Moire

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Le tre sorelle erano sedute nel salotto, ognuna persa nei propri pensieri, quando Cloto decise di rompere il silenzio. - Possiamo smetterla di intrometterci nella storia di quei ragazzi? Abbiamo già fatto abbastanza cercando di salvare Stiles, rompendo il filo insanguinato. - esclamò.

- Non ho detto nulla. È solo che mi dispiace per Stiles e Derek. È chiaro che siano destinati a stare insieme. Basta guardare come i loro fili si sono subito riapparsi. Non deve per forza finire in tragedia. - Sospirò Lachesi.

- Dobbiamo starne fuori. Abbiamo già fatto abbastanza. Sta a loro seguire la strada, tragedia o no. - Rispose Cloto, capendo cosa intendesse la sorella. Anche lei provava pena per quella coppia, ma sapeva bene che non si otteneva nulla di buono mescolandosi negli affari dei mortali. Erano lì solo per osservare.

Atropo si stava preparando per aggiungersi alla discussione quando all'improvviso la forza di gravità sembrò aumentare e tutte e tre si ritrovarono a ginocchio a terra. Non capivano cosa stesse accadendo. Una figura poco chiara apparve al centro della stanza.

- È così che dovete stare, a terra e strisciare. Siete solo tre vecchie megere che non hanno nulla da fare se non intromettersi nei miei affari. State lontane dal mio piano. - Tuonò la figura.

Dopo l'apparizione, le moire poterono muoversi nuovamente, ma erano ancora paralizzate dalla paura a causa dell'enorme potere che aveva emanato la figura misteriosa.

- Cos'è appena successo? Non avevamo delle barriere intorno alla casa? Come ha fatto ad entrare? - chiese Atropo, cercando di rialzarsi ma ricadendo senza forze sul divano.

Cloto e Lachesi fecero la stessa cosa, si alzarono lentamente da terra e si sedettero sul divanetto di fronte ad Atropo.

- È lui. - disse Lachesi. - Sta raccogliendo energie per risvegliare lei, gli servono Stiles e Derek. - La sorella aveva gli occhi lucidi. - Lui è qui.

Non essere sciocca, sorella. Lui è sparito dalla circolazione da secoli, non potrebbe mai fare una cosa del genere. - tremava Cloto.

- Stai davvero dicendo che il Dio dell'oltretomba non ucciderebbe dei miseri mortali per riportare in vita la donna che amava a tal punto da rapirla, farle mangiare il frutto del melograno e costringerla a vivere nell'oltretomba con lui, lasciandola uscire solo due mesi all'anno? - Atropo si era alzata ed aveva evocato il groviglio. Ora che lo guardava con una nuova prospettiva, aveva tutto il senso.

Le tre Moire erano sconcertate e spaventate dalle rivelazioni di Atropo. Era difficile accettare che la figura misteriosa potesse essere il Dio dell'oltretomba, noto per il suo potere e la sua sete di vendetta. Le parole di Atropo li avevano sconvolti e avevano acceso in loro una nuova consapevolezza sulla situazione.

Cloto era ancora scettica, cercando di respingere l'idea che Ade fosse coinvolto. - Ma come può essere lui? -

Ma Lachesi, con la sua saggezza e capacità di leggere il destino, intuiva che c'era qualcosa di vero nelle parole di Atropo.

Atropo annuì, sentendosi investita da una nuova determinazione. - Abbiamo il dovere di proteggere il filo del destino di Stiles e Derek, ma anche di proteggere noi stesse. Dobbiamo scoprire cosa sta cercando di fare e fermarlo. -

Le tre Moire si guardarono l'un l'altra, unite da un senso di scopo comune. Avevano sempre osservato e intrecciato i fili del destino degli altri, ma stavolta dovevano prendere in mano il loro destino e agire per preservare la propria esistenza.

- Faremo tutto il possibile per proteggere il filo del destino di Stiles e Derek e sventare il piano del Dio dell'oltretomba - dichiarò Cloto, accettando finalmente la realtà della situazione.

- Sì, agiremo con saggezza e cautela - aggiunse Lachesi, guardando con risolutezza le sue sorelle.

Atropo si alzò e, con il groviglio in mano, mostrò determinazione. - Nessuno toccherà il filo del loro destino finché noi saremo qui. Faremo in modo che il loro cammino non venga alterato.


Il mattino seguente, le tre sorelle erano nel loro ufficio a scuola, come sempre osservavano il branco di Scott, cercando di capire a che punto fossero nella loro storia. Tuttavia, questa volta c'era un nuovo scopo: aiutarli nella loro lotta contro il nemico che avevano davanti, che non era un comune essere soprannaturale, ma Ade.

Molti secoli fa, nell'antica Grecia, c'era una storia di amore e tragedia che coinvolgeva le dee Demetra, Ade e la giovane Persefone. Demetra era la dea della fertilità e dell'agricoltura, mentre Ade governava il regno degli inferi. Un giorno, mentre Persefone passeggiava in un prato fiorito, Ade si innamorò di lei e decise di rapirla per farla sua sposa.

Quando Demetra venne a sapere del rapimento di sua figlia, andò su tutte le furie. La sua ira fu così grande che lanciò una maledizione potente su Persefone, facendole cadere addosso un sonno eterno. La giovane principessa si trovò intrappolata in un sonno profondo, incapace di risvegliarsi.

Ripensando al passato, Atropo sentiva sempre di avere della colpa, quante volte Ade era andato da loro per chiedergli aiuto e tutte le volte loro avevano rifiutato perché non era loro compito stravolgere le carte del destino. Era sempre stato un suo rimorso. Ora sentiva come se quel rimorso fosse caduto sulle spalle di quei ragazzi. Sospirò cercando di cacciare fuori tutte le preoccupazioni e le paure che aveva portato a scoprire chi fosse l'assassino misterioso.

- Pare che sia saltato fuori un simbolo con lettere di greco antico. - disse Lachesi avvicinandosi alla sorella.

- Cerca di capire quale simbolo è, li aiuteremo rimanendo nell'ombra, loro non devono sapere di noi o di Ade. - suggerì Atropo. Lachesi annuì e si diresse verso la sua aula, la campanella stava per suonare, si presentava davanti a loro un lungo fine settimana.

Dopo la campanella, i ragazzi si dispersero per le lezioni del mattino. Stiles e Scott si ritrovarono insieme in classe di storia, mentre Ethan si dirigeva verso la classe di chimica. Lidya e Isaac avevano lezioni separate, ma si sarebbero riuniti più tardi con gli altri per proseguire le ricerche sul simbolo misterioso.

Lachesi si sedette alla sua scrivania, cercando di concentrarsi sulle lezioni, ma la sua mente era piena di preoccupazioni riguardo a quello che stava accadendo. L'ombra di Ade sembrava avvolgere ogni cosa, e la presenza del potente dio dell'oltretomba incombeva minacciosamente sulla scuola di Beacon Hills.

Nel frattempo, Atropo era nel laboratorio di scienze, le sue mani tremavano leggermente dalla tensione, ma non poteva permettersi di mostrare segni di nervosismo agli occhi degli altri.

Cloto, d'altro canto, si era nascosta nel retro della biblioteca, sfogliando vecchi tomi di storia greca, sperando di trovare indizi sul simbolo misterioso e su come contrastare Ade.

Era consapevole che stavano combattendo contro una forza oscura e potente, ma non avrebbe mai accettato di restare inerme di fronte alla minaccia.

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