8 - La trappola

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"Questa tensione è insopportabile, speriamo che duri"
-Oscar Wilde

Broken Bones - KALEO

Axel

«Balla con me» le sussurro all'orecchio, tenendola salda per i fianchi.

Quando riporto gli occhi su di lei vedo i suoi occhi azzurri come l'acquamarina sgranarsi e la sua bocca dischiudersi.

«Vuoi seriamente ballare?» mi chiede sorpresa mentre io annuisco mettendola giù.

Mi sposto di qualche centimetro facendo un inchino e porgendole la mia mano destra, come se fossimo in un ballo vero e proprio.

Ridacchia facendo un inchino a sua volta per poi posare la sua mano nella mia. La stringo avvolgendo con il braccio libero i suoi fianchi e avvicinandola a me.«

Non so ballare» mi sussurra ad un palmo di naso, quasi imbarazzata per questa stupida confessione.

«Lasciati guidare da me» Le faccio l'occhiolino muovendomi di qualche passo che lei segue cercando di non guardarsi i piedi.

Non so perché le ho chiesto di ballare, ma quel suo accento italiano e questa melodia che ha creato intorno a noi un mondo a parte mi hanno risvegliato una sensazione così bella che sarebbe un peccato non sfruttare.

So bene come si balla, Vinz me l'ha insegnato insieme a tante altre cose dell'alta società. Prima di tutto bisogna tenere una postura esemplare, successivamente bisogna guidare il partner e i passi verranno da sé.

Noto che ogni tanto guarda le nostre scarpe muoversi, forse per paura di pestarmi i piedi così la riprendo.
«È come andare in bici, devi guardare in alto altrimenti cadi» le sussurro muovendole i fianchi.

Le sue guance sono più colorate del solito, non posso negare che questa proposta è improvvisa quanto strana da parte mia.

Finalmente riesce a prendere il ritmo dei miei passi così la sua attenzione va su di me, completamente sul mio viso.

«Lasciati andare» le sussurro vedendola chiudere gli occhi, trasportata dalla musica.

Le faccio fare una giravolta e solo in quel momento mi rendo conto che è sulle punte, troppo bassa per arrivare alla giusta altezza di una compagna come si deve. Ridacchio leggermente sotto il suo sguardo consapevole di essere stata beccata.

«Ok, sono bassa e non so ballare. Vuoi ridere di qualcos'altro?» mi chiede mentre continua a muoversi sinuosamente insieme a me.

«Lilith» faccio una pausa in cui mi godo i suoi occhi pieni di luce, seppur siamo coperti dal buio.
«Canta per me» è quasi un ordine quello che le dico ma lei non controbatte come è solita fare. Prende un respiro profondo e riprende a cantare la canzone.

Le parole sembrano così morbide pronunciate dalle sue labbra che non posso fare a meno di guardarle.

«Portami a bere oltre le stelle, spiegami il senso dimmi la verità, profeta» continua a cantare il ritornello di questa canzone che ormai mi ha completamente ipnotizzato.

«Ti fidi di me?» Quasi persa in questa bolla di musica e danza annuisce, come un cobra ipnotizzato dal suono di un flauto.

Mi piego verso di lei, facendole reclinare la schiena fino a farle fare un caschè come si deve. La sorreggo con il braccio sinistro, facendola girare lentamente verso destra.

Smette di cantare ma i suoi occhi sono fissi nei miei, indecifrabili ma sorprendente privi di qualsiasi dubbio.

Quando la porto alla postura normale la canzone sta per finire ma lei continua a cantare.
«Portami a bere oltre le stelle, spiegami il senso dimmi la verità, profeta» Si avvicina al mio orecchio, scostando con il naso i capelli che sono d'intralcio per poi sussurrare le ultime parole della canzone.

Jaguar - Il male è dietro l'angoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora