola di lucidità che mi rimane.

Lei invece sembra essersi lasciata andare completamente, sembra quasi più sicura si sè, più disinibita e questa cosa mi piace da impazzire.

La piccola briciola del cazzo di lucidità va a farsi fottere quando sento la sua lingua sul mio lobo, cosa che mi fa abbassare la testa sulla sua spalla e gemere contro il suo collo.

Mi stacco da lei e inspiro profondamente; vaffanculo a qualsiasi cosa, alle guerre tra gang, allo scoprire chi è, questa sera siamo solo due persone senza passato che desiderano uno il corpo dell'altro.

Lei è confusa, quasi offesa da questo distacco che ho creato tra noi ma si rasserena dopo aver sentito le mie parole.

«Prendi le tue cose e andiamo a casa tua»

Scende velocemente dal bancone barcollando leggermente, va a prendere il suo giubotto e la sua borsa e si dirige verso la porta di uscita del locale.

Ma che cazzo sto facendo?

Jaguar - Il male è dietro l'angoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora