Il mattino seguente, Simone si svegliò sul pavimento della camera di Manuel. La schiena gli faceva male ed era sicuro che il giorno dopo sarebbe rimasto bloccato in camera con il torcicollo.
Eppure la consapevolezza che nel letto accanto a lui ci fosse Manuel rendeva tutto più sopportabile.Lentamente si mise a sedere, scrocchiando piano la propria schiena. Si voltò verso il letto. Manuel giaceva steso a pancia in giù, il viso costellato di lividi violacei premuto per metà contro il cuscino. Le labbra erano leggermente schiuse e i ricci gli ricadevano sulla fronte. Nonostante i segni della rissa del giorno prima, in quel momento sembrava un bambino cresciuto troppo in fretta.
"Ao me stavi a fissà?"
E ovviamente Manuel non stava dormendo. Probabilmente era sveglio da prima di lui e lui aveva appena fatto una colossale figura di merda.
"Controllavo che stessi bene." mentì, sapeva fosse una bugia terribile. Manuel non ci sarebbe mai cascato. Eppure per qualche motivo si limitò ad annuire, quasi pensieroso.Gli occhi del maggiore lo scrutavano, una domanda malcelata dietro le iridi scure. Simone si ritrovò a sostenere lo sguardo con mille risposte che gli brillavano nelle pupille, ma pregò che Manuel non fosse in grado di vederle.
"Sei rimasto per davvero." disse semplicemente il maggiore dopo un po', interrompendo la muta conversazione tra le loro anime.
"Non volevi che restassi?"
"Volevo, ma non pensavo lo avresti fatto."
Simone non seppe come rispondere.Tra loro era stata tesa una barriera il pomeriggio precedente. Era una coltre fitta di domande che li divideva, domande che non osavano fare e a cui non volevano dare risposta.
Simone aveva mille domande in testa. Cosa era successo il giorno prima? Chi erano quei tizi che avevano menato Manuel? E soprattutto, in che casini si era cacciato l'amico, tanto da spingere suo padre a nasconderlo in quella villa fuori Roma?Non era più così sicuro, ora, che Manuel fosse l'ennesimo progetto di beneficenza di Dante: forse era veramente in pericolo e suo padre, per una volta, aveva avuto le sue buone ragioni per prenderlo sotto la propria ala.
Simone voleva sapere. Sentiva di meritarselo, dopo l'aiuto che aveva dato all'amico il giorno prima. Nonostante non avesse avuto esitazione ad aiutarlo: era subito uscito a soccorrerlo, non tollerando l'idea che l'altro fosse in pericolo. Lo aveva fatto senza esitare, senza aspettarsi nulla in cambio.
Lo aveva fatto per amore.Sarebbe stato disposto a fare qualsiasi cosa per amore di Manuel, in realtà. Sarebbe andato con lui in capo al mondo, se glielo avesse concesso. Non avrebbe esitato un istante.
Per Manuel avrebbe fatto di tutto, ma voleva sapere almeno quale fosse il prezzo da pagare per quel suo amore.
"Chi erano quelli, Manu?"
Manuel lo guardò, gli occhi scuri ora liquidi, oscurati da qualcosa che Simone non aveva mai visto in quei pozzi scuri: vergogna."Se te dicessi che nun è importante me manderesti a fanculo, vè?"
Simone non potè che annuire, perché ci sarebbe davvero rimasto molto male. Avrebbe significato che per l'altro quella loro amicizia non era tanto importante quanto lo era per lui. Simone avrebbe rivelato a Manuel i suoi più reconditi segreti, si sarebbe fidato a dargli in mano la propria vita, come del resto aveva già fatto con il proprio cuore."Te lo dico, Simò, nun è roba bella. Nun è roba che voi sapè."
"E invece voglio."
"Me devi promette 'na cosa però."
"Cosa?"
"Promettime che nun cambierai opinione su di me dopo quello che te dirò."E Simone quasi rise. Manuel non sapeva che lui aveva già cambiato opinione su di lui più di una volta. Era passato dall'odiarlo al volergli bene e poi all'amarlo. Difficilmente, anche se lo avesse voluto, sarebbe potuto tornare indietro.
"Te lo prometto."
E allora Manuel iniziò a raccontare, la testa china per non incrociare il suo sguardo. Era evidente che se ne vergognasse.
"Me sa che 'o sai già, ma l'anno scorso m'hanno bocciato. È stato 'n brutto colpo nun tanto pe' me, quanto pe' mi' madre. Lei è 'na santa, Simò. T'ho già detto che è tutta la famiglia che c'ho ed è vero, se nun ce fosse lei nun c'avrei nessuno. Lei invece, se nun ce fossi io, avrebbe ancora tutti. I suoi l'hanno cacciata quanno è rimasta 'ncinta de me e quel bastardo de mi' padre nun s'è più fatto sentì. Ha dovuto fa' i salti mortali pe' famme cresce, Simò. È arrivata a fa' tre lavori insieme pe' non fammi mancà nulla nella vita.
Nun m'ha mai chiesto nulla 'n cambio, Simò, nulla. E io l'ho ripagata fallendo pure nell'unica cosa che dovevo fà, annà a scola e pijà 'l diploma. Me so' sentito 'na merda quanno ho visto la sua faccia."Era evidente, nonostante Simone non potesse guardarlo negli occhi, che Manuel si vergognasse di tutto ciò. I suoi pugni erano stretti sulle sue cosce e la voce amareggiata.
"Allora ho deciso che se nun potevo far felice mi' madre con la scola dovevo almeno aiutalla coi sordi. Ho iniziato a fa' delle riparazioni qua e là, ma nun bastava. Poi 'n giorno un tipo a cui avevo riparato la macchina m'ha chiamato e m'ha proposto 'n affare."
Simone sapeva perfettamente dove stava andando a parare Manuel. Era chiaro, la situazione non era molto diversa da come l'aveva immaginata nel loro primo incontro. Solo che ora aveva l'istinto di stringere a sé quel bambino cresciuto troppo in fretta.
"Ho iniziato a spaccià pe' questo tipo. All'inizio era roba leggera, erba o du' pasticche. Poi ha iniziato a damme 'a roba pesante. Io nun lo volevo fa', ma i sordi me servivano e nun sapevo più come fare.
Poi ho fatto una stronzata, la più grande di tutta la mia vita. Nun te sto qua a spiegà i dettagli mò, ma diciamo che ho fatto annà a puttane dumila euro de roba. E ovviamente sto qua voleva che 'o ripagassi. Quindi ha iniziato a damme artri lavori da fà.""Tipo?" intervenne Simone per la prima volta da quando l'altro aveva iniziato a parlare. Vide l'altro tormentarsi le mani e non potè fare a meno di prenderne una tra le sue, cercando di placare la rabbia che il maggiore sfogava su se stesso.
"Portare pacchi, qualche furto, riscuotere dei pagamenti... Era sempre peggio e io volevo tirarme fuori, ma nun potevo perché sapevo che quello m'avrebbe fatto fuori se c'avessi provato. E nun volevo manco pensà a che sarebbe successo a mi' madre. Quindi continuavo.
Finché 'n giorno nun m'ha detto che dovevo..."Manuel si interruppe, scosso ancora al ricordo di quello che era successo.
"Dovevi?" lo incoraggiò Simone, le mani chiuse ancora intorno a quella più piccola e callosa del maggiore.
"Dovevo fa' fuori uno."Simone trattenne un secondo il fiato. Manuel non parlava più, ora, respirava soltanto. Sembrava stesse per scoppiare a piangere davanti a lui. Simone non avrebbe mai pensato che Manuel fosse nemmeno in grado di produrre lacrime.
In un impeto istintivo Simone si avvicinò a Manuel e lo strinse, le braccia muscolose strette attorno al corpo esile dell'altro come a proteggerlo dal mondo crudele che aveva conosciuto. E Manuel, che in altre circostanze lo avrebbe subito allontanato, si lasciò stringere e riprese a parlare."È stato lì che ho capito che da solo nun ne potevo uscì. Ho dovuto parlà con mi' madre e con la persona de cui me fido de più in sto mondo dimmerda."
E in quel momento a Simone fu tutto chiaro.
"Mio padre."
"Tu' padre, sì. Lui già l'aveva capito che qualcosa nun annava e m'ha aiutato un sacco. M'ha dato i sordi pe' saldà il conto co' Sbarra e m'ha accompagnato a denunciallo. E in più m'ha invitato a stare qua co' lui per tenerme lontano da quei giri."Simone, per una volta, si ritrovò a ringraziare il complesso dell'eroe di suo padre.
"Non è servito a molto, però. Ti hanno trovato lo stesso.""È servito invece." rispose Manuel, convinto. "Se fossi rimasto a Roma sarei già tre metri sotto terra. E in più nun avrei conosciuto te."
Simone non potè contenere il sorriso che gli si aprì sulle labbra a quelle parole.
Manuel era contento di averlo conosciuto."Sono contento che mio padre ti abbia portato qui, allora." disse, sciogliendo l'abbraccio in cui erano rimasti legati fino a quel momento per guardarlo dolcemente negli occhi.
In qualsiasi altro momento, Simone avrebbe temuto di lasciar capire troppo. Ma in quel momento nulla sembrava avere importanza al di fuori di Manuel.
"Anche io, Simò. Anche io."
E fu così sincero da accendere una fiammella di speranza nell'animo di Simone.
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Wonderland | Simuel
Fanfic"we found wonderland you and I got lost in it and we pretended it could last forever" Simone Balestra odia suo padre da sempre. Ha molte ragioni per odiarlo: una di queste è ovviamente l'incidente che ha cambiato la sua vita e distrutto la sua famig...