"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante"
-Antoine de Saint-ExupéryBlack Out Days - Phantogram, Future Islands
Axel
Non ho chiuso occhio per tutta la notte, non perché io sia in prigione o perché abbia come compagno un tale che mi ha chiamato "bel pasticcino" appena mi ha visto entrare nella cella,
non ho chiuso occhio perché ho pensato per tutta la notte a quanto possa essere stato stupido da parte mia cadere in una trappola del genere.Quel ragazzino era nel mio distretto per un motivo, perché è stato Samuel a mandarlo.
Ho capito solo dopo aver sentito le sirene della polizia e gli agenti che mi urlavano di alzare le mani che stavo facendo quello che quel figlio di puttana si aspettava.Stavo giocando al suo cazzo di gioco e adesso sono qui, con una cauzione che non potrò pagare se non chiedendo aiuto a Vinz.
Peccato che non si è fatto vivo, nè ha mandato qualcuno dei suoi uomini da me.
Le luci della cella si accendono e il rumore del manganello sulle sbarre rimbombano per tutto il corridoio.
«Alzatevi, forza» urla una guardia continuando a produrre quel rumore orribile.
Sbuffo e salto giù dal mio letto, è solo il primo giorno e già non ne posso più.
«Buongiorno pasticcino, ti sei svegliato di malumore?» la voce di quel viscido mi fa salire i nervi, vorrei solo soffocarlo con il cuscino.
Non gli do retta, mi lavo la faccia e mi metto davanti la porta della cella in attesa che si apra.
L'odore che aleggia in questa struttura è di disinfettante e l'unico suono che si sente sono i passi sordi delle guardie.
Niente di più deprimente insomma.«Wolfe, vedo che ti stai ambientando bene qui» dice la guardia mentre giocherella con le chiavi.
«Non ti preoccupare, ancora per poco» ribatto incrociando le braccia al petto.
«Non ci contare, ho saputo che la tua cauzione è abbastanza alta» dice lui ghignando.
«Effettivamente sarebbe un peccato andarsene oggi, so che danno i dolcetti a mensa» ribatto in tono ironico, quanto basta per coprire la mia preoccupazione.
La guardia sbuffa aprendo la porta della cella mentre io mantengo l'aria da menefreghista, o così o rischio di impazzire.
«Spero ci sia quello al limone» dico passandogli accanto e mettendomi in fila insieme agli altri.Camminiamo fino al refettorio, una stanza spoglia con lunghe file di tavoli e panche di metallo.
Afferro il vassoio di plastica e faccio la fila per prendere la schifosa colazione: oggi c'è del porridge che sa di merda di piccione, una fetta di pane duro e un caffè bruciato.
Preferirei mangiarmi le pietre che ci sono fuori piuttosto che questo schifo, ma non posso essere schizzinoso e ho bisogno di tenermi in forze.Mi siedo da solo e inizio a mangiare quello schifo.
Neanche quando non avevamo un soldo mangiavo così dimmerda.Vedo gli altri fare gruppetto, parlare e scherzare come se fossero in un resort di lusso in vacanza.
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Jaguar - Il male è dietro l'angolo
ActionLeila, una brillante detective sotto copertura, viene inviata nel Bronx per infiltrarsi nella mafia italiana che domina New York. Fingendosi una semplice barista, si avvicina ad Axel, uno dei boss più pericolosi e influenti della città; chiamato il...