epilogo: Natale 2022

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La neve imbiancava le strade sterrate che conducevano a Villa Balestra.

Simone osservava quel panorama tanto diverso da quello di Glasgow con una strana gioia in corpo, una che non ricordava di aver mai provato prima tornando a Roma.

Nella città eterna la neve era un evento inusuale, e nonostante fosse sempre stato una persona molto razionale una piccola parte di lui non poteva che pensare che la sua città si fosse adornata a festa con quel manto bianco solo per lui, per celebrare il suo ritorno a casa.

Se solo sei mesi prima qualcuno gli avesse detto che avrebbe definito Roma, e nello specifico Villa Balestra, di nuovo casa sua, probabilmente gli avrebbe riso in faccia.

Eppure ora non trovava altro modo per descrivere la sensazione di completezza che provava in quel momento, seduto sul sedile della vecchia auto di suo padre che come al solito stava canticchiando una canzone natalizia.
Eppure per la prima volta la cosa non lo infastidiva, anzi lo metteva di buonumore. A un certo punto si ritrovò addirittura a canticchiare con lui, intonando timidamente il ritornello di jingle bell rock.

Era strano per lui essere felice nel periodo delle festività natalizie. Si era sempre sentito fuori posto sia a Roma che a Glasgow, e vedere le persone felici durante le feste non faceva altro che accentuare questo suo senso di alienazione dal mondo che lo circondava.

Eppure in quel momento era felice, perché sapeva di essere esattamente dove doveva essere. Di aver trovato il suo posto.

Gli era dispiaciuto lasciare sua madre da sola in Scozia a Natale, ma sapeva che non avrebbe potuto fare altrimenti. E anche Floriana lo sapeva.
Lo aveva capito nel momento esatto in cui suo figlio aveva rimesso piede sul suolo scozzese con gli occhi lucidi e un sorriso triste in volto, che Simone non si sarebbe mai più sentito a casa in Scozia. Perché casa sua l'aveva trovata proprio in quell'indimenticabile estate a Fregene.

Era stata lei a consigliare al figlio di ritornare a Roma il prima possibile, proprio durante le vacanze natalizie. Simone aveva accolto questa proposta con entusiasmo e riconoscenza nei confronti di sua madre, che da sempre lo aveva compreso più di chiunque altro.

Lui e Manuel si erano mantenuti in contatto per tutti quei mesi che gli erano parsi interminabili. Non aveva preteso che il ragazzo lo aspettasse, ma a quanto sapeva da lui, da suo fratello e da suo padre l'altro lo aveva fatto comunque. Lui, che era sempre stato uno che, almeno stando ai racconti di Jacopo, non sapeva impegnarsi seriamente con nessuna ragazza, era rimasto ad aspettarlo per tutto quel tempo. Era rimasto, pur consapevole che non sarebbe stato facile, perché Simone viveva dall'altra parte del mare.

Eppure tutti quei chilometri non erano serviti a separare i loro cuori, che almeno secondo il minore continuavano a battere all'unisono nonostante il fuso orario.

E ora erano di nuovo vicini, nonostante Manuel non lo sapesse. Simone aveva insistito affinché nessuno dicesse al ragazzo del suo arrivo a Roma. Voleva sorprenderlo e fare sì che si ricordasse quel natale per sempre.

Perciò quel giorno, il 24 Dicembre, aveva chiesto a suo padre di accompagnarlo a casa del suo ragazzo, a San Basilio. Si era vestito di tutto punto per l'occasione, per quanto reso possibile dalla stagione invernale, e naturalmente l'outfit scelto era stato completato dal piccolo bracciale di corda con il ciondolo del sole, che aveva custodito per mesi con estrema cura senza separarsene mai.

Quel piccolo pendente argentato cozzava con le nuvole candide che ancora imbiancavano la città eterna. Erano nuvole molto diverse da quelle che avevano accompagnato Simone mesi prima nel viaggio che gli aveva cambiato la vita. Portavano serenità.

Simone e Dante giunsero finalmente a San Basilio, davanti alla villetta sgangherata che Manuel chiamava casa e che Simone ormai conosceva abbastanza bene. Il ragazzo, salutato il padre, si appostò dietro l'angolo, in modo che anche affacciandosi dalla finestra il suo ragazzo non potesse né vederlo né sentirlo.

Con una gioia immensa nel cuore digitò il numero di Manuel sul proprio cellulare e premette il pulsante di avvio.
Si rese conto che poteva sentire il telefono del ragazzo squillare dentro casa e il pensiero lo fece sorridere. Erano di nuovo vicini.

"Simò" La voce di Manuel era bella come sempre, forse di più ora che Simone poteva udirla contemporaneamente dal cellulare e dalla finestra della villetta.
"Manu! Buona vigilia."

"Buona vigilia pure a te amò."
"Senti, che fai?"
"Nulla de che, stavo per annà in garage. Fa freddo là in Inghilterra? Ha nevicato pure qua a Roma, non oso pensare lì."

Simone dovette trattenere un sorriso perché dopo mesi insieme Manuel non aveva ancora capito che Glasgow si trovasse in Scozia.

"Glasgow è in Scozia, Manu. Parte ventisei"
"Stessa cosa amò."

Simone si morse il labbro, alzandosi dal muro a cui si era appoggiato e posizionandosi proprio sotto la finestra della stanza di Manuel.

"Comunque non lo so se fa più freddo a Glasgow"
"Vabbè Simò, mo lo sai pure tu quali sono le minime a Roma più o meno."
"No Manu, non so proprio che tempo ci sia a Glasgow in questo momento."
"Hai provato a guardà fori dalla finestra?"
Non trattenne una risatina.
"Manu, non hai capito. Non lo so perché non sono a Glasgow in questo momento."

Il silenzio che si sentì in quel momento fu sufficientemente autoesplicativo della reazione del maggiore.
"In che senso nun stai a Glasgow, Simò? E ndo stai?"

Dall'altra parte di quei telefoni troppo vicini per essere utili, il minore rise.
"Perché non provi ad aprire la finestra?"

Si sentirono improperi molto poco eleganti e passi trafelati, e una finestra fu addirittura quasi scardinata nella fretta di essere aperta.

Guardando in alto, dopo mesi, Simone vide nuovamente il sole.
Guardando in basso, dopo mesi, Manuel si concesse di farsi pioggia.

Ultima nota autrice
Ebbene sì, questa storia è giunta al termine. Un po' mi dispiace, perché nonostante non sia affatto una grande storia (complice la mia mancanza di talento) ci sono comunque affezionata.

È stata la mia prima long simuel e la prima long che ho scritto dal 2020. Forse sarà l'ultima, forse no. Sto lavorando in realtà a una mini long, estremamente diversa da questa storia (vi dico solo che sarà molto più cupa e con un sottotono fantasy), ma non so se riuscirò mai a portarla a termine.

Nel dubbio io ringrazio di cuore tuttə voi per aver dato una possibilità a questa storia senza pretese scritta in un'estate particolarmente noiosa e vuota per me. Grazie a chi ha commentato, lasciato stelline o anche solo letto silenziosamente la mia storia per avermi dato fiducia in questo viaggio.

Vi ringrazio infinitamente,

Sara

Wonderland | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora