Casa

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La scuola era iniziata da una settimana ormai, lezioni e compiti erano rientrati nella quotidianità dei ragazzi di Beacon Hills.

Stiles era rientrato a casa dopo la scuola, una casa vuota e fredda, era sempre difficile rientrare in un'ambiente silenzioso dopo il caos del liceo, doveva averci fatta l'abitudine ormai, ma non era così.

Anche se la relazione con suo padre era migliorata la solitudine ancora pesava sul suo animo, per questo nelle vacanze estive aveva fatto di tutto per non rimanere solo in casa e per questo aveva deciso di farsi avanti con Lydia, se avesse avuto una ragazza, sarebbe cambiato tutto, non sarebbe più rimasto solo.

Da quando Derek era andato via, molte cose erano cambiate e non pensava che era una cosa che riguardasse il branco o a qualche cosa di soprannaturale, era un cambiamento che lui aveva percepito nel suo petto, qualcosa si era rotto e ne percepiva il sottile dolore quotidianamente.

Lydia aveva aiutato a non sentirlo più, la sua compagnia era stata lenitiva per quella piccola crepa, ma quando rimetteva piede in quella casa buia e vuota, il dolore tornava e con esso la solitudine tornava a pesare.

In una settimana i suoi piani per "conquistare" la ragazza non avevano avuto sviluppi interessanti, era rimasto tutto piatto e triste, il suo migliore amico non lo stava aiutando per nulla, stava al suo fianco solo per prenderlo in giro e buttare giù tutti i suoi piani.

Negli ultimi giorni Isaac si era unito alla distruzione di Scott, quei due insieme erano dei distruttori dei suoi piani, doveva dividerli o la sua storia d'amore non avrebbe mai avuto un lieto fine, erano due matrigne crudeli che non avevano pietà del suo povero cuore.

Sospirando tristemente si gettò sul letto e chiuse gli occhi, preferiva viaggiare con la fantasia alcune volte, immaginava un mondo dove tutto fosse normale, dove non c'erano licantropi e altre creature che premeditavano la sua morte e quella dei suoi amici, anche se spesso si ritrovava a pensare che senza quel lato soprannaturale, al quarto anno sarebbero arrivati solo lui e Scott, due amici sfigati che non sarebbero riusciti mai a legare con nessun'altro.

Si rigirò sul letto e prese il cellulare, cercò qualche playlist triste e iniziò ad ascoltarla e cullato da qualche melodia malinconica, si addormentò.

A risvegliarlo furono gli scossoni che gli stava dando il padre.

- Dannazione Stiles! Mi hai fatto prendere un colpo! Non dovresti spaventarmi così alla mia età e con la mia salute, mi mandi all'altro mondo! – Il padre era chiaramente spaventato ma non ne capiva il motivo.

- Che succede? Mi ero addormentato, la musica non era nemmeno tanto alta, ti avrei sentito se mi avessi chiamato normalmente, non c'era bisogno di arrivare a scuotermi così forte –

- Addormentato? Stavi urlando e ti tenevi il petto, credevo stessi avendo un infarto, stavo per chiamare il 911. – Lo sceriffo era più preoccupato per il fatto che il ragazzo non si era accorto che urlava.

- Cosa? Davvero? Io non ricordo di aver avuto un incubo, mi sarei dovuto ricordare di un qualcosa di così brutto. –

- Lascia perdere, meglio che fosse un sogno e meglio se non lo ricordi. Alzati, la cena è pronta! –

Stiles si alzò confuso per quello che era appena accaduto, era successo che aveva avuto incubi e al risveglio non lo ricordasse, ma la reazione del padre era stata troppo eccessiva.

Prima di scendere passò dal bagno per sciacquare il viso, mentre stendeva le mani sotto il getto, si accorse che stava tremando, forse aveva ragione il padre, era un bene se non ricordava il brutto sogno. Dopo essersi rinfrescato, raggiunse il padre al piano di sotto e si unì a tavola con lui, un buon pasto caldo in compagnia avrebbe cancellato quella brutta sensazione che aveva addosso dopo essere uscito dal bagno.

Incubi del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora