3. Chi disprezza compra

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Simone scese le scale del villino quasi volando, ignorando chiunque richiedesse la sua attenzione in quel momento.
Era decisamente stressato: avrebbe dovuto incontrare i suoi migliori amici in centro esattamente sette minuti dopo, e chiunque lo conoscesse sapeva quanto odiasse arrivare in ritardo.

Non che fosse stata colpa sua, ovviamente. Era stato Manuel ad occupare il bagno per quelli che gli erano sembrati anni.

Dividere il bagno con l'usurpatore -ormai quello era il suo soprannome ufficiale- si era rivelato ancora peggio di quanto avesse potuto immaginare all'inizio della convivenza forzata. In parte, lo ammetteva, era anche colpa sua: a Glasgow aveva un bagno privato, perciò non era decisamente abituato a condividere quello spazio e ad attendere il proprio turno. D'altro canto, però, l'altro ragazzo trascorreva secoli sotto la doccia, per poi occupare il locale ancora a lungo anche dopo che l'acqua era stata chiusa.

Simone non capiva tutto questo tempo dedicato dall'altro alla cura del proprio aspetto. In ogni caso, Manuel avrebbe dovuto rivolgersi a lui: lo avrebbe informato molto volentieri della mancata efficacia dei suoi rituali di bellezza.

Non che fosse un brutto ragazzo eh, ma Simone non lo sopportava e questo rendeva vano ai suoi occhi ogni tentativo dell'altro di apparire bello.

Manuel si era dimostrato essere esattamente come Simone lo aveva giudicato il giorno del loro incontro: era caotico, arrogante, tamarro e sfrontato. Un sorrisetto sardonico gli incurvava sempre le labbra quando gli parlava, e questo lo faceva imbestialire. Dopo una settimana di convivenza forzata, poteva dire di non essersi certo sbagliato sul suo conto.

Quel ragazzo era una minaccia ulteriore al già fragile equilibrio di quella casa. Ovviamente era molto legato a suo padre, di cui riprendeva moltissimi atteggiamenti e modi di fare. Ma la cosa più assurda era che sembrava andare perfettamente d'accordo con suo fratello.

Che cosa Lapo vedesse di preciso nell'usurpatore, Simone non lo sapeva proprio. D'accordo, anche suo fratello era un tipo piuttosto diretto e talvolta sfrontato che, nonostante la propria condizione, non aveva mai mancato di autostima, tanto da attirare su di sé la fama del ragazzetto arrogante, bello e che sa di esserlo. Probabilmente questo era comune ai due ragazzi, ma a differenza di Manuel, Lapo non era davvero come appariva. Simone sapeva che dietro alla facciata da sbruffone di suo fratello si nascondevano un cuore onesto e una naturale propensione all'aiutare gli altri.

Sicuramente non si poteva dire lo stesso dell'usurpatore.

Afferrò una nastrina al volo, strappandone un morso prima di riprendere la propria corsa verso la porta.

"'Ndo vai?"

Simone fu tentato per un momento di ignorare la domanda dell'altro ragazzo e di correre al proprio motorino, ma gli si palesò nella mente un'immagine nitida di sua madre che disapprovava la sua mancanza di buone maniere.
Per questo, si fermò a rispondere, seppur non voltandosi a guardarlo.

"Esco con gli amici."
"Ah, mo' pure gli amici c'hai?"
Questa volta si limitò a rispondere con un eloquente dito medio prima di correre fuori casa, saltando in sella al suo motorino.

Giunto nella piazza del paese con ben otto minuti di ritardo -gli piaceva l'idea di dare la colpa a Manuel per questo- si diresse subito al solito baretto, da sempre punto di ritrovo per lui e per i suoi storici amici.

Già seduti ad un tavolino vi erano i suoi compagni di sempre: Pin, Laura e Matteo
I tre ragazzi erano stati suoi compagni di classe alle elementari e come molti altri che frequentavano le scuole nella loro zona, avevano tutti e tre una villetta al mare poco fuori Roma. Quella di Laura si trovava proprio a Fregene, mentre Matteo e Pin stavano poco lontano, a Focene. Da quando Simone aveva memoria, avevano sempre trascorso le vacanze insieme.

Wonderland | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora