Intreccio

108 7 0
                                        


Il branco di Scott era riunito ad uno dei tavoli fuori la scuola, era il momento del pranzo ma nessuno di loro era riuscito a mangiare. – Lidya che diavolo sono questi scarabocchi? – Stiles continuava a chiederlo, - Lo sapevo che c'era qualcosa nell'aria! Sono più Banshee di te! – Era visivamente nervoso, l'ultima volta che aveva disegnato linee a casa, un druido aveva cercato di ucciderli.

La rossa aveva sospirato seccata per l'ennesima volta, aveva ripetuto già mille volte che non sapeva quello che aveva disegnato, non ricordava nemmeno di averlo fatto.

- È un nodo. – Commentò Isaac mentre guardava il disegno, tutti si voltarono a guardarlo sorpresi. – Vedete? È come quello dei fili delle cuffie, è un nodo. – ricalcò il disegno con una penna rosso. – Vedete? È dal nodo escono cinque fili. –

- I fili siamo noi? Io, Scott, Lidya, Isaac e Derek. – Stiles stava riflettendo a voce alta, Isaac lo distolse dai suoi pensieri aggiungendo – Però due fili sono intrecciati fra di loro, cosa vorrà dire? –

Da una finestra della scuola tre donne guardavano i ragazzi seduti, - Le cose hanno iniziato a muoversi, da quando Derek e Stiles si sono incontrati ieri. – Disse Cloto, poi fece apparire, il nodo da ieri ha intrecciato i due fili da farne sembrare uno. – Atropo si allontanò dalla finestra e si mi sedere davanti alla scrivania. – Non mi piace proprio, La banshee ha disegnato il nostro nodo con il cambiamento che è avvenuto ieri, il suo potere potrebbe farci rivelare! – Era molto agitata.

Lachesi rimase a fissare il gruppo, - non preoccuparti, il nostro potere ci protegge, però non posso fare a meno di preoccuparmi per quei ragazzi, così giovani e hanno già conosciuto un destino tragico e in più qualcosa di oscuro e potente sembra accanirsi nuovamente su di loro. – Sospirò preoccupata, - lo so che non dobbiamo farci coinvolgere. –

Le tre sorelle si guardarono, qualunque cosa stessero aspettando, ormai era stata avviata dall'incontro delle due persone che avevano il filo rosso.

Il gruppo di ragazzi rimase ancora per poco a discutere su cosa potesse significare quel disegno ma alla fine dovettero rientrare per le lezioni pomeridiane, decisero che per ora non avrebbero fatto nulla, era impossibile analizzare i disegni che Lidya faceva in trance, erano rimasti d'accordo che li avrebbero fatti vedere a Deaton, anche se sapevano che non avrebbero risolto molto.

Stiles per tutto il pomeriggio non aveva fatto altro che pensare a Derek, non sapeva se doveva dirglielo, o meglio, non sapeva se doveva chiamarlo o andare direttamente lui, poi si era ricordato che era senza macchina e alla fine decise di scrivergli un messaggio. Messaggio che venne cancellato e riscritto più volte fino a quando non si stancò di pensare e scrisse tre precise parole "disegno Lidya, guai" e alla fine inviò.

Alla fine delle lezioni, Scott accompagnò il suo migliore amico a casa e poi si diresse da Deaton per mostrare il disegno. Il castano si diresse direttamente in camera sua, impaziente di gettare tutto sul letto e di farsi una doccia, voleva scrollarsi la brutta sensazione con una doccia calda e rilassante.

Non appena varcata la soglia della sua camera, un'ombra nera era seduta sul letto, il ragazzo urlò spaventato e d'istinto lanciò il suo zaino contro la figura.

- Stiles! Sono Derek. – L'uomo afferrò lo zaino e lo poggiò sul letto, - volevi davvero uccidermi con uno zaino? – Il ragazzo accese la luce della camera e confermò che l'ombra era Derek, - perché sei seduto al buio in camera mia? Volevi uccidermi con un infarto? Sei impazzito!? – Fece un grosso respiro per cercare di riprendersi dallo spavento.

- Mi hai mandato un messaggio assurdo, sono venuto a chiedere spiegazioni. – Derek si alzò dal letto.

- Lo sai che potevi chiamare? – il castano invece andò a sedersi sul letto, nel frattempo il lupo guardò il ragazzo un po' seccato, come se avesse letto lo sguardo, Stiles prese il cellulare in mano e si accorse che la batteria era scarica. – Oh, immagino che tu abbia provato a chiamarmi ma io il mio telefono era morto. –

Incubi del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora